Liberati dalla Russia 3000 ufficiali polacchi

Liberati dalla Russia 3000 ufficiali polacchi Liberati dalla Russia 3000 ufficiali polacchi Altri 17 mila morirono in prigionia - Vennero internati durante la guerra - Forse un risarcimento, per riparare "l'errore,, (Nostro servizio particolare) Ginevra, 25 ottobre. Personalità polacche, convenute a Ginevra in occasione dell'incontro fra i quattro Ministri degli Esteri, dichiarano che i russi hanno rimesso in libertà tremila ufficiali polacchi, alcuni del quali erano internati fin dal 1939. Il primo gruppo, composto di settecento uomini, è giunto a Varsavia due giorni fa; gli altri reduci arriveranno in treno durante questa settimana, da Brest-Litowsk. Dopo il rilascio di oltre novemila c criminali di guerra > tedeschi, il governo di Varsavia aveva fatto notare al Cremlino che era opportuno liberare anche gli ufficiali polacchi. Gran parte dei tremila reduci è formata da ufficiali che ca- peggiarono la rivolta di Varsavia, sotto la guida del gen. Borkomorowski, durante l'ultima guerra mondiale. Mentre le truppe sovietiche erano ferme alle porte di Varsavia, la guarnigione tedesca massacrò duecentomila polacchi in una battaglia sanguinosa che distrusse quasi la città. Fra colóro che tornano ci sono anche ufficiali che furono catturati dai russi nel 1939, quando le armate sovietiche occuparono una parte della Polonia. I tremila reduci sono tutto ciò che è rimasto dei circa ventimila tra ufficiali e capi ella resistenza polacca all'occupazione straniera caduti nelle mani dei russi. Tutti gli altri morirono in prigionia. Nessuno di essi era considerato < criminale di guerra >; vennero rinchiusi in campi sovietici di lavoro, senza alcuna classifica speciale. Erano semplicemente degli internati. Per ordine del governo comunista polacco, nessuna dimostrazione è stata o sarà fatta in onore dei rimpatriati. I settecento del primo scaglione — dopo una sosta di parecchie ore nella stazione ferroviaria di Varsavia — sono ripartiti per rispettivi paesi di origine. I reduci hanno tenuto il massimo silenzio, senza concedere interviste o fare dichiarazioni di qualsiasi genere. Nei circoli degli esuli polacchi a Ginevra si afferma che il governo russo ha riconosciuto che la prigionia degli ufficiali fu un « errore >, e intenderebbe ricompensare la vittime: tra i liberati c'è un ex-colonnello che ha ricevuto settantacinquemlla rubli come risarcimento. a. p.