Tentò di uccidere i suoi bambini ora torna a casa per abbracciarli

Tentò di uccidere i suoi bambini ora torna a casa per abbracciarli Una giovane madre sventurata esce dal manicomio Tentò di uccidere i suoi bambini ora torna a casa per abbracciarli I medici l'hanno dichiarata guarita - il patetico arrivo nel modesto alloggio delle Casematte - "Lasciatemi baciare i miei figli, voglio stringerli tra le mio braccia !„ - Ma il marito ancora Umoroso la sorveglia E' tornata ieri alla propria abitazione — un povero alloggio delimitato da tramezze di legno in una « casermetta » di Venaria — la giovane sposa che il 2 settembre scorso fu ricoverata all'ospedale psichiatrico di via Giulio dopo che, in un accesso di follia, si era scagliata selvaggiamente sui propri bambini e aveva poi tentato di gettarsi sotto un'automobile per suicidarsi. E' Maria Miscio, di 25 anni, sposa a Michele Barrile, un muratore di Venaria. lllllllllltllllllllllf La storia di questa donna è lunga e dolorosa: ha inizio nel '51 quando, appena ventunenne, arrivò a Venaria presso la sorella che già qui abitava, proveniente da Torrerfiaggiore di Foggia. Era una ragazza molto bella. Nelle feste danzanti i giovanotti se la contendevano per poter ballare almeno una volta con lei. Fu anche eletta c reginetta » nella stessa Venaria. Poi nella sua vita entrò Michele. Le offerse 11 proprio amore e lei lo accettò. La relazione s'avviò tranquilla; ma per poco. La ragazza ebbe una bimba senza che si fosse ancora deciso il matrimonio. La piccola, Loredana, crebbe sana e vispa. Maria di tanto in tanto tornava alla carica presso il fidanzato: c Bisogna che ci sposiamo, non è possibile protrarre questa situazione >, Ma Michele aveva scarso lavoro : « Porta pazienza, tiriamo avanti cosi >, diceva. La ragazza pensava sempre al matrimonio, ci pensava tanto da averne delle crisi nervose. Un giorno — si era nel marzo 1953 — vinta da una crisi di sconforto, usci di casa e andò a gettarsi dal ponte sulla Geronda; ma la salvarono. Michele tornò a lei con amore e premura; però non si parlò di matrimonio. Accadde invece che a un certo punto la giovane dovette preparare un altro corredo per un neonato e dopo qualche tempo nacque un maschietto. Ora più che mai la ragazza voleva che Michele la sposasse, ma egli non sapeva decidersi. Seguirono mesi di angoscia e di esasperazione. Poi, finalmente, circa sette mesi or sono, il matrimonio si celebrò. Ma Maria non assomigliava più alla ragazza di un tempo, fresca e bella e piena di fascino. Era sciupata e invecchiata. E come le sofferenze le avevano lasciato Bagni ben visibili sul volto, cosi le avevano intaccato lo spirito e il sistema nervoso. Aveva a volte scatti furiosi per motivi banalissimi. Urlava al marito oppure picchiava 1 bambini, senza ragione. Il 2 settembre scorso la follia la colse in pieno. Forsennata la povera madre si scagliò sui figlioletti, lnconrilnciò a batterli come se non fossero sangue del suo sangue; 11 avrebbe certamente uccisi se non fosBe intervenuto in tempo 11 marito e con lui gli altri parenti che abitano pure nelle < Casermette >. Maria fu immobilizzata e consegnata al carabinieri che la condussero all'ospedale psichiatrico Ieri è tornata a casa. I medici l'hanno dichiarata guarita, e certamente lo sarà. Ma nelle < Casermette > è ancora troppo vivo il ricordo di lei in preda alle furie. Il marito l'ha abbracciata con tenerezza e l'hanno abbracciata anche la suocera, la cognata e il cognato. Ma quando Maria ha chiesto; con voce calda di speranza, che le mostrassero i bambini, gli altri si sono guardati e sono rimasti indecisi sul da farsi. « Sono via, sono andati a giocare in un prato un po' distante da qui » le ha rlspo sto 11 marito dopo una lunga esitazione. Maria ha capito che quella non era la verità. « Li voglio vedere — ha detto — li voglio baciare, li voglio stringere fra le mie braccia ». Si sentiva nella sua voce, pur calda di amore materno, 11 vsfbsI desolato timore di chi è consape- Hl1""" 1 111111111111 111 ■■>><" vole del male che ha fatto e non sa trovare in sè la sicurezza di controllare 1 propri nervi. La madre di Michele a un certo punto è uscita dalla stanza e dopo un poco si è presentata davanti alla finestra dall'esterno. Aveva In braccio 1 due bambini, Loredana sul braccio destro e il maschietto su quello sinistro. Maria appena l*.ha scorti si è alzata in piedi di acatto tendendo in aventi-le braccia per prenderli a «è, ma la suocera si è allontanata In un moto istintivo di difesa e di protezione dei fanciulli. La madre è scoppiata in pianto. «Voglio abbracciarli, voglio baciarli, sono miei figli » gridava. -Suo marito le si è accostato premuroso per calmarla. L'ha invitata a coricarsi per mettersi quieta, « Poi te li daremo in braccio — le ha detto — ma adesso mettiti tranquilla ». Più tardi i bimbi sono entrati nella stanza. Maria era stesa sul letto con gli occhi chiusi. Quando si è resa conto che 1 piccini erano, al suq fianco, è balzata a sedere sul letto e come 11 ha visti, 1! ha presi in braccio, 11 ha baciati a lungo. Aveva il viso rigato di la crime. «I miei bambini — ripeteva con la voce rotta dai singhiozzi di gioia — i miei bambini...», I E continuava a baciarli senza posa ora l'uno ora l'altra. Anche i parenti erano profondamente commossi. Pensavano, certo, olla penosa storia di Maria e speravano che cosi essa potesse considerarsi definitivamente chiusa, con quel pianto d'amore per le piccole, ba¬ nocenti creature ""i lumini inutili min » Maria Miscio e 11 marito nel giorno del loro matrimonio

Persone citate: Maria Miscio, Michele Barrile

Luoghi citati: Foggia, Venaria