Un discorso del Pontefice sulla circolazione stradale

Un discorso del Pontefice sulla circolazione stradale Un discorso del Pontefice sulla circolazione stradale "È necessario [are osservare una disciplina rigorosa,, - Una relazione di Romita: entro un quinquennio avremo 6 milioni di autoveicoli circolanti Roma, 4 ottobre. Il ministro dei Lavori Pubblici on. Romita ha illustrato oggi al congresso internazionale della strada i problemi della viabilità in Italia ed i programmi coi quali si pensa di risolverli. Il ministro ha ricordato come, alla fine del 1949, risanate in breve tempo le distruzioni della guerra, la rete stradale italiana poteva considerarsi restituita alle medesime condizioni di consistenza prebellica, e cioè 20.000 km. di strade statali; 43.000 km. di strade provinciali e 100.000 km. di strade comunali. Nell'opera di ricostruzione si era cercato di migliorare ed ammodernare le opere che si venivano ripristinando, ma già evidenti apparivano I segni di crescente insufficienza della rete. Oggi' quei primi sintomi di insufficienza si sono notevolmente aggravati e la rete stradale italiana presenta pericolose deficienze. L'incremento dei veicoli a 1111111 Ili Illllllllllllllllllllllllllllllllllll o i o e i i 0 a à i a i e a l a o a e a i e a o' o o i e i, e l i aiuo gil o ul e o a a a oè aa. ali ae e lli motore — ha ricordato il ministro — ha infatti segnato in Italia, in questi ultimi sei anni, una eostante e progressiva ascesa, che ha portato il numero degli auto-motoveicoli circolanti dai 738.000 del 1938 ai 3.375.000 del 1954, con un indice di aumento medio annuo del 25 per cento, che è tra 1 più elevati del mondo e che, tra un quinquennio, lascia prevedere una circolazione di oltre 6 milioni tra automobili e motoveicoli. Questi problemi — ha continuato l'on. Romita — non hanno lasciato indifferente il governo e, dopo lunghi ed approfonditi studi, è stata varata una legge organica che ha affidato all'Azienda nazionale autonoma delle strade statali la costruzione di una rete di autostrade nonché il raddoppio della rete autostradale esistente e il miglioramento delle strade statali nelle zone depresse del Mezzogiorno e delle isole, in esecuzione di un piano decennale. I congressisti in mattinata si erano recati in Vaticano per ascoltare un discorso del Pontefice. Il Papa, che ha parlato in francese, ha cosi iniziato: «Rispetto ad un tempo i problemi hanno assunto un'ampiezza ed una complessità completamente nuova. Tale rivoluzione è dovuta principalmente all'apparizione dell'automobile. Essa ha fatto subire alla strada una prova severa. Alla tranquilla trazione dei veicoli delle epoche anteriori ha fatto seguito una spietata frizione tangenziale - dovuta al fatto che le ruote imprimono ormai il movimento alla vettura invece di riceverlo da questa ». Pio XII ha poi voluto sottolineare che i benefici finanziari non devono mai prevalere sulle necessità umane. «Aprire una strada — egli ha dettò — è come aprire uno sbocco' economico, introdurre i benefici della medicina e dell'igiene, dell'istruzione e della religione ». Parlando della circolazione stradale Pio XII ha detto che è necessaria la formazione di un senso più acuto delle responsabilità di tutti gli utenti della strada. Chi non si è preoccupato, infatti, del troppo grande numero d'incidenti di cui essa è il teatro? I veicoli, sempre più numerosi, più rapidi e più pesanti, creano per i pedoni un pericolo sempre più grande. Molteplici ne sono le cause; alcune materiali, altre psicologiche. Quanto alle prime, ci si applica dappertutto, lo speriamo, a porvi efficace rimedio. «Ma è altresì necessario — ha continuato Pio XH — inculcare a tutti la nozione del grave dovere di rispettare la vita altrui. A questo contribuirà senza dubbio il • timore salutare di repressioni immediate e proporzionate; ma la polizia da sola non può prevenire il pericolo creato dai conducenti poco padroni di se stessi, trascinati dalla passione della velocità o, qualche volta, intossicati dall'alcool. E' necessario fare osservare una disciplina rigorosa, conforme ai regolamenti universalmente adottati. Le conseguenze cosi spesso drammatiche d'infrazioni al Codice della strada conferiscono a questo un carattere di obbligazione estrinseca molto più grave che generalmente non si pensi. Gli automobilisti — ha concluso il Pontefice — non possono fare affidamento esclusivamente sulla loro attenzione e sulla loro abilità per evitare incidenti; essi devono anche tenere un giusto margine di.sicurezza, se vogliono essere in grado di risparmiare gl'imprudenti e di ovviare alle difficoltà impreviste ». o. Mtlll!MIMIMIII]llllll IllMIIMMltMMIMItlIlltlCII

Persone citate: Pio Xii, Romita

Luoghi citati: Italia, Roma