La visita di un profano al Salone della Tecnica

La visita di un profano al Salone della Tecnica La visita di un profano al Salone della Tecnica Nel settore della Meccanica sono esposti i progetti e i mezzi per arrivare alla Luna - Le meraviglie delle macchine più compiesse Per prima cosa, entrato al Salone della Tecnica, il profano perde la testa. Ha l'impressione di trovarsi in un'immensa officina, si sente spaesato e smarrito. Non è una mostra destinata al visitatore ignaro; ma egli, che vi si è recato con una generica curiosità non priva di diffidenza, finisce per interessarsi, e ne riceve emozioni varie. Gli vengono mostrate, nella loro struttura e nel loro funzionamento, i misteriosi congegni di cui ha vagamente sentito parlare senza capirne la specifica utilità, e di cui ha visto gli incomprensibili cartelli pubblicitari. E' come se, dopo averlo fatto assistere a un gioco di ' prestigio, gliene venisse mostrato il < trucco ». Il profano si muove tra 1 filari di macchine e di congegni nello stato d'animo di chi attraversi un podere che gli sia stato appena donato, ricco di alberi carichi di preziosi frutti. Si sente fiero di appartenere a questa èra di civiltà meccanica, di godere dei vantaggi che gli scienziati e i tecnici preparano per il suo benessere. E intanto parte per il futuro, s'imbarca su un razzo e fila per Marte. Gli scienziati hanno promesso all'uomo la Luna per 1 prossimi decenni; ma il profano, il cui cuore batte già nel clima di fantascienza, si vede già nel 2000, su una nave spaziale in rotta per Marte. E' tanta la sua fiducia nel progresso, che egli non dubita affatto che ciò avverrà. Teme soltanto che la cosa non avvenga tanto presto. Alle sue spalle c'è. la V2, micidiale strumento di morte, qui benignamente presentata come un vuoto cono d'acciaio. Guardarla non gli procura che un lieve brivido retrospettivo. La V2 appartiene già al passato, non gli fa tanta paura, è un'arma superata. C'è ben altro, ad atterrirlo. Gli scienziati e i tecnici che gli hanno fatto gonfiare il petto d'ammirazione, sono andati oltre; al pensiero delle loro scoperte, il petto gli si affloscia ed una grossa ruga gli nasce nella fronte. Ma il profano vuol godersi in serenità questa rassegna di oggi e di domani: la V2 non è che l'ascensore per portarlo sulla Luna, strumento di pace e di civiltà. Lascia fantascienza e ritorna sulla Terra, ritorna nel Salone a gustarsi le meraviglie dell'oggi, quelle che gli rendono più agevole e comoda la vita d'ogni giorno. Il profano non segue un itinerario coordinato; vaga da un congegno all'altro, si lascia attrarre da una parola oscura, da un colore, dal ronzio d'una macchi' na in movimento. Egli non è che un grosso bambino avido di apprendere, ma non sono molte le possibilità che egli ha di capire ciò che'vede. La mac china tipografica che stampa 6500 fogli l'ora non gli dice grandi cose, perchè egli non sa che questa è una velocità che entusiasma i tipografi. Il gigantesco rotore di circa SO tonnellate gli sembra finto, tale è l'aerea eleganza con cui si esibisce. I prodigi dei congegni elettronici che segnalano gl'incendi, le fughe di gas, le imperfezioni d'un utensile o d'un pezzo in lavorazione, o che dirigono il funzionamento d'una macchina complessa con più attenzione e autorevolezza dell'uomo, lo fanno andare in estasi. Si sofferma qua e là: su un blocco di travertino estratto, a 80 metri di profondità, da una trivella per la ricerca del petrolio; su un motore elettrico lubrificato ad acqua; sul tecnigrafo a principio ortogonale montato su cuscinetti a sfere che elimina ogni possibilità d'errore; sulla macchina che riproduce in pochi secondi disegni e documenti; .sugli archi elettrici per bruciatori a nafta o a metano; sulle lampade a raggi infrarossi che danno luce e calore. Tutto è stato creato per il suo benessere personale. Entra poi nel regno magico delle resine sintetiche e delle materie plastiche, smagliante regno colorato che sodisfa ogni esigenza umana, dallo spremilimoni al secchiello casalingo alla carrozzeria per auto all'ingranaggio. Seducente regno colorato e anche profumato, nell'infinita varietà di tinte e di odori con cui viene riprodotta ogni specie di fiori: imitazione perfetta ma che dà un po' di malinconia, polche i fiori sono belli anche perchè sono vivi, anche perchè appassiscono e vengono sostituiti da altri freschi. Ragazzo insaziabile, la sosta più lunga il profano forse la fa davanti al centro ferroviario in miniatura. Treni, binari, scambi, segnalazioni, manovre di smistamento, sono ri prodotti fedelmente. Così fedelmente che il treno talvolta sbaglia strada e riproduce un disastro (innocuo). In due ore il profano (nei prossimi giorni a lui si sostituirà un tecnico, che fornirà ben altre impressioni) ha toccato tutti i traguardi del pro¬ gresso. Quando esce dal Salone, sodisfatto della visita, forse non ne sa più di prima su tante cose. Non avendo capito molto, egli tuttavia non è meno sodisfatto e fiero, e felice di poter dire: « Ma quanto cammina l'uomo, di quante belle cose è capace! >. E aspetterà già il Salone del prossimo anno per poter constatare di quanto gli scienziati lo hanno fatto progredire. Giuseppe Farad

Persone citate: Giuseppe Farad, Treni