Un nuovo pozzo di petrolio scoperto in provincio di Pescara

Un nuovo pozzo di petrolio scoperto in provincio di Pescara Importante giacimento a 500 metri di profondità Un nuovo pozzo di petrolio scoperto in provincio di Pescara Ieri notte la sonda incontrò Io strato calcareo - La popolazione assisteva in silenzio sulle alture - All'una e mezzo il primo getto salì in alto inzuppando uomini e cose (Dal nostro inviato speciale) Alunno, 16 settembre. Alle 1,30 di questa notte, nel pozzo di esplorazione di Valle Cupa n, 1, in territorio di San Valentino, è sgorgato il petrolio. Il nuovo giacimento è stato incontrato a 500 metri di profondità dal tecnici * della S.O.M.I.C.E.M., affiliata al gruppo E.N.I., sul terreno di proprietà di tale Nicola Del Principe. E' a trenta chilometri da Pescara e ad uno e mezzo, in linea d'aria, dai due giacimenti Cigno 1 e Cigno 2 scoperti all'inizio di quest'anno. Ho visto il petrolio sgorgato dal pozzo. E' racchiuso in una bottiglia di gazosa, è di color nero, odora fortemente. Un petrolio di eccellente qualità che non attende che d'essere estratto, speriamo, copiosamente. La storia del pozzo di Valle Cupa è semplice ed affascinante: il successo ha arriso, in brevissimo tempo, ad un pugno di tecnici e di operai. Il 15 aprile "scorso fu costituita la Somicem filiazione dell'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi). Le ricsrche di carattere geofilico, in provincia di Pescara, affidate alla nuova società per un'area complessiva di circa diecimila ettari, incominciarono a giugno. Fu il geologo Gian Carlo Facca ad indicare la zona di Valle Cupa come la più favorevole per un primo sondaggio. Egli aveva accertato che il tetto calcareo si trovava a n'nor distanza che negli altri luoghi dalla superficie del suolo: circa 500 metri. Il momento atteso Forte della sua esperienza, lo scienziato predispose un impianto adatto per una perforazione massima di 600 metri. La attrezzatura, tutta di produzione italiana, comportò una spesa inferiore ai 10 milioni di lire. Una decina di giorni fa, raggiunta una profondità dì 240 metri, si ebbero le prime avvisaglie. Ma non del tutto indicative: la «carota», che è il campione di terra che la sonda preleva alle volute profondità, palesava una sicura natura petrolifera del terreno, ma non offriva la certezza che l'< oro nero > si sarebbe trovato a profondità maggiore. Notte e giorno, la sonda continuò a penetrare nel terreno. Facca era sicuro: « Soltanto a 500 metri troveremo il tetto calcareo». Bisognava insistere, senza scoraggiarsi, con tenacia e fede. Mercoledì, all'esatta profondità indicata dai rilevamenti, la punta d'acciaio della sonda toccò il tetto dei calcari. Era giunto il momento tanto atteso e le successive ore avrebbero registrato una sconfitta o una vittoria. La perforatrice fu arrestata, I tecnici prepararono gli strumenti per la prova decisiva che fu tentata ieri di buon'ora. Fu una giornata di ansia, che seguiva la notte insonne. Nel piccolo cantiere, arrampicati sul traliccio, erano il direttore Facca, il geologo Giulio Fattorussi, il geofisico ing. Ugo Colledan, i geologi Schena e Marcias, il giovane ingegnere Francesco Guidi e la squadra di turno. La sonda riprese il suo ritmo e affondò nella coltre calcarea per suggerne gli umori. Intorno, sulle alture, buona parte della popolazione di Alanno assisteva in silenzio. Passò il giorno e venne la notte. Improvvisamente, verso la mezzanotte, un soffio di gas uscì alla superficie. Gli occhi degli uomini si fecero brillanti, i movimenti più nervosi. Ancora! Ancora! Con un cupo rimbombo la perforatrice avanzava a ricercare la preziosa laguna sotterranea. All'una e mezzo, mentre un gelido vento soffiava dalla Maiella già incappucciata di neve, un getto di petrolio fu lanciato in alto, inzuppò la torre d'acciaio, intrise gli abiti degli uomini, colpì i loro occhi arrossati. Chi al paese era ancora sveglio avverti dalle voci che giungevano dal buio vallonceilo che il petrolio sgorgava, e corse ad avvertire gli altri, bussando forte alla porta delle case: Il petrolio! Il petrolio! Giù al pozzo di Valle Cupa si era sinceramente commossi. Nessuno si curava degli abiti, dei capelli, del volto colpiti per più di mezz'ora dp schizzi di graveolente poltiglia nera: ci si stringeva le mani, ci si congratulava. E davvero vi era ragione di compiacimento, se si pensa che la perforazione era cominciata soltanto il 24 agosto. Il fervore durò Ano all'alba, e quando la pattuglia di tecnici e di operai rientrò al paese, 1 popolani, sugli usci e alle finestre delle case, battevano le mani. < Valle Cupa 1 » Ora che il pozzo < Valle Cupa 1 »~ha svelato la sua segreta ricchezza, altri pozzi la Somicem aprirà nella zona di Alanno, dove già sono in azione i pozzi < Cigno 1 » e < Cigno 2 > della società « Petrosud », che fa capo alla Gulf OH ed alla Montecatini. I nuovi pozzi della Somicem saranno ubicati uno in località Madonna della Croce, a due chilometri da Valle Cupa, altri due un po' più distanti, a Tocco Vasauria. I tecnici hanno buone speranze. Per quanto riguarda l'entità del giacimento ora scoperto, occorrerà attendere qualche tempo e predisporre intanto le necessarie operazioni d'indagine. Passato il momento di euforia, gli esperti non si sbilanciano, ma se un giudizio augurale potesse essere offerto dalla co¬ pia dei telegrammi che giungono da ogni parte d'Italia alla direzione della 'Somicem, esso non potrebbe essere che positivo. Come positivo, del resto, è l'annuncio che il Presidente del Consiglio ha voluto dare del buon esito delle ricerche, stamattina, durante la riunione del governo. Del successo dell'impresa la direzione dell'ENI aveva informato con un telegramma urgente il Ministro dell'Industria e questi, recandosi al Viminale, aveva comunicato la preziosa informazione all'on.le Segni. Al di là dell'entusiasmo del momento, è sicuro che v'è una fondata certezza per l'immediato domani. Delio Mariottì

Luoghi citati: Alanno, Italia, Pescara