L'incontro dei Savoia a Roma per discutere i comuni interessi

L'incontro dei Savoia a Roma per discutere i comuni interessi L'incontro dei Savoia a Roma per discutere i comuni interessi Non è ancora possibile dividere l'eredità di Vittorio Emanuele per le cause giudiziarie promosse dall'Erario - La questione del castello di Racconigi rimane ancora insoluta Roma, 20 settembre. Villa Polissena ed il Grand Hotel ove risiedono rispettivamente la ex regina Giovanna di Bulgaria e la principessa Maria di Borbone-Parma sono piene di fiori. I monarchici romani fanno a gara nell'inviarli. L'arrivo della contessa Jolanda di Bergolo e -delle figlie minori dell'ex re Umberto, Maria Beatrice e Maria Gabriella previsto per oggi, avverrà invece domani. Nella mattinata un gruppo di signore ha sostato a lungo dinanzi ai cancelli della villa ove abitano i principi d'Assia. Volevano vedére i componenti della famiglia reale e rendere loro omaggio. Ma l'ex-regina di Bulgaria e la principessa di Borbone erano già uscite per una breve passeggiata attraverso la capitale. Gli ospiti si sono poi riuniti per la colazione e nel pomeriggio hanno compiuto un altro giro per la città. Sui motivi che hanno riunito a Roma alcuni componenti della famiglia Savoia sono state scritte molte inesattezze dalla stampa quotidiana. L'avvocato D'Amelio, legale dei Savoia, ha voluto smentire che si tratti di un consiglio di famiglia ed ha detto: <In un semplice incontro tra stretti congiunti è normale che si esaminino anche interessi comuni, senza per altro che sia questo lo scopo principe della riunione». Ma la questione sollevata dalla successione dei beni dei Savoia, dichiarata formalmente aperta dalla sentenza emessa dal Tribunale di Roma nel dicembre del 1953, non è ancora del tutto risolta in sede giudiziaria. E', infatti, ancora in discussione la questione di Racconigi, .in quanto l'Avvocatura di Stato che assiste la pubblica Amministrazione, ha fatto- riserva di gravame avverso la sentenza del Tribuna/e di Roma. Questi giudici, come è noto, avevano dichia¬ Ulllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll rato che il bene costituito dalla tenuta e dal castello di Racconigi, donato dal re Vittorio Emanuele III al figlio Umberto in occasione delle sue nozze con la principessa Maria José del Belgio, doveva essere conferito alla massa ereditaria. Pendendo, quindi, ancora questa riserva dell'Avvocatura] dello Stato, ogni divisione dei beni alla quale dovesse ora procedersi, potrebbe anche subire un capovolgimento totale a seconda della sorte definitiva che il complesso di Racconigi (la entità patrimoniale più rilevante) potrà avere. E' noto che la tesi sostenuta in proposito dall'Amministrazione del Demanio è che il bene di Racconigi deve intendersi adesso integralmente avocata dallo Stato, a titolo di confisca, indipendentemente dalla quota spettante allo Stato medesimo sulla restante parte patrimoniale che risponde, al quinto dei beni. Di contro gli eredi sostengono, per mezzo dei loro legali, che l'unica norma su cui ci si deve basare è quella del Codice Civile, poiché Vittorio Emanuele III è deceduto quando la Repubblica era già istaurata e non può applicarsi al caso la regola contenuta nel Codice Civile per la quale il discendente ha l'obbligo della collazione dei beni ricevuti in donazione a favore degli altri discendenti coeredi. ... Il Tribunale di Roma ha accolto questa seconda tesi ed ha deciso in conformità; ma la sua decisione non è definitiva. Può ancora darsi che l'Avvocatura di Stato rinunci alla sua riserva d'impugnativa come può darsi che coltivi l'appello insistendo nella propria tesi. Soltanto se si avverasse il primo caso sarebbe definitivamente rimosso l'ultimo ostacolo che si frappone alla divisione, tra gli eredi e lo Stato, dei beni lasciati in Italia dal defunto sovrano. Oltre al castello di Racco¬ lIIIIIIIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIillllllllllllllllllll nigi che rappresenta il nocciolo della intricata vertenza, gli altri beni sono rappresentati da Villa Savoia, sita sulla via Salaria, dalle tenute nell'Agro romano, a Capocotta, dal castello di Pollenzo, con dipendenze di caccia in alta montagna nel Cuneese, dal castello di Sarre in provincia di Aosta, con cinque ettari di terreno. Questi i beni immobili che verranno divisi tra gli credi e lo Stato. Vi sonp poi i beni mobili ti cui quinto spetta anch'esso allo Stato e che sono rappresentati da collezioni di ceramiche, quadri, armerie, suppellettili di grande valore e la famosa collezione numismatica del defunto sovrano già donata allo Stato. A cura della Direzione delle Belle Arti si sta procedendo ora all'inventario di questi ul- D ! I ][ 11 i I 11 111 i 11111111111 ! 1111 i 11111 > 11111 ] I ^ 111111 ! 1111 ! timi beni.- In ogni modo { fa miliari di re Umberto esamineranno anche la situazione dei quattro quinti dell'eredità loro spettante, senza per altro procedere a divisioni per le ragioni su citate. A parte le riunioni, non si può non rileixire che gli augusti ospiti hanno approfittato per rivedere la città della loro giovinezza. Dalle indiscrezioni trapelate la regina Giovanna e la principessa Maria di Borbone hanno intenzione di dedicare molto tempo della loro permanenza a Roma nella visita delle principali basiliche roma ne care alla loro infanzia. Secondo voci non confermate si prevede l'arrivo a Roma, nei prossimi giorni, della principessa Maria Pia e di Alessandro di Jugoslavia. 111M i 11111HIM11 i IM1111111 Mt 1111111111 i 111111 1

Persone citate: D'amelio, Maria Beatrice, Maria Gabriella, Maria José, Savoia, Vittorio Emanuele Iii