Egidi torna a dirsi innocente e vittima di violenze fisiche

Egidi torna a dirsi innocente e vittima di violenze fisiche Pallido ed emozionato davanti alla Corte d'Assise di appello Egidi torna a dirsi innocente e vittima di violenze fisiche I due medici della Questura escludono ogni lesione - Una falsa dichiarazione dell'imputalo su Annarella (Nostro servizio particolare) Roma, 27 ottobre. « Sono innocente. Non ho ucciso Annarella Bracci. Sono soltanto una vittima che viene perseguitata da molti anni. Non ho nulla da aggiungere a tutto quello che ho dichiarato ai giudici della Corte d'Assise >. Con queste parole Lionello Bgidi si è presentato nel pomeriggio alla -Corte d'Assise d'appello. Il « biondino >, nell'alzarsi dal suo posto per dare ai giudici dei chiarimenti, aveva perso all'tonprovviso tutta la impassibilità dietro cui aveva celato nei giorni scorsi la sua ansia, era pallido come un panno uscito dal bucato e sembrava, frenare il nervosismo afferrandosi alla balaustra del suo banco e sporgendosi in avanti quasi/che volesse trovarsi più vicino a coloro che dovevano ascoltarlo. Dopo aver pronunciato la prima frase, Lionello Egidi ha sentito # bisogno di raccomandarsi: « Signor Presidente — ha continuato con voce bassa ma ferma — bisogna che lei mi giu¬ dichi bene: non se ne pentirà>. Il dott. D'Amario con un gesto della mano e con freddezza lo ha interrotto: <Non sono io a giudicare, ma la Corte. Prosegua pureìy. Ed Egidi ha proseguito per pochi minuti: < Glielo dico da uomo, signor Presidente. Sono una vittima. Lei sa perchè mi sono indotto a confessare ai funzionari della polizia. E se ho confermato questa mia confessione al Procuratore della Repubblica dott. Aromatisi la notte del 10 marzo 1950 è perchè non sapevo che egli fosse un magistrato. Altrimenti gli avrei detto subito quello che invece gli dissi due giorni dopo non appena arrivai a Regina Coeli. D'altra parte io non confermai la confessione: ma mi limitai a ripetere quello che già mi avevano fatto dire i funzionari della Squadra Mobile >. L'intervento di Lionello Egidi si è ridotto tutto a queste poche battute. Nessuno ha avuto altro da chiedergli. Il « biondi-nò > si è seduto riassumendo iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiii d'un tratto quel suo atteggiamento assente e quasi trasognato. E si è passati agli altri testimoni. Il primo turno è toccato al dott. Giacomo Caramanica, un medico della polizia. Fu lui a visitare Lionello Egidi prima e dopo la confessione. Perchè t II dott. Caramànica lo ha spiegato: «Noi, medici della polizia, interveniamo nei casi più importanti per controllare lo stato fisico e psichico di coloro che debbono essere interrogati. Io cercai di sapere da Egidi tutti i suoi precedenti anamnestici. Ma notai subito che Egidi reagiva sempre in modo negativo. Anche quando le domande potevano essergli utili. Io gli feci osservare che se avesse ammesso di aver avuto dei precedenti immorali la sua difesa per il delitto di Annarella Bracci avrebbe potuto giovarsene. Era un consiglio: ma egli lo rifiutò. Avv. Salminci — Che delicato pensiero e che grazioso consiglio paterno! Dott. Caramanica — Non era un consiglio paterno; ma era fatto soltanto nell'interesse della Giustizia. Conclusi il mio esame che Egidi era un temperamento negativistico. Presidente — Ha notato che Egidi avesse sul viso e sul corpo tracce di violenze t Dottor Caramanica — Lo escludo nel modo pia assoluto Presidente — Ma da una fotografia che ora le mostro ri sulterebbe che Egidi ha una grave lesione sotto un occhio, Dott. Caramanica (dopo aver esaminata la fotografia) — Se non è una macchia della lastra, si tratta di una lesione molto forte. Comunque io escludo che Egidi l'avesse quando l'ho visitato. E io l'ho visto prima e dopo la confessione, A questo punto è intervenuto Lionello Egidi per ricordare al dott. Caramanica che in occasione di quella visita egli glt fece notare che aveva i piedi rovinati dai colpi dati con un nerbo di bue. Dottor Caramanica — Lo escludo nel modo più assoluto. Io notai soltanto tracce di antiche lesioni, ferite di guerra, mi sembra alle gambe. Egidi — Io non sono mai stato ferito alle gambe, ma sul dorso della mano destra. Poi è stata la volta dell'altro medico della polizia che visitò Lionello Egidi: il dott. Francesco Saporito, figlio dello psichiatra di Aversa. Egli riusci, almeno così ha narrato, a farsi ripetere da Egidi come era stato commesso il delitto e il < biondino » gli ripetè la confessione. Egidi è insorto: < Non è vero. Piuttosto dica se io avevo o non i piedi neri e gonfi per le nerbate t Dott. Saporito: io non ho notato nulla. Comunque egli non mi disse niente in proposito. Eppure Caramanica ed io a eravamo presentati dicendo di essere dei medici e spiegandogli che di noi poteva fidarsi. Infine è stato interrogato Mario Santini il quale, secondo Egidi, un giorno avrebbe detto che la povera Annarella, nonostante l'età era una ragazza già abbastanza < emancipata >. Mario Santini ha spiegato che egli non aveva mai detto nulla di simile. E così è terminata la udienza. Domani sarà la volta di Michelangiolo Fiohera, uno dei due confidenti della polizia che trassero in inganno Egidi. Il suo amico, Orazio Auteri, ha preferito non presentarsi. Ha fatto sapere che sarebbe venuto soltanto se gli si fosse garantita una scorta di carabinieri. « Non d'onore > ha commentato l'avv. Salminci — < ma per prudenza >. — Il presidente ha stabilito che Auteri sia interrogato nella udienza del S novembre. g- g-

Luoghi citati: Aversa, Roma