Il bisturi doma gli eccessi delle ghiandole surrenali di Angelo Viziano

Il bisturi doma gli eccessi delle ghiandole surrenali I CONGRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURGIA Il bisturi doma gli eccessi delle ghiandole surrenali (Dai nostro inviato speciale) Roma, 3 ottobre. Quando 1 surreni - o capsu- le surrenali - lavorano troppo ed a sproposito, come mettere loro freno? Questo il quesito postosi dai medici e dai chirurghi nella prima giornata dei Congressi nazionali di medicina e chirurgia, svoltasi a classi riunite, dopo 1 rituali discorsi inaugurali, al Palazzo dell'E.U.R. alla presenza di circa duemila partecipanti. Se i medici ih modo particolare' (relatore il prof. G. Dell'Acqua, di Ferrara) hanno elaborato una serie di premesse intese a chiarire le multiple varietà degli abusi di funzione di- tali ghlandolette, volgenti da quelli appena larvati ad altri nettamente morbosi, in modo da adeguare al singoli casi proporzionate terapie, ed hanno purè indicato le vie di accertamento della reale compromissione dei surreni, per non incolparli di bizzarrie sgorganti da altri òrgani, i chirurghi (relatore il prof. A. De Blasi, di Bari) hanno affacciato con la necessaria prudenza anche la possibilità di far agire radicalmente il bisturi, passando da estirpazioni parziali addirittura a quella totale di entrambe le ghiandole surrenali in caso di forza maggioreQuesto caso — diciamolo subito — è apparso identificabile innanzi tutto nella presenza di eventuali tumori a 'carico di quelle ghiandole stesse, oppure di altri carcinomi localizzati altrove, ma accertatamele sobillati dall'azione surrenallca in eccesso; talché da tempo è ammesso che in qualche modo i surreni sono interessati nei processi evolutivi di qualche tipo dì tumore, come quelli della prostata o del seno. Ma pur sì è ventilato di eseguire l'asportazione dei surreni in altre situazioni, in cui non è in ballo alcun cancro, bensì è presente un ingrossamento o un eccesso strabocchevole di funzione di quegli organi con notevoli riflessi patologici altrove.' Sino • all'altro ieri sarebbe sembrato utopistico solo il pensar di asportare completamente tali ghiandoline che — oc corre ancora dirlo?- — consi stono in due corpiccioli di pochi grammi appollaiati sul polo superiore di ciascun rene, ma serbano nella loro povertà di massa una immensità di funzioni vitali per la varietà <?e*" °™°,ni f?bb-rj^t,i, ffiSJS a interferire in 'punti-chiave della costellazione ormonica generale. Il giorno non tanto lontano in cui il celebre Gey a Baltimora mi mostrò un primo caso di tumore della prostata arrivato all'ultimo stadio, con insemenzamento canceroso in ossa limìtrofe, sottoposto all'estremo tentativo dell'asportazione totale dei surreni (per togliere al tumore sfuggito ad altre terapie in genere soddisfacenti l'impulso attivatore derivante da certi ormoni a tipo sessuale fabbricati proprio dalle ghiandole surrenali), rimasi veramente perplesso. Ancora non mi potevo adattare all'idea che un po' di cortisone (Oggi abbiamo il più agevole prednisone) somministrato giornalmente in compenso all'operato, potesse mantenerlo in vita per un tempo indeterminato. Il momento d'altronde non era ancora maturo per riferirne al grande pubblico. Ma più tardi, ai congressi di Chicago e di S. Francisco, ecco prendere consistenza 11 numero dei casi di tumori, prostatici e mammari operati con discreto successo mediante la asportazione totale del surreni, sempre quando erano ormai divenute insufficienti le altre risorse terapeutiche. Dopo di ciò ci si è creduti autorizzati a trasferire la corrente operatoria radicale dei surreni nei casi estremi di loro eccesso funzionale, anche quando esso non sia di natura tumorale. Nella celebre cllnica Mayo di Rochester tale condotta è pertanto oggi abituale, con risultati in gran parte buoni pure quando è da un solo tenace ingrosspmento che dipende un curioso morbo (11 Cushing), che s'ammanta di una strana, persistente obesità quasi di bufalo ricoprente soprattutto la nuca, le spalle, la faccia, che assume l'aspetto di luna piena; mentre esili restano braccia e gambe e certe striature bluastre arabescano il ventre e non si modifica che di poco 11 peso, al contrarlo della pressione che prende quota alle volte in concomitanza dell'apparizione di un tipo speciale di diabete. Non è qui sede per aggirarsi tra i meandri delle terrple mediche, sulla quali ha fatto ipddlntqnitntdzg l e e o il punto particolarmente il prof. Dell'Acqua nella sua ponderosa relazione. Dopo di aver dato anche larga parte alla illustrazione della super-funzione surrènalica ancora rientrante nei limiti fisiologici, quasi legata al tipo costituzionale del soggetto, eli individui ipersurrenallci — egli ha detto a questo proposito — si sono rivelati iperattivi, irrequie ti, euforici, sovreccitati, capaci di notevole resistenza allo sforzo; sono gli uomini d'affari ma anche 1 collerici, gli aggressivi. Tornando alla necessità dell'asportazione totale dei due surreni nei casi di ben documentata loro imputabilità (qui è l'accertamento diagnostico che non deve fallire), non si può negare che il relatore, prof. De Blasi, sia stato più che prudente nella sua perorazione, quando ha concluso che < l'intervento conserva la sua indicazione di " extrema ratio " per i pericoli che comporta e per i risultati discreti > Indubbiamente — ha affermato il prof. A. M. Dogliotti in sede di discussione — si tratta d'intervento chirurgico molto delicato, il quale esige una attrezzatura e una tecnica particolari, una preparazione e un trattamento nel periodo post-operatorio complesso, onde si rendono necessari per tale chirurgia, come in generale per la chirurgia delle ghlan dole a secrezione interna, reparti adeguati e squadre medico-chirurgiche affiatate e competenti. Nella clinica chirurgica di Torino è In avviato allestimento — con la collaborazione dell'Istituto di patologia medica — un reparto che risponde a tali requisiti. E le forme morbose che possono trarre vantaggio dalle nuove, ardite chi rurgie ie abbiamo prima accen nate. Il prof. Dogliotti ha quindi esposto 1 risultati delle sue esperienze; dopodiché hanno partecipato alla discussione proff. Di Guglielmo, Pende, Biancalana (che ha parlato dell'operabilità del feocromo citoma), Ceresa, Gallone (della scuola del Fasianl), Lunedei ed altri. Della scuola di Torino hanno inoltre presentato comunicazioni in argomento Beccaria, Cravetto, Lenti, Molinatti, Orecchia, Bizzini, Tedeschi, Vercellotti. Angelo Viziano

Luoghi citati: Baltimora, Bari, Chicago, Ferrara, Rochester, Roma, Torino