La giunta militare aveva deciso di fare arrestare il dittatore

La giunta militare aveva deciso di fare arrestare il dittatore La giunta militare aveva deciso di fare arrestare il dittatore Una drammatica sedata nella notte - Disarmato a stento un generale che minacciava una strage (Nostro servizio particolare) .Buenos. Aires, 20 settembre. Perón è fuggito. Il dimissionario Presidente ha preso Imbarcò sulla cannoniera pàraguayana «Humaita» che.era all'ancora nel porto di Buenos Aires. Una delle emittenti radiofoniche controllate dagli insorti ha ordinato alla Marina rivoluzionaria di bloccare la fuga del dittatore. Circolavano già da ieri sera voci contrastanti sulla sorte di Perón che veniva dato a volta a volta morto, fuggiasco, rifugiato in casa di qualche esponente della. Confederazione del lavoro. Verso l'alba, però, si dava per certo che Perón aveva chiesto ed ottenuto asilo nell'Ambasciata dei Paraguay: vi era arrivato, si diceva, molto sereno dopo aver trascorso tutta la sera di ieri e una parte della notte nella residenza presidenziale nel quartiere Palermo. Se Perón era calmo, molta animazione regnava invece nelle stesse ore al Ministero dell'esercito, dove gli esponenti della. Giunta militare che aveva preso in mano le redini del Governo non riuscivano a mettersi d'accordo sulla maniera di regolarsi nei confronti del Presidente dimissionarlo. Fu una riunione lunga e dibattuta, alla Une prevalsero quelli che reclamavano l'arresto di Perón. La notizia fu portata al dittatore non si sa bene da chi; non è improbabile però che tempestivo latore dell'allarmante messaggio sia stato proprio uno degli ufflek li che si erano battuti per sottrarlo all'ignominia dell'arresto. D'altra parte, sembra accertato che non si trattò di una riunione segretissima, perchè, con la tensione che c'era, ogni tanto qualcuno entrava nella sala della riunione per segnalare gli sviluppi dèlia situazione nella capitale e fuori o per sollecitare istruzioni. Si è saputo, fra l'altro, che nella sala entrò ad un certo momento anche un generate, di cui non è stato precisato il nome, Il quale era armato di mitra e se non ne nacque una carneficina lo si deve alla rapidissima reazione di tre ufficiali presenti che lo ImmoMlizzarono e gli strapparono in teiv?t>o di mano l'arrca. E' tu~ur.;,,ic certo che Perón fu informato del suo Imminente arresto e provvide subito a cambiare aria. Stamattina vi era già moltissima gente' disposta a giurare che il dittatore si trovava già fuori del territorio della repubblica. Il giornale « Clarin» usciva in edizione straordinaria per annunciare che Perón aveva lasciato 11 territorio argentino a bordo di un aereo diretto al Paraguay. Non c'era verso però di ottenere una conferma e per tutta la mattinata, nonostante la pioggia si abbattesse ogni tanto a furiosi rovesci, c'è stata gente nelle vicinanze dell'Ambasciata paraguayana dinanzi alla quale stazionava un numero notevole di automezzi, soprattutto camion, la cui presenza era giustificata dal personale dell'Ambasciata come < misura precauzionale > per la difesa dell'edificio. Nel primo pomeriggio giungeva notizia dalla radio di Telco, che trasmette da Asunclón, che Perón si era imbarcato su una cannoniera paraguayana. L'ambasciatore Juan Chavez, rappresentante del Paraguay, assediato da telefonate, non confermava nè smenti' va la notizia, accentuando la confusione. Alla fine, vinta ogni esitazione, Chavez dava formale conferma alla notizia dell'imbarco di Perón e aggiungeva ch'egli stesso l'aveva accompagnato stamane, alle 10, sulla cannoniera. «Il dittatore appariva tranquillo — ha precisato Chavez — mentre si recava a piedi verso il molo, avviluppato in un impermeabile per riparar-? si dalla fredda pioggia. Egli indossava abiti civili e portava con sè una piccola valigia. Era accompagnato dal suo aiutante maggiore Cialceta. Al loro arrivo suìla cannoniera, li accoglieva il comandante Cesar Cortese, 11 quale assicurava ai fuggitivi la sua " protezione "». La cannoniera paraguayana, che stazza 865 tonnellate ed è armata cori otto cannoni, doveva salpare alle 18,15 (ore 22,15 Italiane), ma la sua manovra è stata bloccata dalle unità ribelli argentine. A Buenos Aires si è diffusa una voce secondo cui gli. insorti si riprometterebbero di iniziare un'azione di cattura della cannoniera paraguayana sulla quale si trova sempre Perón. Pare che residue forze fedeli al generale siano raccolte nel porto per < proteggere > eventualmente il loro ex capo. Ma non si' sa nulla di preciso. Fonti, diplomatiche dichiarano che giuridicamente lo « status > del dittatore equivale a quello di un rifugiato in una ambasciata straniera. Secondo le stesse fonti, la nave da guerra paraguayana, in base alle leggi internazionali, deve perciò essere considerata zona extra-territorlale. I capi ribelli avevano subito protestato per l'ospitalità concessa al dittatore dalla nave paraguayana e radio Asunción, poco dopo, comunicava che le autorità del Paraguay ignoravano quanto era avvenuto a Buenos Aires e assicurava ' che avrebbero negata ospitali. . politica a Perón nel caso che questi la chiedesse. Altri numerosi esponenti peronisti si accingono a tentare la fuga verso il Paraguay, ma per via aerea, dall'aeroporto internazionale di Ezeiza. C'è della confusione e della tensione a Buenos Aires e fuori per via di tutte queste voci di fughe, e anche un senso di smarrimento per gli sviluppi della situazióne,1 dato che non s: hanno notizie delle trattative fra i capi degli insorti e la Giunta militare che ha provvisoriamente raccolto l'eredità di governo. Le trattative pare non abbiano ancora avuto inizio. La Giunta aveva proposto l'austero palazzo che in passato ospitava "il governo nel quartiere Cabildo, poi aveva suggerito l'edificio della Corte suprema e infine il Ministero della Guerra. Gli Insorti fecero sapere che non sarebbero andati a Buenos Aires perchè spettava alla Giunta, in quanto erede di un regime sconfitto, di andare a trovare i capi rivoluzionari. L'amm. Isaac Rojas, comandante della flotta ribelle, disse che si sarebbe portato in vista della capitale con l'incrociatore Argentina dal quale si sarebbe staccato un motoscafo per andare a prelevare gli esponenti della Giunta Incaricati delle trattative. La pioggia che da ieri a' abbatte sulla capitale, la foschia e -le misure di sicurezza che pongono severi limiti alla cir¬ colazione non hanno consentt-ito a nessuno dì controllare iprevisti movimenti navali. Solo questa sera la radio della flotta ha lanciato un appello nel quale chiede che la popolazione evacui le zone costiere, aggiungendo che un bombardamento navale potrebbe avere inizio da un momento all'altro. La stessa emittente dichiara che 1 delegati della Giunta militare non sono ancora giunti a bordo della nave sulla quale devono svolgersi le trattative. La' radio insiste quindi nell'invitare la popolazione ad abbandonare'le zone costiere aggiungendo elle «le truppe di Perón si preparano a continuare la lotta ». C'è poi il timore di un qualche colpo di testa da parte dei dirigenti della Confederazione del lavoro, battagliera creatura del regime, i quali avrebbero in animo di mobilitare I più temerari elementi peronisti per una contro-rivoluzione. Stamattina la radio di Bahia Bianca ha lanciato l'allarme affermando che i capi della Confederazione stavano per proclamare uno sciopero generale. Secondo una. ultima notizia di Radio Montevideo, il Consiglio Supremo del Partito perorata avrebbe invitato i membri del Partito a < rimanere ai loro posti e ad attendere istruzioni ». " Sempre secondo Radio Montevideo sarebbe stata ascoltata una radio" rivoluzionaria clandestina operante In Buenos Aires. Questa radio avrebbe trasmesso da- Buenos Aires al Comando degli insorti di Puerto Belgrano un messaggio avvertendo che la < Confederazione Generale del Lavoro Argentina ha 10.000 uomini'armati in attesa di ordini». La Giunta, che temeva una reazione degli insorti alle voci di sciopero, provvedeva a far diramare per tutta la mattinata un comunicato In cui esortava la popolazione a continuare «con regolarità e. con cor¬ irettezza» la-propria attività e |a mantenere ia camm. > La capitale-risente in misura maggiore delle altre località ,di questa tensione. La vita sembra svolgersi abbastanza serena, ma è soltanto una serenità apparente. A dare l'impressione della calma è soprattutto il maltempo che tiene la gente bloccata in casa e nei pochi uffici che lavorano a pieno ritmo. Il servizio di sicurezza rimane imponente, con cordo ni di truppa e di marinai attorno ai comandi di polizia, agii ubici della radio, agli edifici governativi nonché alla banca eentrale e alla banca nazionale, La sede del Parlamento è stata fatta sgomberare e ne sono usciti numerosi deputati peronisti che vi avevano cercato, riparo per sottrarsi alle furiose dimostrazioni di piazza organizzate ieri sera da furibonde squadre di anti-peronlsti. Oggi, inóltre, dirigenti e attivisti della « Alleanza nazionale », che accoglie l'ala destra del partito peronista, si erano andati ad asserragliare nei locali del loro movimento e in una sala cinematografica nelle vicinan ze, e la truppa ha faticato non poco per convincerli a sloggiare. Altro elemento di tensione è stato portato da un comunicato della Giunta, che, smentendo propositi di riapertura di ostilità denunciati dalla radio degli insorti, ha ammesso che vi siano movimenti di truppa nel Paese ma li ha giustificati come spostamenti di reparti ai quali è stato dato incarico di assicurare saldamente ovunque l'ordine. E Infine vi sono le polemiche fra Giunta e insorti a proposito dei territori reciproca- mente controllati e sul quali stabilire la linea delle rispettive responsabilità per l'osser- = de»a cessazione del tuo- r ¬ co. Le comunicazioni sono piuttosto precarie da qualche giorno, accertamenti diretti e precisi non sono possibili e ne deriva una confusione di idee. a. p. ltlOudprtbnLselpmr Dimostrazioni In piazza San Martino, a Bueuoa Aires, per 1» caduta di Perón (Radiofoto)

Persone citate: Aires, Cesar Cortese, Chavez, Isaac Rojas, Juan Chavez, Puerto Belgrano