Oggi i sarresi a frontiere bloccate diranno se accettano lo statuto europeo di Enrico Altavilla

Oggi i sarresi a frontiere bloccate diranno se accettano lo statuto europeo Un voto ohe peserà sui rapporti franco-tedeschi Oggi i sarresi a frontiere bloccate diranno se accettano lo statuto europeo Eccezionali misure di sicurezza adottate dalle autorità locali e dal governo di Parigi - Si prevede che verrà respinto l'accordo Adenauer-Mendes France (Dal nostro inviato speciale) Saarbrucken, 22 ottobre. A mezzogiorno in punto tutte le sbarre di confine si sono abbassate chiudendo le frontiere con la Germania, la Francia e U Lussemburgo. Si rialzeranno solta7ito lunedi all'alba, quando i 6S0.O00 elettori avranno ormai dtema la sorte delia Sarre. Ma già '"ora'sembra .'sicuro che il plebiscito di domani si chiuderà con una maggioranza di < no » e che di conseguenza verrà respinto lo « statuto europio » elaborato un anno fa da Mr.ndès-France e da Adenauer durante una drammatica notte di discussioni a Baden Baden. Non una delle molte persone interrogate dai giornalisti affluiti in gran numero a Saarbrucken ha dichiarato di voler votare in favore dello statuto. Dal portabagagli all'autista di piazza, dal portiere al cameriere dell'albergo, dal barbiere al giornalaio, dalla commessa al droghiere: tutti sembrano pronti a mettere palla nera nelle urne. Qualcuno, è vero, ha rifiutato la risposta. Ed è anche vero che ignoriamo i propositi dei contadini, delle massaie dei villaggi e. di tante altre persone. Una sorpresa non può essere esclusa. Ma le previsioni della vigilia assegnano la vittoria ai partiti filotedeschi che, facendo bocciare lo * statuto europeo*, vogliono riaffermare la germanicità della Sarre. Le previsioni oscillano fra un 55 e un 65% di «no». Gli osservatori neutrali si augurano che dalle .urne- venga fuori uria maggioranza ben chiara, in un senso o nell'altro, affinchè siano evitati strascichi e contestazioni. Lunedi sera, a risultati acquisiti, sarà possibile un commento più preciso. Ma già ora si può dire che Adenauer e Mendès-France si sono resi colpevoli di un grosso errore: di calcolo e di psicologia. Essi erano convinti che la grande maggioranza dei sarresi si sarebbe dichiarata favorevole allo « statuto europeo» (se non avessero avuto questa convinzione, non avrebbero corso il rischio del plebiscito ). E non si resero conto che, offrendo ai sarresi soltanto la possibilità di accettare o di respingere lo « statuto 'europeo », senza offrire alcuna soluzione di ricambio se non quella del ritorno immediato al vecchio, deprecato stato di cose, essi li mettevano nella condizione di dover subire un « ukase » o di ribellarsi. Sareb- be una ribellione della quale nessuno può prevedere le conseguenze e che certamente non gioverebbero al miglioramento delle relazioni fra Parigi e Bonn. Per ora nella Sarre regna la calma. 1 dirigenti dei quattro partiti di opposizione ai sono recati stamane dal presidente della 'Commissione internazionale di controllo, il belga Delhusse, per garantirgli che si rendevano responsabili del mantenimento dell'ordine, in qualsiasi caso, ma sempre a condizione di non essere vittime di soprusi o provocazioni. Poche ore più tardi lo stesso Delhusse pronunciava alla radio un discorso che da molti è stato interpretato come un invito ai sarresi perchè approvino lo « statuto europeo ». J partiti di opposizione hanno subito denunciato, in una lettera aperta, la « imperdonabile interferenza », e gli animi si sono nuovamente turbati. Le sedi delle stazioni radiofoniche, gli edifici governativi e le stazioni ferroviàrie sono state presidiate da poliziotti armati di manganelli, di carabine, di pistole e di bombe di gas lacrimogeni. Domattina i vigili del fuoco metteranno i low idratiti a disposizione della polizia. Anche truppe francesi sono state portate nelle vicinanze della frontiera e si tengono pronte a intervenire per domare eventuali disordini. E ciò rientrerebbe nei loro diritti: la Francia è responsabile del mantenimento dell'ordine nella Sarre. Ma difficilmente domani si avranno incidenti. I partiti filotedeschi sono troppo sicuri della vittoria e non vogliono rischiare di veder invalidato il risultato del plebiscito. Che cosa avverrà però se, una volta respinto lo <statuto europeo », i francesi vorranno adoperare la maniera forte e metteranno nuovamente fuori legge i partiti fllotede8Chif Che cosa avverrà se il governo fliofrancese di Hoffmann si ostinerà a re stare in carica e a non indire nuove elezioni nonostante la possibile valanga di < no > t Fino a tre mesi or sono, i partiti filotedeschi non potevano esercitare alcuna attività; hanno ottenuto il permesso di uscire dall'ombra soltanto per la campagna elettorale. Se lo « statuto europeo » venisse approvato essi potrebbero continuare a godere delle libertà di stampa e di riunione; altri £ne"n7i~verrebbero'"méssi "fuori legge. In altre parole: verranno tollerati se perderanno, ver ranno proibiti se vinceranno. E' veramente impossibile ave re simpatia per i metodi elei tarali adoperati da questi partiti e in particolar modo dal loro capo, l'ex nazista Schneider; ma è anche impossibile non rilevare quanto sarebbe assurdo e antidemocratico metterli nuovamente fuori legge dopo che la maggioranza degli elettori si fosse schierata dalla loro parte Se i partiti filofrancesi verranno sconfitti, dopo otto anni di governo, t loro dirigenti dovranno rimproverarsi di non essere riusciti a far comprendere alla popolazione i vantaggi — non molti in verità — dello « statuto europeo » e t rischi '— moltissimi — ai quali andrà incontro la Sarre, se \domam verranno trovate nelle urne più palle nere che ! bianche. Troppe persone non sanno per che cosa, o contro che cosa, voteranno domani. Un barbiere ci diceva che voterà uno» perchè qui i mobili costano più che in Germania e lui devo metter su casa; una cameriera sosteneva che voterà « no » per protesta contro il prezzo del carbone. Un'altra donna affermava di dover votare «no» per fare un piacere ad Adenauer, dimostrando così di non aver compreso nulla della si» inazione; un'altra ' donna ancara si diceva obbligata a mettere palla nera nelle urne per paura di vedere suo figlio chio> mato alle armi. Ma la maggior parte dei «no» sarà motivata dagli stessi sentimenti nazionalistici che U 19SS fecero votare il 91% dei sarresi in favore della riannessione della Germania. Una riannessione che ora sarebbe impossibile e che non verrebbe facilitata da un « no ». Per tali motivi, pur ricordando che non è possibile un pronostico sicuro, bisogna ripetere che il plebiscito di domani, se si concluderà come quasi tutti prevedono, dovrà essere considerato come un grosso e pericoloso errore della diplomazia franco-germanica. Enrico Altavilla

Persone citate: Adenauer, Baden Baden, Hoffmann, Mendes France, Schneider