Il nuovo presidente Lonardi assicura piena libertà politica a tutti i cittadini

Il nuovo presidente Lonardi assicura piena libertà politica a tutti i cittadini FINE n E Imi* A DITTATURA IN ARGENTINA Il nuovo presidente Lonardi assicura piena libertà politica a tutti i cittadini Nessun proposito di vendetta - Sciolto il Palamento; presto saranno indette le elezioni - Oggi il generale farà il suo ingresso ufficiale a P'jenos Aires - Perón, sempre sulla cannoniera paraguayana, attende il permesso di lasciare le acque della capitale - Come vennero preparati ed attuati i piani della rivoluzione 1111 i IT1119111E11111111 11 11 ] I ■ 1111 It 111 [ 1111111 i II 111 k 111111(Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 22 settembre. . Domani a mezzogiorno il generale Eduardo Lonardi assumerà la carica di Presidente del nuovo governo provvisorio dell'Argentina. Lonardi è generale di divisione, di 59 anni, già. insegnante alla scuola superiore di guerra, riconosciuto negli ambienti militari come uno degli ufficiali più colti dell'Argentina. Il suo incarico più alto si svolse all'estero quando Lonardi rappresentò a Washington l'esercito argentino nel Comitato della difesa interamericana. Fu sempre avversario deciso al regime peronista: nel 1961 partecipò all'insurrezione sfortunata del generale Menendez per cui venne condannato al carcere e poi allontanato dall'esercito. Dal momento in cui uscì di prigione fino al 16 settembre pensò solamente al modo :n cui potevi* rovesciare Perón. Si dice che la rivoluzione operata da Lonardi noti somiglia a nessuna di quelle che si infransero contro l'astuzia di Perón e contro la forza dei generali a lui fedeli: Lonardi mise a frutto l'esperienza di tante sconfitte ed escogitò un piano esatto e fantasioso che in tre giorni travolse il tiranno. Fino al 16 settembre 1955 i ribelli avevano attaccato il dittatore a testa bassa puntando al colpo diretto sulla capitale. Fallirono tutti. Perón aveva sempre elementi fidati 1 ) 11111 M111TI [ 111111111111111 ) IMI il i 1 i 11111T11 ! 11C nelle posizioni chiave che, in un modo o nell'altro, riuscivano a stroncare ogni sommossa: quando il 16 giugno la Marina parve decisa ad andare fino in fondo, l'Esercito, che aveva promesso il suo appoggio, si ritirò all'ultimo minuto; a causa di questa defezione molti ammiragli preferirono non muoversi facendo naufragare la rivoluzione. Perón sapeva che finché non lo rovesciavano a Buenos Aires non doveva temere nulla, siccome si sentirà sicuro nella sua roccaforte non provava eccessivi affanni; se intuiva che qualche generale oli era avverso tentava prima di corromperlo, se non ci riusciva lo spediva in provincia a centinaia o migliaia di chilometri lontano. In questo modo si eran venuti a trovare nelle città o nei piccoli centri sperduti nella pampa decine di aiti ufficiali avversi al dittatore; ad essi si poteva aggiungere quasi tutta la fiotta da guerra che prudenzialmente era stata dislocata (la Perón a Puerto Madryn, ormeggio meridionale lontanissimo da Buenos Aires: queste forze disperse furono la massa di manovra del generale Lonardi. A Buenos Aires tutti riconoscono che il capo della rivoluzione vittoriosa avrebbe impiegato bene il suo tempo; per anni •iessè la tela sempre più fitta muovendosi come un cittadino qualsiasi per lontane guarnigioni, tenendo contatti, convincendo vecchi compagni ' d'armi a seguire i suoi piani, tornando e ritornando sui suoi passi nell'immenso Paese, confortando i dubbiosi, evitando accortamente di rivelare i suoi scopi, collocando al giusto posto nel suo piano i cari reggimenti su cui poteva contare come pedine su una scacchiera. Appare mirabile il modo ;n cui questo generale secondario, pensionato, -noto come avversario al regime, sia riuscito a tenere nascosta all'occhiuta polizia di Perón una rivolta così complicata e macchinosa e come abbia potuto aizzare colonnelli e generali inferiori cóntro i propri capi naturali senza che questi ne sapessero nulla; certo, tutta la rivoluzione è stata un vero capolavoro. Ad una esatta valutazione psicologica degli uomini — bastava che uno parlasse per rovinare tutto — Lonardi aggiunse una consumata perizia nell'esecuzione del piano. Il suo fulcro era la squadra navale i cui cannoni puntati su Buenos Aires dovevano costituire l'elemento risolutivo della rivolta: il problema era di farli giungere davanti ni porto. Sulla Marina, Lonardi sapeva di poter contare: essa era indubbiamente la forza armata più avversa a Perón. Doveva però valutare l'atteggiamento almeno ambiguo dei gradi supremi; l'ammiraglio Basso, comandante supremo della- squadra, non era uomo di cui potersi fidare: per sua fortuna, Lonardi trovò nel giovane contrammiraglio Rojas (ufficiale di 47 anni, anche lui insegnante alla scuola di guerra) un elemento della sua stessa tempra. Quando tutto venne predisposto, Lonardi vibrò il ■colpo. • Abbiamo già' detto nei giorni scorsi come: la rivolta partisse-dà Cordpha dovb'lieranor, concentrate, le' truppe per le manovre a cui aveva assistito l'ex ministro della Guerra Lucerò. Le manovre si svolsero in modo soddisfacente e alla fine di esse Lucerò ripartì tranquillo per la capitale. Appena si fu mosso, Cordoba si sollevò insieme ai centri minori attirando contro di sè la massa delle truppe di Perón. Parve secondaria la sollevazione contemporanea e lontana di Puerto Belgrano che invece era quella decisiva: Puerto Belgrano è a metà strada fra Puerto Madryn e la capitale ed aveva il compito di rifornire le navi marcianti a tutto vapore da sud verso la roccaforte di Perón. Se quei depositi non fossero stati in mano ai ribelli nel momento in cui la squadra fosse giunta nel porto, tutto sarebbe stato perduto. La flotta arrivò a Puerto Belgrano il giorno e l'ora stabiliti: sulla nave ammiraglia non sventolava più l'insegna dell'ammiraglio Basso, Bojas era il nuovo comandante. Sembra che Basso si fosse HllllllHIIIIIllllllllllllllH I lllllllllItlllIll rifiutato all'ultimo momento di partecipare alla ribellione, che avesse tentato di avvertire Perón ripetendo il giochetto del 16 giugno e che Bojas lo avesse messo nell'impossibilità di nuocere: Perón sapeva scegliere i suoi uomini, ma Lonardi non gli era da meno. La squadra potè pompare la nafta preziosa dai depositi di Puerto Belgrano già silenziosamente in mano ai ribelli, poi prese di nuovo il mare, verso nord, verso l'imboccatura del Rio, verso il Mar de La Piata, verso la città di Eva Perón e finalmente verso la capitale: le navi viaggiavano a tutta forza sulle acque dell'Atlantico in tempesta, pioggia e nubi benigne protessero l'azione. Essenziale era stato il rifornimento di queste vecchie navi; quando Lonardi a Cordoba seppe che la squadra era ripartita da Puerto Belgrano deve aver provato un giubilo immenso: ormai' Perón era nelle sue mani. A Cordoba si combattè accanitamente e il generale Videla Balaguer, comandante la piazza, contese a palmo a palmo il terreno ai governativi prevalenti per numero. Nelle altre province, sollevatesi in un secondo tempo, non vi furono duri combattimenti: in molte città la ribellione consistette nel cambiamento del sindaco. Rimasto con la sola capitale fedele, Perón tentò ancora di beffare gli avversari e invece beffò se stesso; Rojas era deciso a sparare sulla capitale fino all'ultimo colpo; i generali di Perón lo intuirono e preferirono arrendersi a discrezione; finiva in Argentina il tristo dominio del vecchio despota. A Buenos Aires, ormai rassicurata, se non serena, sono ricominciate le discussioni politiche riguardanti soprattutto le possibili intenzioni dei vin«itort Le forze della Marina e dell'Esercito sono tradizionalmente a destra, ma stavolta le personalità che hanno promosso la rivoluzione appaiono diverse. Lonardi è conosciuto da tutti come perfetto gentiluomo e militare studioso; sulle sue idealità politiche nessuno è in grado di affermare cose esatte. Generalmente è considerato con favore nei circoli politici democratici, anche all'estero il nuovo corso della politica argentina è valutato simpaticamente, come dimostra il rapido rialzo delle quotazioni del pesos argentino passato da 3B a 25 rispetto al dollaro. Forse Lonardi avrebbe rivelato sinceramente i suoi propositi in una intervista al collega francese Germinai che avrebbe parlato con lui ieri a Cordoba. Di queste sue dichiarazioni le più importanti appaiono quelle riguardanti la libertà.e la democrazia nell'Argentina di domani: Lonardi avrebbe sciolto il vecchio Parlamento peronista, avrebbe assicurato che il governo prov llllllllllIIIIIIMIIIIIIIIIII IMIIilllllllKIIIIIIIIIII MIIIIIIII 1111111 11 111 111 111 II 111111111II1 11 II visorio avrà caratteri nettamente democratici, tutte le libertà civili e politiche saranno riammesse, presto saranno indette elezioni libere nel Paese. I trattati di commercio stipulati dal governo peronista non verranno modificati, i prigionieri politici saranno rimessi in libertà. Verrà invece riesaminato il diritto di asilo accordato da Perón ai criminali di guerra nazifascisti e una commissione d'inchiesta indagherà sulle malefatte dei vecchi governanti. I successivi proclami, nobilmente liberali, hanno rassicurato maggiormente gli antichi oppositori del regime. Perón non potrà contare su una particolare indulgenza: di lui Lonardi avrebbe detto che giudicheranno i posteri, ma il tono della sua voce faceva intendere che anche egli aveva idee precise in proposito sicuramente poco favorevoli a Giandomenico Perón. Questi è sempre sulla cannoniera. paraguaiana che non può partire perchè avrebbe un guasto alla caldaia; a chi riesce ad andarlo a trovare, Perón ripete che ormai non si impiccia più di politica. Non pare di cattivo umore: dicono che mangi molto e con grande appetito. Paolo Pavolini Il gen. Eduardo Lonardi legge il messaggio alla nazione argentina. (Radiofoto)