Le celebrità fanno ressa nel bel mondo di Parigi di Francesco Rosso

Le celebrità fanno ressa nel bel mondo di Parigi -=g meteore di stagione — Le celebrità fanno ressa nel bel mondo di Parigi Minoa, poetessa di 8 anni, che ha le bambole in orrore - Martine Carol ha scoperto Eschilo - La Lollobrigida smarrita davanti a Giada - Entusiasmo dell'Aga Khan per i balletti sovietici - I Windsor educatamente si annoiano j o a (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 15 ottobre. Fedele al motto « una scoperta ogni anno», Parigi presenta la rivelazione di questa sua febbrile saison, la poetessa Minou Drouet, una fragile, miope bimba di otto anni, disincantata al punto da dichiarare che le bambole le fanno orrore perchè le sembrano piccoli cadaveri. In un volume fuori commercio stampato dall'editore René Julliard, la piccina offre la sua produzione di tre anni, una morbosa, innaturale sensibilità espressa in versi e prose di sorprendente nitore. Dalla sua casetta di La Baule, sulla costa bretone, la bimba è passata senza emozioni a Parigi. Le celebrità a cui è stata presentata non l'hanno intimidita e di fronte a qualcuna ha trovato modo di pronunciare frasi già divenute famose. A un accademico di Francia che le. domandava se conosce i piedi del verso alessandrino, Minou ha risposto: <No, ma i miei versi non hanno bisogno di piedi; per reggersi hanno le ali». Se non ci fossero i versi sarebbe bastata questa sua sicurezza per far di lei la vedette del momento, la piccola meteora che ogni anno solca il cielo di Parigi quando si apre la saison. Si spegnerà come già tante altre verso l'estate, quando i grossi astronomi, dopo averla ammirata a sazietà, partiranno per le villeggiature in attesa di scoprire una nuova rivelazione, con cui annunciare fragorosamente la loro rentrée autunnale. Perchè le Minou passano; ma gli astronomi restano. Si ritrovano tutti con le prime nebbie d'ottobre, ai tre colpi che annunciano il levarsi del sipario sui quaranta palcoscenici di Parigi. Quest'anno le celebrità sono tante che debbono fare le acrobazie per scegliere lo spettacolo e fare in modo di non essere in troppi nel foyer dello stesso teatro, per non offuscarsi a vicenda. I cronisti mondani si divertono a questo gioco e annotano che l'Aga Khan e la Begum evitano di comparire dove già sono i duchi di Windsor, che Jean Cocteau ha sempre l'informazione sicura per non incontrare André Maurois, che Gina Lollobrigida sfugge Martine Carol. Benché lo spazio sia immenso, ad un certo momento tutti si trovano però a contatto di gomito, perchè.Parigi è un babelico villaggio dove chi non vuole veramente isolarsi è sempre alla ribalta. Ed 1 desiderosi di incognito sono sempre meno numerosi. Le prime teatrali sono tentazioni a cui sanno resistere soltanto i forti; le congratulazioni all'autore e agli interpreti dopo lo spettacolo favoriscono l'incontrò con i giornalisti, e ' interviste. Il primo, grande avvenimento della stagione si è svolto al teatro Marigny, dove Jean Louis Barrault 'ha messo in scena l'intera Orestiade, tre ore e mezzo quasi ininterrotte di Eschilo nel succedersi delle Coefore, Agamennone ed Eumenidi. Fra gli spettatori in delirio per Marie Bell, una Clitennestra scatenata nella sanguinosa lussuria del suo adulterio, per Barrault, un Egisto tragicamente ambiguo, c'erano l'accademico Maurois, Honegger e Martine Carol. I cronisti della serata hanno chiesto il giudizio del raffinato prosatore e del celebre musicista, ma hanno riservato tutto l'interesse a Martine Carol che, candida, senza un sospetto, ha declamato: «Eschilo, che grande autore teatrale ». Con sottile perfidia un giornalista ha commentato: < La scoperta di Martine ci ha commossi. Ora attendiamo il giudizio dell'altra femme de iète che furoreggia a Parigi in questi giorni, Gina Lollo brigida». La bella Gina, però, non si è cimentata con Eschilo. Tragedia per tragedia, ha preferito quella di un moderno ed è andata al <Théàtre de Pa¬ le l e e r , i e o , e l i i a e i i o n a , iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ris » ad applaudire Giuda, la novità con cui Marcel Pagnol tenta la riabilitazione dell'Iscariota. Seduta tra Jean Cocteau e Marcel Achard, la «Bersagliere» sgranava 1 celebri occhi, smarrita dinanzi all'inedito personaggio che spiega con soavità evangelica e sofismi dialettici il suo ruolo essenziale nella tragedia del Golgota, la ineluttabilità del suo tradimento, perchè le Scritture si avverino. Al termine dello spettacolo, Gina non ha fatto dichiarazioni forse perchè, ha scritto Carmen Tessier, la pettegola di Parigi, nessuno l'aveva riconosciuta tanto la copriva l'ampio mantello di seta bianca. Come se Gina avesse solo certi argomenti per farsi riconoscere. Meno timido, Jean Cocteau ha manovrato abilmente perchè 1 giornalisti lo avvicinassero e a tutti ha confidato il disgusto che prova al pensiero che giovedì prossimo sarà accolto ufficialmente all'Accademia, diverrà immortale. « Per vendicarmi, ha dichiarato, farò tradurre il mio discorso di reception nel gergo della serie nera ». Frasi di funambolo della parola, ostentazione di indifferenza che non nasconde però l'intima soddisfazione di sentirsi ancora e sempre l'enfant gate di Parigi. Per vederlo in feluca da immortale, alcuni suoi aficionados sono andati alla ricerca dei più oscuri accademici di Francia ai quali hanno offerto anche trentamila franchi per avere da loro uno dei biglietti d'invito a cui hanno diritto. Ma la Parigi mondana ha bisogno di questi personaggi che interpretano se stessi. Così l'Aga Khan ostenta la mania dei balletti, come suo figlio Ali quella delle mannequins. La sera in cui Igor Moisseiev presentò la compagnia dei balletti sovietici, l'Aga Khan fu il più entusiasta ad applaudire quel complesso che ha acceso il delirio del pubblico. Fece amicizia con i compagni e le compagne ballerine, li volle tutti e sessantotto suoi ospiti alla strepitosa rentrée dei celebri balletti del marchese di Cuevas al Teatro dei Campi Elisi, poi li invitò nella sua splendida villa di Neuilly. Tanta consuetudine con uno degli uomini più ricchi del mondo ha avuto i buoì effetti. Tamara Moisseiev e sette prime ballerine si sono lasciate sedurre dall' ftaute couture parigina e sono andate da Christian Dior. Tamara avrebbe voluto comperare « Notte di New York », un abito da sera da 475 mila franchi; ha poi ripiegato su un più modesto < Odette ». Ali Khan, ora che ha potuto riabbracciare Yasmine, la figlia che ebbe da Rita Hayworth, si sente più sollevato, e ogni sera è al « Jimmy's » con Bettina, una avvampante disossata mannequin con ambizioni cinematografiche. Suo vicino di tavolo è quasi sempre Porfirio Rubirosa, l'ex- diplomatico instancabile a ballare il « Cha cha cha », la nuova danza brasiliana. I duchi di Windsor, invece, vanno ad annoiarsi educatamente all'* Elefante bianco », dove si balla ancora il tango e il /ox._ Intorno alla schiera delle' celebrità ruota la strabocchevole folla anonima che ha aggredito Parigi per visitare iJ Salone dell'Automobile, congestionando le strade, gli alberghi, i ristoranti. Giunti dalla provincia in vena di stranezze, prendono d'assalto ì cabarets di Montmartre. Entrano con occhi brillanti, escono poco dopo delusi e annoiati. Dire « buona sera, giovanotto » alle figliole vestite di rigidi tailleurs, colletto • cravatta del « Carrol's » non è uh gran divertimento. Lo audacie promesse dalle insegne luminose di Pigalle si rivelano sapienti inganni; non c'è nulla di più mortificato di quei nudi statuari. Corrono allora a St. Germain des Prés, nelle cavee degli esistenzialisti che affidano ai capelli lunghi, alle unghie orlate di nero, al gergo incontrollato la loro originalità, e si annoiano anche qui. L'esistenzialismo è passato di moda ed il suo pontefice, Jean-Paul Sartre,, non ha più successo. La sua farsa Nehrassov non attira folla al teatro « Antoine ». Le bizzarrie della cantante Patachou che tagliava la cravatta ai clienti oggi irriterebbero. Gli impresari si domandano che cosa vuole questo pubblico sempre deluBo. Benché apparentemente assetato di stranezze, anche il pubblico che affolla Parigi preferisce quieti spettacoli ai quali si possa ridere o piangere senza sofisticherie intellettuali. L'altro ieri a Place de Tertre, davanti al Sacro Cuore, l'agitata folla di Montmartre si fermava ad ammirare Sacha Guitry che dirigeva Utrillo nel film Paris, ma bienaimée. Il vecchio celebre pittore, il vecchio celebre autoreattore-regista apparivano ancora i veri immutabili personaggi di questo babelico villaggio dove tutto è sempre uguale e le rivelazioni tramontano con la rapidità delle meteore. Francesco Rosso