Gli spostamenti avvenuti in tre anni nelle elezioni delle commissioni interne

Gli spostamenti avvenuti in tre anni nelle elezioni delle commissioni interne Uno studio compiuto in questi giorni dall'Unione Industriale Gli spostamenti avvenuti in tre anni nelle elezioni delle commissioni interne Le aziende divise in tre categorie: grandi, medie e piccole • Il confronto dei risultati dal '53 ad oggi segna un forte regresso dei socialcomunisti a favore dei sindacati democratici Per regolamento le commissioni interne vengono rinnovate ogni anno. Operai ed impiegati nominano i loro rappresentanti attraverso elezioni libere e segrete controllate dal rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali che hanno presentato candidati. E' quindi - possibile un confronto, di anno in anno, con i risultati precedenti. Le elezioni dall'anno in corso hanno fatto registrare spostamenti sensibili a favore delle liste dei sindacati democratici della C.I.S.L.. e della U.I.L. Il primo grave colpo, come si ricorderà, i social-comunisti della C.G.I.L. lo hanno subito negli stabilimenti Fiat. Il capovolgimento di posizioni verificatosi alla Fiat non è rimasto un fatto isolato. A mesi di distanza (le elezioni si sono svolte il 29 marzo) si deve constatare che nella nostra provincia, come in tutta Italia, operai ed impiegati hanno seguito in larga misura l'esempio dei dipendenti Fiat. Il franamento del sindacato social-comunista è cioè andato assumendo proporzioni sempre più ampie. Da anni si assisteva in ogni elezione di commissione interna ad un regresso più o meno rilevante. Questo anno dalle urne di moltissime aziende sono però usciti veri e proprii capovolgimenti di situazione che hanno determinato per la prima volta una nuova maggioranza a fasore della C.I.S.L,. e della U.I.L. Per valutare nelle linee generali l'ampiezza del fenomeno l'ufficio studi dell'Unione Industriale di Torino in questi giorni ha svolto una indagine nelle maggiori o più rappresentative aziende torinesi. Sono stati confrontati i risultati delle elezioni per le commissioni interne negli ultimi tre anni Nell'impossibilità materiale di procedere a totali complessivi (perchè in alcune fabbriche non si è ancora provveduto al rinnovo delle cariche sindacali, o perchè di altre,.specie delle minori, mancano i risultati) si sono formati tre gruppi: Grandi, Medie e Piccole aziende. Per ogni gruppo sono stati presi gli stabilimenti più significativi di cui erano noti i risultati avendo cura che fossero rappresentati i diversi settori: metallurgico, tessile, chimico, alimentare, tipografico, eccetera. Sono cosi stati formati dei prospetti organici che danno un'idea di cosa è accaduto in campo sindacale nelle aziende torinesi nell'anno in corso e dell'orientamento delle maestranze. La tabellina che pubblichiamo riporta in sunto i risultati dell'indagine. Nel settore delle grandi aziende (che comprende gli stabilimenti Fiat, Lancia, Rìv di Torino e Villar, Viberti, Westìnghouse, Microtecnica, Michelin, Ceat cavi e gomma, Pirelli, Manifatture Mazzonis, cotonifici Val Susa di S. Antonino, Perosa, Rivarolo e Lanzo, Snia Viscosa 4 stabilimenti, Bona e Delie-ani, Manifattura di Cuorgnè, Farmaceutici italiani di Settimo) risulta che dal 1953 al '55 i social-comunisti hanno perso fra gli operai 17.726 voti pari al 20,253 per cento e fra gli impiegati 2989 voti pari al 26,5553 per cento. Il libero sindacato C.I.S.L. (di tendenza democristiana con rappresentanze di indipendenti) ha ottenuto negli ultimi tre anni 6221 voti in più tra gli operai (11,606 per cento) e 1558 suffragi in più fra gli impiegati (9,9091 per cento). Anche la U.I.L. (sindacato di tendenza social-democratica e repubblicana che conta nelle sue file gruppi indipendenti) è in netto progresso nel settore delle grandi aziende industriali. L'aumento fra gli operai, dal '53 al '55, è stato di 4591 voti (pari al 7,828 per cento); fra gli impiegati di 1604 voti (pari al 12,1770 per cento). Come sempre anche questo anno in alcuni stabilimenti si sono presentate alle elezioni liste di indipendenti. Rispetto al '53 hanno votato a favore degli « indipendenti » 530 operai in più (pari allo 0,908 per cento) e 563 impiegati in più (pari al 4,4693 per cento). Complessivamente (totale di operai ed impiegati) risulta che i social-comunisti nelle grandi aziende torinesi non sono più in maggioranza. Negli ultimi tre anni hanno perso il 21,851 per cento dei voti passando dal 66,440 per cento al 44,589 per cento. La C.I.S.L. ha guadagnato l'll,714 per cento (passando dal 23,270 per cento al 34,984 per cento). Anche la U.I.L. ha migliorato le proprie posizioni (dal 9,157 per cento al 17,804 per cento) con un aumento dell'8,647 per cento. Il settore delle aziende « medie e medio-grandi » comprende gli stabilimenti Bona Fratelli, Bona Basilio, Ages, Carello, Casaro, Elli Zerboni, Fornara, Leumann, Montecatini, Maggia, Nebiolo, Pozzo Fratelli, Pinin Farina, Set ecc. Anche in quésto gruppo di officine i sindacati democratici sono in progresso. La C.GJ.L. ha perso l'8,870 per cento dei voti tra gli operai e il 25,480 per cento dei suffragi fra gli impiegati. La C.I.S.L. ha guadagnato il 7,474 per cento fra gli operai e il 14,372 per cento fra gli impiegati; la U.I.L. il 3,693 per cento tra gli operai perdendo invece il 2,234 per cento tra gli impiegati. Infine le « piccole e mediopiccole aziende ». Nel gruppo sono state incluse: Capamianto, Alitess, Borsèllo, Borlnghleri, Nazionale Cogne di Castellamonte, Casalegno Luigi di Ciriè, Delta, Fnet, Improta, Limone Giuseppe, Musso, Manifattura Lane di S. Benigno, Naretto, Olivetti Invicta ecc. L'andamento — come si vede dalla tabellina — è analogo a quello delle medie aziende: regresso del sindacato rosso e miglioramento delle liste democratiche. Perchè i vantaggi conseguiti nelle grandi aziende sono percentualmente più rilevanti di quelli ottenuti nelle medie e nelle piccole? E' un problema — ci è stato risposto — di mezzi e di organizzazione. I sindacati democratici, sorti, per ultimi, hanno dovuto risolvere in pochi anni gravi problemi di ordine psicologico e pratico. Alle difficoltà di penetrazione si è aggiunta la scarsità delle sedi e la limitatezza dei mezzi. Nel loro piano di sviluppo i sindacati democratici hanno cioè cominciato dalle grandi aziende. Un'opera che è anco ra in corso se si pensa che la C.I.S.L. — ad esempio — ammette di non essere ancora rappresentata in almeno il 1520 per cento delle piccole aziende industriali cittadine. LISTE DELLA O.G.I.L. LISTE DELLA C.I.S.L. lOperal Imp. 1 Operai c 1 votl 76 votl 1 '° votl GRANDI AZIENDE anno 1953 51.106 71,328 4.221 36,596 14.017 19 358 » 1954 50.256 70,756 4.203 32,548 9.810 13,811 > 1955 33.382 51,075 1.232 10,040 20.238 30,964 MEDIE AZIENDE amo 1953 3.541 76,744 203 47,540 858:18,595 > 1954 4.460 78,108 300 38,560 1.045 18,248 > 1935 3.015 67,874 167 22,060 I.I58!:6,069 PICOOLE AZIENDE I anno 1953 905:63,110 32 26,016 443 4,892 - » 1954 1.181 73,674 35 35,714 328 20,461 » 1955 936 63,020 — — 493J33 087 % 2.788 21,590 6.920156,397 I 184,43,091 284136,503 435 57,463 ' . | . 42 Ì4.I46 3 3,061 34 23,448 LISTE DELLA U.I.L. 0p«ral| „. | Imp. 1 e votl 1 /o | votl 1 7a GRANDI AZIENDE l anno 1953 5.904 8,229 1.722 j 14,929 I l 1954 5.736 8,07511 2.008 15,550 » 1955 10.495 16,057 3.326 27,106 MEDIE AZIENDE ' anno 1953 109 2,362 . 40 9,367 » 1954 100 1,751 45! 5,784 » 1955 269 6 055 54 7,133 PICOOLE AZIENDE anno 1953 62 4,323 SO 124,390 » 1954 72 4,491 40 10,816 » 1955 21 | 1,409 20 13,793 | LISTE INDIP. E VARIE | Operai i -, I Imp. I | VOH I ■" voti \ 713 0,993 229 1,985 5.225 7,356 3.914 30,310 1.243 1,901 792 1 6,454 106 108 2,297 1,891 149 101 19,151 13,342 24 1,673 ! 19 15,447 22 | 1,372 20 20,408 37 , 2,484 j 91 62,758

Luoghi citati: Castellamonte, Ciriè, Cogne, Cuorgnè, Italia, Lanzo, Perosa, Rivarolo, Torino