Oggi si apre la conferenza a quattro per l'unità tedesca ed il disarmo di Luigi Salvatorelli

Oggi si apre la conferenza a quattro per l'unità tedesca ed il disarmo PREVALE A GINEVRA ATMOSFERA DI ATTESA FIDUCIOSA Oggi si apre la conferenza a quattro per l'unità tedesca ed il disarmo Dulles dichiara "Abbiamo il dorere di non deludere le speranze del mondo,, - Molotov dice : "Faremo il possibile per il successo dei lavori,, - Appello di Eisenhower alla delegazione sovietica - ^osservatore» italianp parteciperà alle trattative confidenziali: sui problemi del Mediterraneo e del Levante Previsioni Secondo l'ordine del giorno concordato a New York il 27 settembre fra i quattro ministri degli Esteri, nella conferenza che oggi si apre a Ginevra tre punti dovrebbero essere trattati, e cioè, in ordine di precedenza: 1) riunificazione tedesca e patto di sicurezza europeo; 2) disarmo; 3) relazioni economiche e culturali fra Ovest ed Est. E' pacifico, dunque, per consenso dei quattro Governi, che riunificazione tedesca e sicurezza europea sono strettamente connesse fra loro. Con questa differenza, fra i tre occidentali e Mopca: che i tre considerano l'accordo sulla prima come pregiudiziale a quello sulla seconda, e Mosca viceversa. I tre occidentali tuttavia non danno alla precedenza della riunificazione tedesca un valore assoluto. Essi hanno fatto sapere che non esigono l'esaurimento completo della prima nuestione per passare alla seconda. Si può procedere per tappe corrispondènti, dando però in ciascuna tappa la precedenza al processo di riunificazione. Al di là di ogni schermaglia polemica e sottigliezza procedurale, codesto collegamento risulta così stretto da farne una sola questione. Per ambedue le parti, la riunifìcazione tedesca è una questione di sicurezza. Con la differenza, che gli occidentali ritengono, con certezza quasi assiomatica, che una Germania riunificata, e pienamente Ubera dei suoi movimenti, si unirà a loro, e quindi insistono sulla precedenza della riunificazione, ritenendo che « il resto sarà dato loro per giunta». Il Governo sovietico, invece, ritenendo se non proprio sicuro, per lo meno possibile o addirittura probabile questo schieramento occidentale della Germania riunificata (avviato già potentemente con l'entrata della Germania occidentale nell'UEO e nella NATO), vogliono a priori impedirlo. E per questo pongono, come pregiudiziale alla riunificazione tedesca, l'impegno germanico a rimanere fuori dei due blocchi, analogrmente a quanto ha consentito l'Austria. Tutte le ingegnose escogitazioni occidentali circa le tappe di discussione e le garanzie di sicurezza all'URSS nei riguardi della Germania, rimangono al di fuori della questione per l'URSS essenziale. La quale non è r1' premunirsi rispetto a una eventuale aggressione tedesca, ma di impedire una alterazione rilevante nel rapporto di forze tra blocco orientale e occidentale. Che l'alterazione rilevante, a danno del blocco orientale, ci sarebbe, nel caso di una adesione della Germania riunificata al blocco occidentale, non è negabile. Quali che fossero le limitazioni imposte al riarmo tedesco — comprese anche eventuali demilitarizzazioni di parte del territorio germanico — rimarrebbe sempre il fatto del potenziale bellico tedesco a disposizione del blocco atlantico. Probabilmente, neppure il semplice impegno di neutralità di una Germania riunificata qualsiasi basterebbe, allo stato delle cose, agli uomini di Mosca. Un impegno può sempre essere violato; e le probabilità di una simile violazione saranno certo considerate a Mosca maggiori o minori secondo la diversa fisionomia politico-sociale di una Germania riunificata. Ecco perchè la U.R.S.S. si oppone alla pura e semplice sparizione della Germania di Pankov precedentemente al momento della riunificazione. Essa evidentemente tiene a che, in una eventuale Germania riunificata, le forze politiche della Germania Orientale a lei favorevoli, gli interessi acquisiti grazie all'opera sovietica ponservino un peso effettivo, anche se non così esclusivo come nel regime attuale. In un modo o nell'altro codesto regime, prima di essere assorbito nell'eventuale riunificazione, deve poter influire sui risultati di essa. E influire non soltanto a favore dell'U.R.S.S., ma altresì della Polonia e della Cecoslovacchia, per una accettazione definitiva, senza amèrepensée, da parte della Germania nullificata della sua attuale frontiera orientale. (A questo proposito, non si può non osservare che quanto è accaduto adesso per il referendum sarrese non è davvero adatto a rafforzare la fiducia nel carattere innocuo, per la pace europea, della negazione di principio opposta dalla Germania di Bonn contro la frontiera Oder-Neisse). Quest'ultimo postulato sovietico — non mai manifestato e tuttavia trasparente potrebbe rappresentare l'ostacolo finale, hic et nv.nc insormontabile, ad un'intesa tra occidentali e URSS per la riunificazione della Germania. In quanto al punto considerato come principale, o addirittura unico, della neutralità germanica, è permesso formulare un quesito: se ci sarebbe una gran differenza pratica, per la sicurezza dell'Occidente, fra una Germania nella N.A.T.O. con arriamenti limitati e controluti, e una Germania dotata di .mezzi sufficienti — e non al di là della sufficienza — per la difesa contro un'aggressione. Un altro quesito si può fare: se, quando un accordo a Ginevra per la riunificazione risultasse impossibile, non sarebbe il caso di prendere in esame un accordo provvisorio di sicurezza, di non aggressione, fra Oriente e Occidente sulla base dello statu quo, è cioè dèlie due Germanie. H che avrebbe anche il vantaggio di porre fine alla inutile schermaglia del non riconoscimento occidentale del roverno di Pankov. Questi « non-riconoscimenti », che non spo stano di un millimetro consistenza delle parti la to contrasto, e solo accrescono! la difficoltà delle loro inevitabili relazioni di fatto, sono una vecchia arma arrugginita che sarebbe ora di riporre in soffitta. Più si insiste sulla previsione di un mancato accordo circa le due questioni, germanica e di sicurezza europea, e più cresce l'importanza delle altre due. Per quanto riguarda il disarmo, la cosa è evidente: ma l'argomento — che rimane formalmente di competen . primaria delle Nazioni Unite — non è tale da poterne trattare in fine di articolo. Si può invece constatare un consenso generale nell'opinione che il punto su cui ci si può ripromettere qualche progresso effettivo, è l'ultimo: quello delle relazioni economiche e culturali. Mi sembra anche, però, che un risultato simile sia considerato dai più come una semDlice fiche de consólation. Noi siamo di diverso parere: tanto diverso che arriveremmo ad attribuire all'ultimo punto maggiore importanza dei precedenti. SupDosto, per un momento, che su questi si ottengano accordi sostanziali, rimarrà sempre il processo di applicazione, lungo, complesso, irto di possibilità di arresti e di ricadute. Sarà, dunque, utilissimo, anche in questo caso favorevole, uno spirito di pace e di comprensione: il quale risulterà poi indispensabile se le auestioni concrete più importanti rimarranno insolute. Ora, al mantenimento e promovimento di un tale spirito, qualsiasi progresso conseguito sul piano delle relazióni non strettamente politiche — le relazioni umane, vorremmo dire — riuscirà di effettivo giovamento. In ciò consiste propriamente quella distensione che da taluni, per leggerezza o *>er partito preso, si cerca a priori di negare o discredi tare. Luigi Salvatorelli

Persone citate: Dulles, Eisenhower