Hitler esultando si vanta di aver raggirato Chamberlain di Lloyd George

Hitler esultando si vanta di aver raggirato Chamberlain LE MEMORIE DI HEINZ LINGE, EX-CAMERIERE DEL FUEHRER Hitler esultando si vanta di aver raggirato Chamberlain Egli s'era convinto che la Gran Bretagna non sarebbe intervenuta • Personale interpretazione di certe parole di Lloyd George - Gli parve persino che la regina d'Inghilterra facesse il saluto nazista, e ne traeva ottimi auspici • La parte di Ribbenlrop, il «suo» uomo - Nel settembre '39, di fronte alla prolesta delle potenze: «Parole, parole e parole! Vedrete che non ci sarà nessuna guerra» Berlino, ottobre. Adolfo Hitler, che lo ho servito per dieci anni come cameriere personale e come guardia del corpo, non parlava altra lingua che il tedesco. Fatta eccezione dell'Italia, egli non visitò mai altri paesi all'incuori di quelli occupati dall'esercito tedesco. La conoscenza degli affari e delle opinioni degli altri Stati, gli veniva perciò di seconda mano. 10 credo che alcune sue opinioni in fatto di politica estera, ch'egli esprimeva di tanto in tanto tra le quattro mura della < Sala del mappamondo » e della sua camera da letto, erano state originate da interpretazioni inesatte. Un caso di questo genere dovette verificarsi all'epoca della visita di Lloyd George, il grande statista britannico. Durante la guerra e più tardi, nel corso degli undici anni di prigionìa da me trascorsi in Russia, ho sentito dire ch'era stato Joachim von Ribbentrop l'uomo che aveva convinto Hitler che la Gran Bretagna non sarebbe mai scesa in guerra contro la Germania per difendere gli interessi dei paesi minori dell'Europa Centrale, e che aveva In tal modo preparato la via all'invasione, da parte del Fuehrer, della Cecoslovacchia e della Polonia, Da alcune osservazioni di Hitler in proposito, io avevo invece rilevato che era stato Lloyd George colui che, Intenzionalmente o inavvertitamente, aveva indotto Hitler a credere ohe la Gran Bretagna ne aveva abbastanza di guerre in Europa e sarebbe stata disposta a sopportare qualunque cosa pur di non riprendere le armi. 11 fatto avvenne nel 1937. Lloyd George venne a Berghof per far visita al Fuehrer. Ricordo esattamente che il colloquio tra l'ex-caporale e l'exPrimo Ministro si svolse di fronte ad una finestra da cui la vista spaziava sulle remote frontiere dell'Austria. Io potei udire una parte della discussione, ma quello che rimase ben impresso nella mia mente, fu il commento che ne fece Hitler dopo. Avevano parlato della prima guerra mondiale. «Lloyd George mi ha rivelato — mi disse il Fuehrer — che vi fu un periodo durante la guerra, in cui l'Inghilterra era sul punto di arrendersi. Gli ho risposto che credevo alle sue parole e che la sventura della Germania era stata quella di capitolare alle " dodici meno cinque ". «Lloyd George ha conve¬ nuto con me che ci eravamo arresi troppo presto, ed lo gli ho ribattuto che nel caso di una nuova guerra tra la Germania e la Gran Bretagna, la Germania combatterà fino alle dodici e dieci, finché io sarò il Fuehrer. Se la Germania avesse saputo allora quel che Lloyd George mi ha rivelato oggi, le cose sarebbero forse andate ben diversamente ». Che quelle parole fossero state pronunciate o no in quella precisa forma da Lloyd George, in quel lontano giorno del 1937, l'interpretazione che ad esse aveva dato Hitler restò saldamente impressa nella sua mente. Sono incline a dubitare che se il Fuehrer avesse ricevuta una diversa impressione dal suo colloquio con Lloyd George, essa avrebbe potuto modificare la sua ferma volontà di dominare l'intera Europa; ma sono sicuro ch'egli avrebbe almeno cambiato tattica. Lloyd George lo aveva convinto che avrebbe potuto fare in Europa ciò che voleva, purché lo facesse per gradi, un po' alla volta. Né credo alla frottola che Unity Mitford e Sir Oswald Mosley avrebbero contribuito a convincere Hitler circa l'atteggiamento del popolo inglese riguardo alla guerra. Hitler conobbe Unity Mitford quando ella frequentava a Monaco l'Accademia di Belle Arti e per un certo periodo dimostrò per lei un vivo interesse. Solevano incontrarsi in un caffè denominato «Osteria Bavaria». Io lo accompagnavo sempre e restavo vicino a lui mentre egli attendeva l'arrivo della ragazza. In un primo tempo l'interesse del Fuehrer 'per Unity Mitford era dovuto al suo desiderio di essere visto in compagnia di una ragazza attraente. Più tardi, credo che pensò di servirsi, di lei, come faceva con varie altre persone provenienti dall'Inghilterra, per far conoscere al popolo di questo paese le sue opinioni personali. La mia opinione su Von Ribbentrop — ed io la baso su varie osservazioni di Hitler — è ch'egli non fece che confermare le idee che Lloyd George aveva già fatto nascere nella mente del Fuehrer. E' naturale d'altro canto che Von Ribbentrop abbia avuto la sua influenza sul concetto che Hitler si era formato dell'atteggiamento dell'Inghilterra nei confronti della Germania. Fu nella villa di Von Ribbentrop, che furono elaborati .i piani per la conquista del potere da parte di Hitler e del suoi primi adepti. Il piazzista di champagne che doveva più tardi divenire ministro degli Esteri del Reich, era a quei tempi quasi giorno e notte al fianco di Hitler. Più tardi, come ambasciatore del Fuehrer alla Corte di San Giacomo, egli ebbe agio di tastare il polso di Landra. Nel 1935 Von Ribbentrop concluse con la Gran Bretagna un accordo che stabiliva che la Germania avrebbe potuto costruire una flotta da guerra, il cui potenziale doveva corrispondere al trentacinque per cento di quello della flotta britannica. Dopo questo trionfo diplomatico, Hitler espresse su Von Ribbentrop il suo alto apprezzamento personale: «E1 il mio uomo, quel Ribbentrop! ». Può darsi tuttavia che Von Ribbentrop abbia contribuito a indurre in errore il Fuehrer sull'esatto punto di vista inglese. Ricordo le mormorazioni da me udite negli ambienti della Cancelleria, quando si seppe a Berlino che Von Ribbentrop aveva fatto il saluto nazista alla presenza di re Giorgio V. Il suo, fu giudicato da molti «un atto di irriverenza»; ma lasciò impassibile Hitler. Press'a poco nello stesso periodo dellincidente di Corte, fu inviato in Germania e proiettato alla presenza di Hitler un documentario che mostrava 11 re e la regina d'Inghilterra al balcone di Buckingham Palace. La regina levava ad un certo punto il braccio destro per salutare la folla assiepata fuori del palazzo. «Vedete, Linge — osservò il Fuehrer — la regina d'Inghilterra fa il saluto nazista. Forse essi sono sulla strada di abbracciare le nostre idee ». Nel 1935 Hitler sembrava ancora estremamente sensibile ai commenti e ai punti di vista degli altri stati, e 11 studiava con estrema attenzione. Oltre a seguire con molto interesse la stampa estera, leggeva nella traduzione tedesca i più importanti discorsi degli uomini di stato stranieri. Nel 1937 credo ch'egli fosse ormai deciso a conquistare l'Europa con la forza, e nulla doveva intervenire in seguito per fargli mutare disegno. Tutti 1 dubbi che io potevo ancora avere in proposito, furono completamente dissipati nel settembre del 1938, allorché Chamberlain giunse in volo dall'Inghilterra per fare vi- visita al Fuehrer nel suo appartamento di Monaco. Dopo il colloquio, porsi a Chamberlain il cappello e 11 soprabito e mi ritirai i~ disparte mentre egli si congedava da Hitler sulla porta del suo appartamento. Appena la porta fu chiusa alle spalle dello statista britannico, il Fuehrer mi disse con una strana esultanza nella voce: «Non è meraviglioso, Linge? Il Primo Ministro inglese, un vecchio, ha fatto tutto quel viaggio per incontrarsi con me. Per incontrarsi con me, col Fuehrer del Reich tedesco. Ma l'ho raggirato be ne! Non tornerà a farmi visita tanto presto! ». Egli voleva forse significare ch'era riuscito a convincere Chamberlain di non avere la minima intenzione di turbare la pace dell'Europa. Qualche giorno dopo, ve demmo un documentario che rappresentava il ritorno di Chamberlain in Inghilterra, Nello scendere dall'aereo, egli sventolava un pezzo di carta per significare che era soddisfatto dei risultati del suo col loquio e che non vi sarebbe stata la guerra. Mentre lasciavamo la sala di proiezione, mi accorsi che Hitler sorrideva. « Questa è l'opinione di Chamberlain — egli mi disse — ma noi, Linge, tireremo diritto! ». Un anno più tardi, Hitler mi disse: « L'Inghilterra non si preoccuperà della Polonia, Linge Non ha fatto nulla per la Cecoslovacchia; non farà nulla neppure ora». Rivolgendo il pensiero a quei tempi, posso asserire che Hi tler, nel settembre del 1939, anche se avesse saputo che l'Inghilterra sarebbe interve nuta nella lotta, non avrebbe modificato 1 suoi piani. Egli aveva allora la sensazione che la Germania fosse troppo forte per nutrire preoccupazioni di qualsiasi genere. Quando nei primi giorni di settembre i Governi inglese e francese elevarono le loro proteste, egli mi disse: < Me lo aspettavo, Linge. Parole, parole e parole! Vedrete che non ci sarà nessuna guerra. Ma i miei progetti non saranno modificati, qualunque cosa avvenga! Quando parlano i fucili, le parole dei diplomatici si possono mettere da parte ». Heinz Linge Copyright dell'* United Press» • de « La Stampa »