Pietosa vicenda di una famiglia rimasta senza casa e senza lavoro
Pietosa vicenda di una famiglia rimasta senza casa e senza lavoro i ivi e: di cron ac Pietosa vicenda di una famiglia rimasta senza casa e senza lavoro All'ingresso secondario della Questura, in via Grattoni, si presentava, alle 18 di ieri, una intera famiglia composta dai genitori e da sette Agli, dei quali due maschi e cinque fammlne di età variabili dai due ai quattordici anni. La madre era in stato interessante e portava in braccio la figlia più piccola: una bambina dal volto deturpato dalle tracce di una scottatura di acqua bollente. Erano tutti d'aspetto trasandato, con volti macilenti, abiti stracciati; portavano tre sacchi e due valigie. Al piantone chiedevano di parlare con un funzionario Dopo essersi presentato per Francesco Scandorri di 39 anni residente a Potenza, 11 capo-famiglia raccontava una vicenda penosa. Al primi di marzo, a Potenza, dopo aver trascorso un inverno di stenti per lo scarsissimo lavoro, riusciva a sapere da un amico che già si trovava a Torino che qui vi erano buone possibilità di occupazione. Egli partiva subito e una quindicina di giorni dopo riusciva ad ottenere un posto provvisorio come manovale presso un cantiere edile. Il direttore dei lavori gli aveva dato anche l'incarico di guardiano notturno con facoltà di dormire In una baracca del cantiere. Lo Scandorri aveva pensato di approfittare di questa circostanza per far venire a Torino tutta la famiglia, la moglie e i sette figli; tutti li sistemava nella stessa baracca fra gli attrezzi dell'Impresa. La loro vita procedeva abbastanza regolarmente fino a due mesi fa, quando il. cantiere Incominciava a disarmare essendo ormai ultimata la costruzione. Lo stesso Scandorri rimaneva senza lavoro e veniva pregato di lasciare Ubera la baracca che doveva essere smontata; ma'egli non sapendo dove sistemare altrimenti la famiglia, continuava ad occupare l'abitazione di fortuna nella speranza di trovare un'altra occupazione che gli permettesse di prendere in affitto un alloggio. Ieri, però, la demolizione della baracca non poteva ulteriormente essere protratta: gli Scandorri dovevano lasciare il loro rifugio. Si trovarono sulla strada, senza un ricovero, senza un aiuto, senza la possibilità di sfamarsi. Il funzionarlo, ha disposto perchè la famiglia venisse ospitata a spese della Questura, presso l'albergo della Fucina. Oggi, quando tutti 1 componenti saranno in condizioni di poter affrontare il lungo viaggio, verranno rimandati a Potenza con foglio di via obbligatorio.
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