Disperata lotta dei medici per salvare il giovane alpinista

Disperata lotta dei medici per salvare il giovane alpinista Disperata lotta dei medici per salvare il giovane alpinista I fratelli e gli amici hanno offerto H loro sangue - E' sempre grave n minili minili iiiiiiiiiiiiiiiiDalla mezzanotte di domenica, In una camera al primo piano dell'ospedale Maria Vittoria, i medici lottano disperatamente con la morte. Steso nel letto bianco, inconsapevole di. tutto, un giovane d 21 anno respira faticosamente: s. chiama Ferdinando D'Alò, ha il viso chiuso dalle bende, la base cranica fratturata e altre gravi lesioni in tutto 11 corpo. Lo hanno trasportato con un'autoambulanza della Croce Rossa dalla Val d'Ala, dove era salito per scalare Monte Più, una vetta che sovrasta Ceres, con altri due alpinisti: Giuseppe Martini, di 31 anno, abitante in via Farini 10, e il ragioniere Carlo Felice Annovazzi, di 49 anni, abitante in piazza della Repubblica n. 1. Era il capo-cordata, ^'ascensione era quasi giunta al termine, verso le 14,30, quando ad un tratto al D'Alò è mancato un appiglio. Un grido, un volo. La corda non aveva tenuto allo sforzo del peso proiettato nell'abisso e si era spezzata tra due spuntoni che l'avevano sforbiciata di netto. Il D'Alò era precipitato sotto gli occhi atterriti dei compagni per 150 metri, fino al fondo del cana¬ iiiniii iiiiiniiimiiiiiiiiniiniii mimimi , a e : a e o a , a e , l d n a o i o. li r ¬ lone dove lo hanno raccolto più tardi, coperto di sangue, esanime. Una gara generosa si è impegnata accanto al giovane minacciato dalla morte. I suoi due fratelli, Hruno e Romano, gli hanno dato 11 sangue per la prima trasfusione ieri allo 8; poi è stata la volta degli amici, tutti alpinisti del C.A.I., che si -sono offerti via via nella mattinata per altre donazioni. Sangue e plasma sono riusciti a sventare il pericolo imminente. Ma le condizioni del ferito — leggermente migliorate verso il mezzogiorno — sono rimaste sempre gravi, mentre 1 sanitari prodigavano tutta la loro scienza per alutarlo a sopravvivere. Le radiografie hanno accertato le gra. vi lesioni, la febbre è salita altissima. A questo punto, prima di sottoporlo ad un ardito Intervento chirurgico 1 medici hanno adottato una delle tecniche più moderne della medicina: l'Ibernazione. Hanno cioè cercato di abbassare notevolmente, per mezzo di un raffreddamento razionale, la temperatura del corpo bruciato dalla febbre. Riuscirà lo studente a superare la crisi più perico¬ losa, quella che sopravverrà, quando 1 chirurghi avranno ultimato 11 loro compito? Davanti all'uscio della sua camera i genitori, i fratelli, gli amici di Ferdinando D'Alò, giunti, da Venaria dove lo studente abita, si alternano muti e angosciati. Ogni ora che passa aumenta la speran za. I due alpinisti che erano con lui durante la gita fatale rievoca no a tratti, con i gesti più che con le parole, il drammatico episodio della caduta, la corda spezzata, la inutilità dello sforzo per sorreggere l'amico.

Persone citate: Annovazzi, Carlo Felice, D'alò, Ferdinando D'alò, Giuseppe Martini

Luoghi citati: Venaria