Perón a domicilio coatto in una piccola città del Paraguay

Perón a domicilio coatto in una piccola città del Paraguay Perón a domicilio coatto in una piccola città del Paraguay Così ha disposto il governo di Asunaón - Ricercato in Argentina Ante Pavelk, capo dei terroristi "ustasci,, che assassinarono re Alessandro di Jugoslavia (Nostro servizio particolare) Buenos Aires, 12 ottobre. Il governo argentino ha ricevuto oggi comunicazione dalle autorità del vicino Paraguay che Perón verrà confinato, in domicilio coatto, a Villafranca, località a 120 chilometri dalla capitale del Paraguay, Asunción, Lex-presldente argentino si trova in quest'ultima città dal giorno 2 di questo mese, in esilio. Egli è però venuto meno alle norme sul diritto d'asilo, concessogli dal Paraguay: secondo gli accordi e le consuetudini in vigore nell'America Latina, non è consentito alle personalità in esilio il fare pubbliche dichiarazioni politiche nel territorio dello Stato che gli ha concesso 11 diritto di asilo. Perón, la settimana scorsa, concesse per iscritto un'intervista ad un'agenzia giornalistica: sostenne di essere ancora il legittimo presidente argentino; lanciò violente accuse contro i capi della rivoluzione che — secondo lui — l'avevano deposto con l'inganno e non con un provvedimento legale; rivelò — infine — minacciosi propositi di ritentare la scalata al potere in Argentina, non appena le circostanze politiche gli fornissero l'occasione di tornare a Buenos Aires. Le parole del dittatore in esilio suscitarono indignazione e anche un certo allarme nei nuovi governanti dell'Argentina: la promessa di un ritorno dell'ex despota ai peronisti rimastigli fedeli potrebbe alimentare illusioni e disordini, e ritardare comunque il già difficile ritorno alla normalità democratica dopo tanti inni di tirannia. L'Argentina, chiese, dunque, alle autorità di Asunción di espellere Perón dal territorio paraguaiano, essendo da considerare pericolosa ogni attivi¬ tsdAPanmdsz tà politica dell'ex dittatore in uno Stato. tanto vicino. Nello stesso tempo il nuovo governo di Buenos Aires chiudeva le proprie frontiere col Paraguay. Sabato scorso il consiglio dei Ministri si radunò ad Asunción, per decidere quale risposta dare alla nota di Buenos Aires. Tale risposta è venuta in due tempi: in primo luogo, nella notte da sabato a domenica, il gabinetto paraguaiano dichiarò che sulla sorte di Perón, ospite del Paraguay, avrebbe deciso soltanto il governo di Asunción; il comunicato aggiungeva — però — che se il dittatore in esilio non si fosse comportato secondo le norme sul diritto d'asilo, Immediati» provvedimenti sarebbero stati presi contro di lui. L'Argentina si dichiarò soddisfatta del punto di vista paraguaiano e riapri subito le vie di comunicazione tanto importanti per il commercio e la economia del Paraguay. Ora si'è avuta la seconda e più sostanziale parte delle decisioni di Asunción nei riguardi dell'esule. Cosa farà adesso Perón? Si adatterà al domicilio coatto, oppure preferirà trasferirsi all'estero, in Svizzera ad esempio, dove una lussuosa villa è stata recentemente acquistata dv suoi agenti? Un'altra sensazionale notizia si è diffusa oggi a Buenos Aires: la polizia argentina ha ufficialmente annunciato che essa sta ricercando Ante Favelle, l'ex primo ministro croato che durante l'ultima guerra mondiale fu a capo dei terroristi « ustasci >. Ante Pavelic, di professione medico e attualmente sessantaseienne, avrebbe riorganizzato in Argentina — durante il governo di Perón — un'associazione terroristica, sotto il nome di Alleanza di liberazione nazionale. Egli, con l'aiuto di Mussoli¬ n o o e . i s n , o i , — n e . ni, condusse una violenta opposizione al governo jugoslavo nell'anteguerra; i terroristi « ustasci > suoi seguaci si resero colpevoli dell'assassinio di re Alessandro di Jugoslavia e del Ministro degli Esteri francese, Barthou, a Marsiglia nel 1934. Il presidente argentino Lònardi ha emanato oggi un decreto con cui viene posto termine al secondo piano quinquennale (1952-57) istituito da Perón per lo sviluppo economico del Paese. Il decreto afferma che il piano veniva impiegato come « strumento politico >. La nuova situazione impone di affrontare le responsabilità di governo « in base a criteri diversi ». a. p.

Persone citate: Ante Favelle, Ante Pavelic, Argentina Ante