Il Senato ha ripreso i lavori dopo alcuni mesi di vacanza

Il Senato ha ripreso i lavori dopo alcuni mesi di vacanza Il Senato ha ripreso i lavori dopo alcuni mesi di vacanza Concordi comunisti e governo, è stato approvato il decreto sulla negoziazione delle vaiate estere - I generali Taddei e Messe parlano sai bilancio della Di' fesa - Oggi Martino chioderà a Montecitorio la discussione di politica estera Roma, 26 settembre. Nella raccolta aula del Senato, morbida di velluti, di mogani, di luci è stata oggi inaugurata la sessione autunnale, ma anziché il diffuso mormorio che distingue, di solito, i primi minuti di lavoro dell'Assemblea, si è levata, con toni accorati, la voce del presidente Merzagora nella commemorazione di tre personalità scomparse in queste ultime settimane: i senatori Greco e Morandi, e il segretario generale del Senato, avv. Galante. « Molto triste, onorevoli colleghi, si presenta questa ripresa parlamentare... » ha detto. Tutti i senatori si sono alzati, compresi il Presidente del Consiglio ed i membri del governo. E' stata una nobile commemorazione, come conviene alla memoria di uomini che tante energie, e per molti anni, avevano profuso in questo antico palazzo. Segni, infine, ha voluto esprimere il suo cordoglio e quello del governo. Nessun altro ha chiesto la parola. La seduta è stata sospesa per mezz'ora. Successivamente 1 lavori sono stati divisi in due parti; nella prima si è approvata la conversione in legge del decreto, già operante, che riguarda la negoziazione e la cessione di valute estere allo Stato da parte degli operatori che commerciano con l'estero. E' stata una discussione rapida, che ha trovato concordi comunisti, democristiani e governo. Il provvedimento, in poche parole, significa che coloro i quali debbono incassare valuta estera per forniture di merci o di servizi se le vedranno d'ora in poi accreditate presso istituti bancari e potranno utilizzarle, nei quindici giorni successivi, per pagare sui mercati stranieri merci e servizi. Il socialista Mariotti e 11 comunista Pesanti (che fu ministro delle Finanze), hanno enumerato i vantaggi e gli svantaggi, delle nuove norme finanziarie, ma hanno convenuto che i primi sono superiori ai secondi. Il democristiano Bertone ha preso atto di tali favorevoli consensi ed ha lasciato la parola al relatore Battista, il quale ha voluto dissipare i dubbi sollevati dagli oratori di estrema sinistra secondo i quali « il decreto legge non eviterà i contraccolpi derivanti dalla convertibilità monetaria adottata da alcuni Paesi, tanto più se essa sarà adotta' ta in modo violento anziché graduale >. Queste preoccupazioni non debbono esistere, ha osservato il sen. Battista, perchè i governi aderenti all'Unione europea dei pagamenti si sono mossi e si muovono con prudenza e ponderatezza sul terreno della convertibilità delle valute. L'accordo di massima sulla legge non ha evitato uno spun to polemico sulla questiore degli scambi con i Paesi dell'orbita sovietica. Ciò è accaduto quando il relatore ha assicurato che il governo non intende adottare discriminazioni di sorta nei traffici con l'estero. « Mi faccia la cortesia — ha commentato il sen. Pesenti; — non mandiamo che arance e limoni nell'Est europeo! >. < Ma nient'affatto, — ha replicato con vigore Póni Battista; — lei non è bene informato. Mandiamo macchinari, manufatti, utensili vari, cuscinetti a sfere e filati. E magari potessimo mandarne di più, specialmente di prodotti tessili, sarebbe una fortuna per le nostre industrie. Il fatto è che non sappiamo che cosa importare dal Paesi dell'Est europeo. Dalla Polonia, per esempio, otteniamo In cambio carbone, ma soltanto carbone e siccome esso non è di eccellente qualità ed assomiglia a quello del Sulcis, bisogna andare piano per non danneggiare la produzione nazionale >, Pesenti non ha replicato. Ha conchiuso la discussione il ministro per il Commercio con l'estero, on. Mattarella, il quale nel complesso è stato ottimista, specialmente per la situazione attuale della bilan eia dei pagamenti, < che non è affatto pericolosa, anche se le prospettive future, in relazione a possibili contrazioni degli aiuti internazionali, impongono al governo il dovere di preoccu parsi dell'avvenire >. ■Approvata questa legge, la seconda parte della discussione è stata dedicata all'esame del bilancio della Difesa, il primo dei nove che' il Senato deve ancora approvare. Abbiamo ascoltato i discorsi di due exalti ufficiali, quello di Taddei, che fu generale dei carabinieri, e quello di Messe, Mare sciallo d'Italia. Il primo oratore, iscritto al gruppo monarchico, si è dimostrato uno scettico della « distensione >, « essendo immutati gli obiettivi del comunismo internazionale ». Ha poi sollecitato una serie di provvedimenti riguardanti gli organici, il trattamento economico e gli alloggi degli ufficiali. « Perchè — ha detto — non si costruiscono piccole città militari nei pressi dei grandi centri? ». Il senatore monarchico ha infine richiamato l'attenzione del Senato sui problemi della difesa antiaerea e declorato che, in pratica, non ci siano più ricoveri. Nemmeno il senatore democristiano Messe ha mostrato di credere allo spirito ginevrino, « perchè mezza Europa è sempre occupata dai russi; ma se anche la distensione fosse reale, non vi sarebbe ragione di disarmare in quanto i conflitti di carattere nazionale, e non universale, oggi accantonati per paura del conflitto gene. rale, risorgerebbero con magx gior violenza. Ecco perchè Fltalia, pur nel quadro della N.A.T.O., deve adeguare i suo' armamenti ad una politica mediterranea, tenendo presenti le eventualità che si possono presentare in questo settore». Messe ha battuto a lungo Io stesso tasto di Taddei: occorrono più robusti stanziamenti per le Forze Armate, tenendo conto che su 185 miliardi oggi a disposizione, 125 si perdono in rivoli che col potenziale militare hanno poco a che vedere. La discussione sarà ripresa damnlbdSddd domani. Nell'altro ramo del Parlamento, a Montecitorio, si avrà, invece, il discorso del ministro Martino a conclusione del bilancio degli Esteri e la nomina di un vice-presidente in sostituzione dell on. Leone, ora presidente dell'Assemblea. Sarà una giornata piena, dunque, la prima dopo due mesi di vacanza estiva. ci. m.

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