Comincia la vendemmia sui colli dei Monferrato

Comincia la vendemmia sui colli dei Monferrato Sotto il segno di una discreta abbondanza Comincia la vendemmia sui colli dei Monferrato Il sole e la pioggia degli ultimi giorni hanno molto giovato alla qualità del prodotto: molto ulta la percentuale zuccherina (Dal nostro inviato speciale) Asti, 17 settembre. A differenza dei loro colleghi di Vercelli e di Novara, alle prese con gravi problemi del riso, del latte e del bestiame, i contadini dell'Astigiano e dell'Alessandrino mostrano in questi giorni volti soddisfatti. L'annata agraria si sta chiudendo con risultati discreti; il raccolto del grano è stato eccezionalmente abbondante; il granturco, abbastanza buono. Solo i foraggi sono andati poco bene per la siccità; in compenso, ora, siamo alla vigilia di una vendemmia che si preannuncia superiore quantitativamente e soprattutto qualitativamente a quella dello scorso anno. Nell'Astigiano, l'aumento nei confronti del 1954 dovrebbe aggirarsi sul 6-7%, per tutti i tipi, dal barbera (65% della superficie coltivata a vite nella provincia) al moscato e alla freisa (10% ciascuno), al dolcetto, al brachetto, alla malvasia. Quanto alla qualità, notizie ancora più confortanti; varie analisi dimostrano che — in genere — si può contare su almeno un grado in più. Naturalmente, molto dipende dal tempo che farà in questi ultimi dieci giorni prima della vendemmia. Un po' di preoccupazione ha destato il freddo degli ultimi giorni: ieri mattina il termometro è sceso fino a 6 gradi. Per fortuna, le previsioni sembrano ora tranquillizzanti. I risultati complessivi sono tanto più soddisfacenti In quanto la grandine aveva arrecato danni gravi (specie a San Damiano, Ferrere, Scandeluzza, Cunico) che l'Ispettorato dell'Agricoltura calcola in un ammontare globale di circa un miliardo di lire. Meno cioè del miliardo e mezzo dell'anno scorso, ma sempre molto per un raccolto del valore (1954) di 15-16 miliardi. E a proposito della difesa antigrandine, è da segnalare il cortese ma fermo contrasto di opinioni fra due organismi, competenti entrambi, di Asti: secondo gli uni, essa è validamente servita a contenere i danni del maltempo, secondo gli altri, i suoi effetti sono stati nulli o quasi. Quanto ai prezzi, si delinea già l'atteggiamento dei commercianti che sottolineano la quantità del raccolto, e degli agricoltori che vantano la migliore qualità. AU'incirca i prezzi dovrebbero essere quelli dell'anno scorso ma è prematuro parlarne; slamo appena alle prime schermaglie: ad Asti, il mercato dell'uva si aprirà solo sabato prossimo. Eccoci a Canelli, che non si accontenta del titolo di c capitale del moscato»: «Produciamo — dice l'attivissimo ed entusiasta sindaco prof. Giovine — 300.000 litri all'anno di vermut, metà della produzione nazionale; paghiamo più di due miliardi all'anno solo di tasse di fabbricazione sull'alcool e lo zucchero; questo — conclude — è senza discussione il primo centro vinicolo italiano». E' al moscato, intanto, che Canelli ha dedicato la sua ottimamente riuscita < Prima Sagra » che si chiude domani in un'atmosfera lieta perchè la vendemmia si preannuncia buona quantitativamente e qualitativamente. Questa zona sarà una delle prime dove si comincerà a raccogliere, mercoledì prossimo. Ad Alba, ha cominciato a funzionare già stamane il mercato delle uve: molti curiosi, ma poca merce, una partita soltanto di 80 quintali di dolcetto della zona di Diano d'Alba trattata a 750 lire al miriagrammo. Per il barbera, si accenna a 760 lire. Nell'Alessandrino, dove la vendemmia avrà inizio solo ai primi di ottobre, si prevede un raccolto, forse leggermente inferiore all'anno scorso, ma ottimo come qualità. Come mercato, quello alessandrino, presenterà un volume di affari relativamente modesto in quanto la maggior parte della produzione verrà assorbita dalle diciannove cantine sociali della provincia. Nel Casalese, invece, slamo ormai alla vigilia della vendemmia: le cantine sociali hanno annunciato di essere pronte a ritirare uva già da martedì mattina. Anche in questa zona (14.000 ettari) si prevede un raccolto superiore del 3-5% a quello del 1954, e indubbiamente migliore come qualità. Analogo andamento nel Cuneese, a Dogliani , dove si è aperto oggi il mercato delle uve. Nelle prime contrattazioni relative a zone pregiate si sono avuti prezzi tra le 640 e le 730 lire al miriagramma (media dell'anno scorso, 664 lire).

Persone citate: Giovine

Luoghi citati: Alba, Asti, Canelli, Dogliani, Ferrere, Novara, Vercelli