Il virus artificiale schiude uno spiraglio nel mistero della vita

Il virus artificiale schiude uno spiraglio nel mistero della vita Sur 4 possibile produrre microrganismi da sostanze chimiche? Il virus artificiale schiude uno spiraglio nel mistero della vita Come la scienza è giunta all'impressionante scoperta - Nuovi orizzonti della medicina - Progressi nelle ricerche sui caratteri ereditari - I pareri di studiosi torinesi Questi scienziati non ci lasciano tirare il fiato. Non abbiamo ancora fatto in tempo a renderci conto di ima scoperta che ce ne fanno piovere addosso un'altra, più grossa ancora. Perchè questa notizia che, scomposto un virus nei suoi elementi chimici, si è riusciti a ricostituirlo con quegli stessi elementi, e a farlo rivivere, se è vera (e la serietà di chi ce ne informa è fuori questione), ha in sè un potenziale di imprevedibili sviluppi, oltre che un significato filosofico che ci tocca un po' tutti. Essa ci richiama ad un precedente importante: alla scoperta del chimico tedesco Federico Woehler, che nel 1828 riusci a fabbricare in laboratorio un composto organico, l'urea, il principale prodotto azotato della macchina chimica umana. i Parve un'impresa rivoluzio- i naria, perchè si riteneva che I un abisso incolmabile divi-idesse i composti organici (quelli che sono prodotti nel corso dei processi vitali) da quelli inorganici, caratteristici del mondo minerale. Quando il giovane studioso del secolo scorso dette notizia di aver preparato l'urea senza intervento di rene o d'uomo o di cane, parte del mondo scientifico restò incredulo. Oggi, come è noto, i prodotti della chimica organica sono fabbricati dall'industria in una varietà sterminata. Ma la notizia che ci giunge da Berkeley è di molto più rivoluzionaria. Questa|volta, partendo da materia inerte, si sarebbe preparato non il prodotto del metabolismo di un essere vivente; ma proprio « un essere vivente ». A dir vero, nella biologia i virus occupano un posto j a sè e quasi sempre gli stu-.diosi si pongono la doman- da: è un virus un essere vi-! vente ? Essi sono studiati da più di mezzo secolo e il più studiato di tutti è forse quello che produce sulle foglie del tabacco le macchie brune che assumono una configurazione a mosaico; ma soltanto nel 1935 il primo di essi, e proprio questo del tabacco, fu identificato " da W. M. Stanley, il medesimo studioso che ci ha dato oggi la spettacolare notizia. Egli ottenne il virus a mosaico del tabacco in forma di minuscoli cristalli. I virus, lasciati a sè, sembrano appartenere al regno delle cose inanimate, morte ; ma, una volta che penetrino nell'interno delle cellule viventi, vi si moltiplicano rapidamente, producendo a ' volte le cosidette malattie da virus: il vaiolo, la febbre gialla, la poliomielite, il morbillo, l'influenza e il comune raffreddore. Alcune specie si attaccano ai batteri e lestamente vi scivolano dentro: poco dopo il batterio scoppia e da esso vengono fuori a decine dei corpiccioli che sono l'esatta copia dell'invasore originale. In questi casi, il virus che 1 assume il nome di « fago » cliventa alleato dell'uomo per debellare alcune temute malattie, come il colera. I virus sono molto più piccoli degli altri microrganismi. Da una quindicina di anni si possono vedere con il microscopio elettronico. Per lo più hanno una forma approssimativamente sferica, o rozzamente poliedrica, qualche volta con attaccata >una coda. La loro composizione chimica rivela gli stessi elementi materiali che formano gli altri esseri viventi; e con gli altri esseri viventi, oltre la riproduzione essi hanno una proprietà genetica in comune, cioè possono subire mutazioni; che sarebbero variazioni nei loro caratteri, che trasmettono alla discendenza. ■j Se si accetta che il virus sia un essere vivente e se davvero può essere fabbricato per sintesi in laboratorio, il successo dei biologi di Berkeley ha proporzioni che sorpassano l'aspetto scientifico e tecnico. Se la materia morta è capace di generare la vita, bisogna che la materia morta non sia morta per davvero; ma che essa contenga la vita, sia pur raggelata e chiusa, entro di ' sè. Ma se è così qualcuno che è scomparso da molto tempo dalla scena del mondo potrebbe saltar su e dire per la bocca o per la penna di chi si ricorda di lui: « Ve lo avevo pur detto ». Il buon Benedetto Spinoza tra gli altri. II quale sostenne che tutto ciò che esiste al mondo ha (insieme con molti altri - attributi che noi non conosciamo) estensione (e cioè materialità, corporeità) e pensiero (e cioè vita) : tutto, anche la materia cosidetta inorganica. Per lui non era incredibile che dalle sostanze inerti possa nascere la vita nelle sue forme ^ più palesi. Didimo

Persone citate: Benedetto Spinoza, Federico Woehler

Luoghi citati: Berkeley