Ripresa del dialogo di Enrico Altavilla

Ripresa del dialogo Ripresa del dialogo (Dal nostro inviato speciale) Ginevra, 26 ottobre. Nell'atrio della Maison de la Presse, ormai familiare ai giornalisti e ai portavoce dei ministri degli Esteri, è stato appeso un quadro di proporzioni gigantesche, che raffigura quattro donne vestite di spuma marina in atto di tirare a riva, da una costa frastagliata, una rete Invisibile. A prima vista il quadro ricorda 1 biglietti finlandesi da mille marchi, con la figura ignuda sulla sponda del mare; e sembra un simbolo facile dell'impresa difficile a cui si accingeranno da domani Dulles, Pinay, Molotov e Macmillan: ritirare la rete lanciata in luglio dal « Quattro Grandi » per vedere quanti pesci abbia preso nel frattempo. (A meno che non si tratti di un mònito ai giornalisti perchè scrivano la nuda verità).' Delle quattro donne, che hanno strani visi mascolini, tre fanno soltanto finta di sforzarsi ed è unicamente la quarta, collocata dal pittore un passo dietro'' le altre, che gonfia i muscoli e si dà da fare. Non volendo immaginare che dei quattro ministri uno solo — e quale poi?. — sia venuto a Ginevra con buone intenzioni, bisognerà vedere nel quadro un'allegoria diversa. Sarà necessario, cioè, dire che la discussione del tre problemi all'ordine del giorno potrà dare una pesca fruttuosa soltanto se alla distensione internazionale, tradotta in fatti e non cristallizzata in affermazioni generiche, si potrà arrivare mediante le trattative su un quarto problema non segnato sull'agenda dei ministri: la pace nel Mediterraneo. E' un problema sempre più scottante, e non meno urgente della riuniflcazione tedesca, del disarmo e dei rapporti fra Oriente ed Occidente: le tre questioni segnate all'ordine del giorno. L'unico forse che possa venire risolto da questa nuova conferenza. E sarà certamente discusso: lo prova la presenza a Ginevra del ministro degli Esteri israeliano Moshe Sharett e dell'ex-segretario della Lega Araba, Azam Pascià. Il Ministero degl. Esteri Italiano è naturalmente molto interessato alle trattative tendenti a far cessare la tensione nel Mediterraneo; ed è anche preoccupato del rapporti tesi fra Grecia, Turchia e Gran Bretagna a causa del problema di Cipro. Ha perciò mandato a Ginevra come osservatore ufficiale l'ambasciatore Renato Bova Scoppa. Egli ha dichiarato sta¬ mane al giornalisti che la voce dell'Italia dovrà essere sentita e presa In considerazione quando verranno discussi i problemi riguardanti il Mediterraneo; e si è detto certo che questi problemi verranno affrontati, « perchè le potenze occidentali non potranno organizzare la pace su scala mondiale fino a quando non avranno trovato 11 modo di eliminare le cause del conflitti interni, dal quali sono indebolite ». Non è ancora possibile dire quale parte potrebbe avere l'Italia in tali trattative. Ma non è arrischiata l'ipotesi che, parallelamente alla discussione ufficiale dei tre punti all'crdine del giorno, vengano condotte a Ginevra trattative ufficiose per eliminare la tensione nel Medio Oriente. Dalle dichiarazioni fatte da Molotov, da Macmillan e da Dulles all'aeroporto di Cointrin, dove sono rispettivamente giunti alle 11, alle 17,15 e alle 18,05 d'una giornata di sole quasi estivo (Pinay è arrivato dopo la mezzanotte con il treno di brmdfncpccvhss*cmaeielcrIH 1111 ! 11 t 11 111 ! M1 111 II 11M11 1 II II M II ! Il 11 I Parigi), si deve desumere che occidentali e orientali attendano buoni risultati dalla conferenza. « Lo spirito di Ginevra — ha detto Molotov, — consiste nella volontà di far diminuire la tensione internazionale e di rafforzare la pace. Noi faremo il possibile per collaborare al successo della conferenza ». « La conferenza sarà fruttuosa», ha aggiunto più tardi Macmillan; e Dulles ha dichiarato: « Lo spirito di Ginevra viene ormai identificato con le speranze del mondo intero; e noi abbiamo 11 dovere di non deluderle ». Tuttavia già nelle prime dichiarazioni s'è sentita la eco del problemi non risolti durante la conferenza del «quattro Grandi ». Molotov, che era accompagnato da Gromyko, ha detto che sarà necessario esaminare per prime le questioni del disarmo e della sicurezza; Dulles, che è arrivato con l'apparecchio personale di Eisenhower, il « Columbine », ha Invece messo l'accento sulla riunificazione tedesca. Le trattative dovrebbero essere facilitate dal fatto che a condurle saranno gli stessi quattro uomini che in luglio collaborarono con Eisenhower, Bulganin, Eden e Faure per creare lo spirito di Ginevra, questo fumo che cerca un arrosto. Per due di essi — Molotov e Pinay — la presenza a Ginevra era sembrata incerta. Il ministro sovietico appariva In pericolo dopo la sua :ettera di autocritica; il ministro francese poteva essere travolto da una crisi parlamentare. Invece sono arrivati tutti e due. Il viaggio in Europa servirà a Dulles per affrontare anche altri due problemi: il riavvicinamento fra Mosca e Belgrado, e le relazioni fra Washington e Pechino. Della visita che il ministro farà a Tito il 6 novembre, già si è parlato ieri; ma bisogna aggiungere che Ginevra è la sede Ideale per la discussione dei rapporti fra gli Stati Uniti e la Cina comunista. Negli ultimi due mesi l'ambasciatore americano Alexis Johnson e l'ambasciatore cinese Wang Ping-Nam hanno avuto a] Palazzo delle Nazioni ventitré incontri che hanno portato, fra l'altro, alla liberazione di alcuni aviatori e civili americani. Ora i cinesi proclamano apertamente che desiderano un incontro a più alto livello, e Wang P!ng-Nam ha già fatto chiedere un colloquio a Dulles Le questioni sulle quali non sono previste trattative sembrano quindi destinate ad avere sviluppi e importanza non minori di quelle segnate all'ordine del giorno della nuova conferenza. Essa si aprirà domani in un'atmosfera di grande calma — stavolta sono state prese limitatissime misure precauzionali — e di attesa fiduciosa. Non è tutto, ma è già molto Enrico Altavilla