Spendere bene

Spendere bene LE LEGGI PER IL MEZZOGIORNO Spendere bene Spesso, molto spesso, si reclamano nuove spese, per questa o quella regione, per questa o quella categoria, senza indicare, per dar maggior forza alla rivendicazione, quale è la spesa che si vuole sacrificata, o semplicemente posposta, a quella più urgente per la quale si pretende l'immediato intervento dello Stato. La gran questione delle priorità non trova molta considerazione nella nostra stampa, fra i nostri parlamentari, negli ordini del giorno dei partiti e nelle assemblee delle categorie. Si è .sempre pronti, nel nostro Paese, forze politiche nazionali é gruppi locali, a formulare liste di rivendicazioni, a chiedere indiscriminatamente spese pubbliche e sovvenzioni, a protestare per una spesa non sostenuta; quasi mai a denunciare una spesa mal sostenuta; Per il Mezzogiorno, poi, questo atteggiamento si rivela veramente patologico. Non si chiede che l'erogazione di milioni per inutili mostre venga dirottata a favore dell'edilizia scolastica; che a Napoli si dia la precedenza alle fognature anziché a lussuosi sottopassaggi; che la Metropolitana di Roma venga posposta alla strada che riavvicini questo a quel centro della Sardegna; che il progetto a Palermo di un palazzo monumentale per la Regione sia almeno superfluo quando ancora sussistono quelle condizioni di Trappeto la cui denuncia commosse l'opinione pubblica. Ma questo e niente di fronte alla manìa delle « leggi speciali » che ora sta dilagando. Se ne è concessa una per Na poli; si sta accanitamente discutendo sui modi d'attuazione di quella che è stata decisa a favore della Calabria; Bari, Palermo, il Molise sono in agitazione per chiedere « leggi speciali ». Il sistema delle leggi speciali di carattere locale e l'insistenza dei meridionali per strappare la concessio ne sono stati severamente condannati dai. più autorevoli meridionalisti, da Fortunato a Salvemini, da De V.ti de Marco a Dorso. Essi ritenevano infatti che si dovesse adeguare tutta la politica nazionale alle condizioni del Mezzogiorno e che perciò una riduzione della tariffa doganale — a vantaggio di tutto il mercato meridionale, consumatore di beni essenziali ed esportatore di produzioni tifiche — valesse • assai di più che saltuari ed episodici interventi « speciali » in questa o quella regione. Con le moderne teorie d'in tervento economico nelle aree sottosviluppate sembrò poi che la politica delle leggi speciali dovesse essere seppellita per sempre; e si dovesse intervenire in tutto il Mezzogiorno con una politica coordinata per setto ri (bonifiche, montagna, industrie, acquedotti, viabilità ecc.) di cui fosse assicurata a un organo straordinario unicità di direzione Da questa impostazione sorse la Cassa per il Mezzo giorno. Ma la disinvolta demagogia dei parlamentari e dei notabili locali del Mezzo giorno non ha resistito a lungo alla tentazione di riproporre qua e là l'agitazione per la legge speciale. Dal canto loro, i comunisti non hanno esitato a mettersi al la testa di queste agitazio ni, per creare difficoltà alla politica meridionalista dei governi e per seminare mal contenti. Essi si propongo no, cioè, più che il risanamento di Palermo o lo sviluppo della Calabria, una fruttuosa raccolta di « firme » locali, possibilmente tutte le « firme » del P.S.I e molte « firme » di « indipendenti », per riattivare la politica dei Fronti popolari, E non si preoccupano minimamente delle conseguenze che possono derivare da una arrendevolezza dei governi rispetto alle aspirazioni locali di strappare la concessione di leggi speciali. Infatti, queste leggi comportano spesso il costo di nuovi organi e sempre la confusione delle competenze a danno del coordinamento. Inoltre, la concessione di una legge speciale, a favore di una regione o di una città, comporta l'in sorgere di analoghe aspira zioni, da parte di altre re gioni e di altre città; con l'evidente rischio di passa re da una politica coordi nata per settori a una poli tica dispersiva Der circo scrizioni elettorali. Per evitare la prima conseguenza si può affidare alla Cassa del Mezzo giorno l'esecuzione delle leggi speciali (ma gli agitatori reclamano nuovi organi e comunque organi locali) ; resta tuttavia in piedi l'altra preoccupazione, avvalorata dalle prove che si sono avute recentemente, dell'insorgere, dojjo la concessione della prima legge speciale, di sempre più numerose analoghe aspirazioni. Ove non si ponga risolutamente uh freno all'insorgere di queste aspirazioni, tutta la politica meridionalista ne risulterebbe minata e nascerebbe il caos. Ma porre un freno oggi significa dire « no » a Palermo, Bari, il Molise ecc.; dopo aver detto « sì » a Napoli e alla Calabria: ecco dunque le vampate di malcontento su cui ha spregiudicatamente puntato il « meridionalismo » dei comunisti. Non che si ignori la necessità di alleviare la grave situazione di Palermo o di Bari; o la esigenza di porre riparo alla drammatica realtà della montagna calabrese. Chi scrive può considerarsi autorizzato a formulare tutte le riserve sui mezzi, senza essere sospettato di insensibilità quanto ai fini. Ma questi vanno inseriti nella prospettiva della politica coordinata per settori. Sarà necessario magari — sempre nel quadro delle esigenze di bilancio che non possono essere cancellate da chi ha il senso della realtà o la responsabilità della cosa pubblica — destinare ulteriori fondi; e in questo senso si dovrà premere sui governi non senza indicare di volta in volta le fonti cui attingere gli ulteriori stanziamenti; ma le linee di quella politica vanno tenute risolutamente ferme. Fu un errore elargire la legge speciale per Napoli invece di fissare le linee per una « politica della città », nel quadro della Cassa per il Mezzogiorno. Un altro errore è rappresentato dalla legge speciale per la Calabria, rispetto alla quale assai preferibile sarebbe stata una intensificazione della «politica delle acque e dei boschi » (che non può non avere appunto il suo epicentro in Calabria), sempre nel quadro della Cassa per il Mezzogiorno. Non è più tempo di errori del genere, ma di correggere quelli che sono stati già commessi. A coloro che reclamano altre leggi speciali per qualche altra regione o per qualche altra città, bisogna contrapporre una esortazione al Comitato dei ministri per il Mezzogiorno affinchè voglia rielaborare i termini di una concreta e più aggressiva « politica della città » e di una altrettanto concreta e più aggressiva « politica delle acque e dei boschi » ; nell'ambito delle quali, fissando le opportune priorità, possano, a un tempo, venir riassorbite le leggi speciali già elargite ed essere prevenute quelle di cui si vuol strappare la concessione. Francesco Compagna aiimiiiiiMiiiMHiniiiiMiiiimjiiiiiMiiiiiiiiiii

Persone citate: Dorso, Francesco Compagna, Salvemini