Lunga e straziante agonia d'una lavandaia prigioniera in un montacarichi d'albergo

Lunga e straziante agonia d'una lavandaia prigioniera in un montacarichi d'albergo Lunga e straziante agonia d'una lavandaia prigioniera in un montacarichi d'albergo Colta da malore si ferisce aggrappandosi alle pareti senza riparo e blocca la cabina - La morte sotto gli occhi di numerose persone impotenti a rtcarle aiuto - Necessaria la fiamma ossidrica per estrarre il cadavere (Dal nostro corrispondente) Genova, 26 ottobre. Una donila è morta in un montacarichi e per estrarne il corpo è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco, che hanno tagliato con la fiamma ossidrica il cancellctto, impossibile ad aprirsi dal di fuori. Numerose persone hanno assistito alla fine straziante della donna, senza poterla soccorrere. La lavandaia dell' albergo comunale c Cesare Battisti », di via della Marina 4, Luigia Picasso, di 48 anni, abitante in via Cassata Centurione S, ieri era salita sull'ampio tcrrazso dell'edificio per ritirare le lenzuola stese ad asciugare. Erano con lei due coìleghc, Olga Allegretti e Carla Orlandi. Terminato il lavoro, la Orlandi riempiva con un centinaio di lenzuola il carrello a rotelle e lo spingeva nel montacarichi. Lo spazio nella cabina, ingombrato dal carrello, era cgcrcccssazulpmtmtristretto, perciò la lavandaia\■iiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii chiedeva alla Picasso, più magra, di sostituirla. Luigia Picasso non aveva mai adoperai > il montacarichi, ma accondiscese e vi entrò con una certa apprensione. Chiuse il cancelletto, premette il pulsante e la cabina iniziò la discesa. Che cosa sia accaduto poi, ancora non si sa con esattezza. Dopo qualche istante si udì un grido, seguito da un lamento. Il montacarichi improvvisamente risalì per fermarsi dove era partito, all'ultimo piano. Le due donne rimaste sul terrazzo si precipitarono per aprire il cancello, ma era chiuso dall'interno e non si spostò d'un centimetro. Attraverso la grata, a maglie di ferro molto fitte, 'videi o con raccapriccio la Picas.to rannicchiata sulla piattaforma; alcune lenzuola lo erario cadute addosso e sul bianco una macchia di sangue si al largava adagio. Accorse gente \ma ogni sforzo per aprire fu iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiD , i n , e . e o o o o e u D e a e o o e e inutile. Di tanto in tanto sembrava che la donna si muovesse lievemente, poi restò immobile. Il gestore dei bagni dell'albergo comunale, signor Giuseppe Qucirolo, sollecitò l'intervento dei vigili del fuoco Tagliando con la fiamma ossidrica la grata, essi aprirono finalmente un varco attraverso il quale si potè tirar fuori la Picasso. La donna era morta. Da quanto è stato accertato nella prima fase dell'inchiesta, si presume che la lavandaia, durante la discesa, sia stata colpita da malore. La cabina del montacarichi, larga SO centimetri e profonda un metro, da due lati non ha ripari e scorre sfiorando il muro, che da cima a fonde, per tutti i sci piani, non si interrompe. Probabilmente — ma la ricostruzione della disgrazia è approssimativa — Luigia Picasso, sentendosi mancare, s'è appoggiata al muro, ma è scivolata urtandovi . più volte. Questo spiegherebbe le ferite a un braccio. La lavandaia era anche ferita alle mani. Forse nel disperato tentativo di reggersi in piedi ha cercato un sostegno e ha afferrato la lampadina che pendeva al centro del soffitto. Frammenti di vetro sarebbero stati trovati nei pugni chiusi della donna. E' in corso un'inchiesta e gli agenti della polizia scientifica hanno effettuato rilievi. Le ferite non sembrano tuttavia essere state la causa della morte e si propende piuttosto ad attribuirla ad, un collasso cardiaco. Ogni dubbio sarà dissipato domani mattina dall'autopsia. a. m. Msasoinimunnosi peladrglseatredapeerav. chMcopMiiCabadedgltamgle Frea atadi

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