Innocente lo studente di Genova che si era accusato di assassinio

Innocente lo studente di Genova che si era accusato di assassinio FALLISCE ANCHE LA "REGINA DELLE PROVE Innocente lo studente di Genova che si era accusato di assassinio Felice Marconi ha "confessato,, in una crisi di epilessia psichica d'aver ucciso il custode Al risveglio in cella ha chiesto: "Perchè sono qui?,, - Le prove della sua non colpevolezza (Dal nostro corrispondente) Genova, 29 settembre. Con un improvviso e repentino dietro-front, le indagini sull'assassinio del custode Trento Guidetti sono ritornate al punto di partenza. Felice Rodolfo Marconi, lo studente trentunenne di Castel San Giovanni (Piacenza), arrestato l'altra sera sul luogo del delitto, non è l'autore del crimine. Il Marconi, secondo quanto è emerso nell'ultima fase dell'inchiesta, ha mentito incolpandosi dell'omicidio; si tratta di un individuo dalla mente malata, che ha finto di essere stato 11 protagonista della tragica vicenda perchè assalito da improvviso squilibrio, forse una forma acuta di epilessia psichica ohe l'ha spinto ad agire come un automa. La storia del clamoroso colpo di scena è incominciata quando il Marconi, svegliatosi ieri dopo un lungo sonno seguito al primo interrogatorio subito in questura, si è guar¬ dato attorno senza sapere perchè si trovasse in cella. Occorre, per non perdere il filo di questa trama complicata come quella d'un « giallo », riepilogare succintamente i fatti. Martedì alle 14 il cadavere di Trento Guidetti è rinvenuto dis' :so sul materasso in un sottoscala di corso Magenta 29. Il Guidetti, di 65 anni, custode di un parcheggio, era noto in un particolare ambiente di vizio. La sera stessa, verso le 23, un individuo spezza i sigilli della porta del sottoscala, entra, fruga e si dilegua. Un inquilino del caseggiato avverte la polizia, accorre il vice-commissario Dotto e cattura il misterioso visitatore, che nel frattempo aveva cercato di scomparire salendo all'ultimo plano del palazzo accanto. Si tratta del Marconi che, interrogato, cede o meglio, come vedremo poi, finge di cedere e si confessa assassino. Non soltanto, ma descrive le varie fasi del delitto con abbondanza di particolari e precisa anche il movente: la gelosia per una strana e triste amicizia del Guidetti verso un suo amico, certo Ruggerino. Terminato l'interrogatorio, il Marconi, affranto, si addormenta. Risvegliandosi non capisce cosa gli sia accaduto. « Perchè sono qui? » chiede affannosamente. Dichiara di non ricordare niente di quanto ha fatto e detto; chiede di essere di nuovo interrogato e ritratta la confessione. Come se fosse uscito da un incubo, il Marcohl appare trasformato. Prima, a momenti di perfetta lucidità alternava altri di evidente stranezza. Adesso invece è coerente, non risponde più con frasi e gesti bizzarri, ma si difende con destrezza. E' un disperato tentativo di salvezza, un ardito tranello per giocare gli investigatori? Il Marconi ha l'asso nella manica per dimostrare la propria innocenza. Il suo alibi e a prova di bomba. «Sono partito dal mio paese — racconta — la mattina di martedì. Sarà facile controllare». Di fronte alle stupefacenti affermazioni del Marconi, il maresciallo Cipollina e altri agenti della Squadra mobile partivano per Castel San Giovanni con l'incarico di vagliare l'alibi. Stamane, dopo una notte trascorsa a interrogare parenti, amici, conoscenti dello studente e parecchi altri testimoni, la spedizione è rientrata a Genova e più tardi ha riferito al dott. Napolitano, procuratore della Repubblica, che aveva assunto la direzione dell'inchiesta. Quantunque l'operazione sia circondata dal consueto riserbo, si sa che al magistrato la Mobile ha portato la prova che effettivamente il Marconi si è allontanato- dal paese verso mezzogiorno di martedì, allorché il crimine era già stato commesso. Partito con una macchina da noleggio, il Marconi è giunto a Genova la sera di martedì, ha comperato un mazzo di fiori e si è recato in corso Magenta, al tragico sottoscala. Il resto è noto. Adesso che la schiacciante accusa che lo studente si era costruito a suo carico è caduta come un castello di carte, rimane tuttavia un interrogativo: perchè lo ha fatto, perchè ha cercato di rovinarsi proclamandosi lo strangolatore dello strano custode che neppure conosceva? Per rispondere occórre consultare i testi di psichiatria. In passato più volte il Marconi aveva sofferto di forti squilibri mentali. Pare che sia stato anche ricoverato in una clinica neurologica di Piacenza Nei giorni scorsi il suo sistema nervoso aveva subito un grave indebolimento perchè una signorina, Carla Tagliaferri, di cui è innamorato, aveva respinto la sua corte. La Tagliaferri, per mettere fine alla vicenda, sarebbe venuta appunto a Genova, da Piacenza, dove collaborerebbe a un giornale. Lo studente non si era dato pace dell'abbandono e dopo aver vissuto alcuni giorni in uno stato di profonda depressione, martedì aveva deciso dì raggiungerla e di persuaderla alle nozze. A Genova, la crisi lo ha assalito, improvvisa e travolgente. Il caso dello studente di Castel San Giovanni è molto raro, ma non isolato. Se ne citano clamorosi esempi nei volumi di psichiatria giudiziaria. Accade che in una mente ammalata si faccia strada l'ossessione di fingersi autore di un delitto non compiuto e lo sciagurato farà l'impossibile ner essere creduto. Così è stato per il Marconi, sconvolto, molto probabilmente, da un attacco di epilessia psichica. Chiuso lo straordinario capitolo dello studente piacentino le indagini ora riprendono verso altre direzioni. Impossibile al momento sapere quale sarà la migliore. Purtroppo l'assas sino ha ventiquattr'ore di vantaggio, perdute dall'inchiesta nel seguire una falsa pista. a. m.