Tra Egitto ed Israele rotta la tregua d'armi

Tra Egitto ed Israele rotta la tregua d'armi Tra Egitto ed Israele rotta la tregua d'armi Un campo militare egiziano distratto in un attacco di rappresaglia; dieci soldati uccisi, tenti, catturati (Nostro servizio particolarej Gerusalemme, 28 ottobre. La distensione fra Israele ed Egitto, della quale si credeva di poter essere certi in seguito alle ripetute assicurazioni pacifiche fatte da entrambe le parti, al termine di una serie di accaniti scontri sul confine nel mese di settembre, non c'è stata. Stanotte, dopo una settimana di reciproche azioni di disturbo, gli israeliani hanno condotto una massiccia azione di « rottura » in campo avversario. Hanno investito la guarnigione di Kuntilla, 12 chilometri oltre il confine, impegnando gli egiziani in un vivace scontro a fuoco, a conclusione del quale dieci egiziani sono stati uccisi, altri venti sono stati fatti prigionieri (sette dei quali feriti) e le baracche del campo sono state messe a sacco. Ritirandosi, gli israeliani hanno portato via un cospicuo bottino: diciassette automezzi militari, mitragliatrici, mitragliatori, fucili e munizioni. Da parte Israeliana si lamentano quattro feriti, secondo la dichiarazione fatta da un portavoce del Ministero degli Esteri, il quale ha detto anche che l'azione israeliana e stata provocata da un'incursione di reparti cammellati egiziani, e che il comportamento della guarnigione avversaria non è stato brillante: il nemico si è arreso dopo pochi minuti di fuoco. Ciò che maggiormente preoccupa, a conclusione di questa azione che gli israeliani definiscono « semplice rappresaglia », è la pubblicità che se ne dà a Gerusalemme e la soddisfazione con la quale è stata salutata sia negli ambienti governativi sia fra la popolazione. La tensione sta indubbiamente salendo. Gli israeliani sostengono che il recente contratto stipulato dal Cairo con la Cecoslovacchia per una grossa fornitura di materiale bellico mette Israele nella dura necessità di correre al ripari: si reclama da parte di molti partiti, quelli di destra specialmente, un'azione a fondo contro l'Egitto, una t marcia > spettacolare che faccia convinti gli egiziani della opportunità di rinunciare a velleitarie « rivendicazioni d'onore » nei confronti dell'esercito israeliano. Si sottolinea, specialmente da parte delle alte sfere militari, la superiorità dell'esercito di Israele su quello dell'Egitto. L'attacco condotto nelle prime ore di stamane contro la guarnigione di Kuntilla ne sarebbe la più recente conferma. Gli israeliani affermano che ad effettuare l'azione è stato un esiguo reparto, partito a bordo di camion da una base nel deserto del Neghev. I camion hanno depositato gli uomini sulla linea di confine; poi i ■'. commandos » hanno percorso a piedi i dodici chilometri in terra egiziana. E' stata un'azione di sorpresa. I due plotoni egiziani che ne formavano la guarnigione, hanno sulle prime tentato una certa resistenza, poi si sono arresi a gran voce. Gli attaccanti hanno avuto modo cosi di rendere il campo inservibile, mettendo sottosopra i locali ad uno ad uno. Alle tre di mattina, gli israeliani rientravano alla base di partenza. La versione egiziana, fornita dalle autorità del Cairo, è differente: vi si afferma che ad attaccare sono stati gli effettivi di un Intero battaglione, con dotazione di mortai e di numerose armi pesanti; che lo scontro è stato molto aspro e si è chiuso con quattro morti per parte. «La guarnigione egiziana ha respinto vittoriosamente l'attacco », conclude la comunicazione del Cairo. Gli egiziani hanno inoltre presentato una urgente richiesta di convocazione alla Commissione di controllo armistiziale patrocinata dall' O.N.U., definendo « proditoria ed ingiustificata » l'azion - dei reparti d'Israele. In realtà, ed a Tel Aviv lo ammette, si è trattato di una rappresaglia, quasi reclamata a viva forza dall'opinione pubblica israeliana in seguito all'attacco sferrato da egiziani quattro giorni fa contro il Comando di polizia confinaria israeliana a Beeroyatim. nella zona di Auja-Nizana, che costò dure perdite ad Israele. Prima c'erano stati altri scontri a fuoco ma di minore impegno anche se altrettanto allarmanti. Per Israele, ha detto oggi un portavoce ufficiale a Gerusalemme è questione di vita o di morte perchè gli egiziani non fanno mistero dei loro programmi offensivi a brevissima scadenza, come del resto ne dà conferma l'acquisto di armi dal blocco sovietico. Le assicurazioni in contrarlo fornite dal Cairo, ha aggiunto il portavoce non ci possono convincere: per noi contano i fatti e non le parole. _ _ A* p.