Segni alla ricerca d'un accordo sulla legge per i Tribunali militari di Enzo Forcella

Segni alla ricerca d'un accordo sulla legge per i Tribunali militari Segni alla ricerca d'un accordo sulla legge per i Tribunali militari Un lungo colloquio con il Guardasigilli, che si è poi recato da Gronchi - Contrasti nella d. c. e dure parole dei repubblicani - L'on. Rapelli candidato alla vice-presidenza della Camera Roma, 23 settembre. c Le Camere sono di fronte ad un tentativo di violazione della Costituzione che esse hanno il dovere di respingere energicamente >: così la Voce Repubblicana — vale a dire l'organo d'uno dei quattro partiti della maggioranza — ha presentato stasera l'imminente dibattito della Camera dei deputati sulle competenze dei Tribunali militari. Il tono della citazione sarà sufficiente a dare una idea dell'asprezza cui è ispirata la nota e del solco che questa « prima prova > politica ha aperto tra i gruppi che sostengono l'attuale governo. L'accusa di incostituzionalità è estesa nel commento repubblicano anche al procedimento della questione di fiducia, che da qualche parte s'era suggerito al governo per consentirgli di superare le difficoltà che le proposte elaborate dP. Moro e da Taviani sicuramente incontreranno in Parlamento. L'uso e l'abuso dei voti d' fiducia, secondo l'argomentazione della Voce, non corrisponderebbe allo spirito della Costituzione nè ajla corretta prassi democratica. E' una tesi come un'altra, e come tale può essere difesa o contestata. Non si può tuttavia ignorare che i vari governi che si sono susseguiti dall'entrata in vigore della Costituzione il sono sempre valsi largamente della possibilità ammessa dal regolamento delle Camere di porre su una qualsiasi decisione la questione di fiducia, e di obbligare cosi al voto nominale. Il governo Sceiba, in sedici mesi di vita, chiese una diecina di voti di fiducia. Si è perciò ormai consolidata una prassi che sarebbe assai arduo rovesciare. Per il problema particolare in discussione, del resto, il governo ha già fatto ufficiosamente sapere che non in tènde fare dell'approvazione delle ■ sue proposte sulla competenza dei Tribunali militari una questione di fiducia. Questo sarebbe stato anzi il < prezzo > per ottenere dai ministri socialdemocratici e liberali presenti alla riunione del Consiglio dei ministri la approvazione degli emendamenti preparati da Moro. Rimane da chiarire, però, il punto politico più importante. Anche senza che venga posta la fiducia, Moro e Taviani potrebbero insistere nel loro propo¬ sito di dimettersi se il Parlaménto boccia le proposte governative: e allora, trattandosi dei due più autorevoli esponenti del gruppo di Iniziativa, sarebbe inevitabilmente la crisi. D'altra parte i parlamentari d.c, o una parte di essi, potrebbero « bloccare » con la destra, per far prevalere le tesi più illiberali: ed allora nell'imbarazzo verrebbero a trovarsi i gruppi laici. Con molta pazienza e con un sincero desiderio di raggiungere un contemperamento delle opposte esigenze, il Presidente del Consiglio ha dedicato anche oggi una parte della sua giornata alla questione: ne ha parlato con il vicesegretario della D.C. Rumor (Fanfani, come si sa, è in Germania, dove nei prossimi giorni sarà ricevuto da Adenauer) con il Guardasigilli Moro (che in serata è stato ricevuto anche da Gronchi), con il capo dell'Ufficio legislativo della D.C, Gui. La proposta di compromesso accennata dai socialdemocratici (mantenere al Tribunali militari la competenza per 1 soli reati di spionaggio) rimane ancora la sola prospettiva di accordo: ma occorre vedere, l'accoglienza che le farà il gruppo D.C. e l'atteggiamento che in quella sede assumeranno gli esponenti di Inizio...va. Si è lavorato molto nella giornata anche attorno alle richieste degli statali: uno dei due problemi che Segni intende risolvere < al più presto possibile ». Vanoni e Gava hanno continuato a fare i loro conti di ridistribuzione della somma già stanziata, Gonella ha discusso con Angelini e Braschi il modo per venire incontro alle esigenze dei ferrovieri e dei postelegrafonici. Domani nella già annunciata riunione colle giale si tireranno le conclu siòni. La cronaca dell'attività del Presidente del Consiglio va completata con un cenno al breve discorso che egli ha pronunciato al convegno degli assistenti ecclesiastici delle ACLI le associazioni dei lavoratori dell'Azione Cattolica. «La lotta di classe — ha detto Segni nel punto saliente del suo in tervento — ha attenuato nell'una e nell'altra parte la coscienza dei reciproci doveri. Ma ci conforta nella nostra "'ione un fatto: che si cominci a capire come il Vangelo abbia una rilevanza anche dal punto di vista dell'economia. In questa coscienza è la fiducia che la carità « la giustizia finiscano per essere giustamente compensate ». S'è subito levata, a commento di queste parole, qualche voce polemica. Vi si è visto un appoggio alle tesi « lapiriane > contro quelle dell'economia classica, anche recèntemente illustrate, in polemica con il sindaco di Firenze, da ,don Sturzo. Lo spunto, per lar verità, ci sembra inadeguato alle illazioni. Un Presidente del Consiglio, di fede cattolica, che parlava ad una assemblea di ecclesiastici, non poteva parlare altrimenti. L'elezione di ballottaggio tra i tre candidati della D.C. alla successione di Leone nella carica di vice-presidente della Camera, ha visto vincitore l'on. Rapelli con 87 voti, • contro i 79 di Cappa ed i 52 di Resta. Si è cercato di non dare alla votazione un significato politico molto accentuato, ed in parte vi si è riusciti. Si dice, ad ogni modo, che la vittoria di Rapelli sia stata resa possi bile dall'appoggio unitario di tutti gli amici di Pella. Nella elezione in -aula la candidatura Rapelli sarà presumibilmente sostenuta anche da altri setto ri: il suo successo può quindi considerarsi quasi sicuro. Enzo Forcella

Luoghi citati: Firenze, Germania, Pella, Roma