Tito propone di trasformare i Balcani in un blocco neutrale di Stefano Terra
Tito propone di trasformare i Balcani in un blocco neutrale Tito propone di trasformare i Balcani in un blocco neutrale Albania, Romania e Bulgaria dovrebbero aderire all'alleanza jugo-greco-turca, che verrebbe sganciata dal Patto atlantico - La grave tensione tra Atene e Ankara (Dal nostro corrispondente) Atene, 15 settembre. Re Paolo di Grecia ha rinunciato alle vacanze in Austria ed ha deciso di rientrare subito ad Atene dopo un appello patetico dei partiti di opposizione. Il maresciallo Tito, al termine dei suoi incontri con il sovrano greco, ha affermato a Ragusa, in Dalmazia, la necessità che l'alleanza balcanica, allargata e non militare, comprenda anche Albania, Bulgaria e Romania. I giornali governativi ateniesi domandano la denuncia delle alleanze con l'Occidente in seguito all'atteggiamento assunto da Inghilterra e Turchia a proposito di Cipro. Le polveri nei Balcani erano bagnate quando perdurava la rigida divisione fra i due blocchi; sembra ora che in seguito al'.i distensione si sian fatte pericolose; si riaccendono le rivalità nazionaliste, già molto precise per quanto riguarda Cipro, ancora fluide in altri settori, ed in esse si innesta l'ampio disegno del maresciallo Tito per un'alleanza balcanica che includa i satelliti danubiani della Russia. Tale alleanza dovrebbe precedere l'attuarsi d'una fsderazione, comprendente tutti i paesi dal Danubio al Mare Egeo. Il saccheggio determinato e implacabile, condotto pochi giorni fa dai dimostranti turchi contro le proprietà dei greci ortodossi in ogni centro dell'Asia Minore, ha prodotto profondo risentimento negli ambienti politici ateniesi. Gli stes¬ si giornali governativi accusano il governo del maresciallo Papagos, malato gravemente da alcuni mesi, di essere caduto nella trappola della diplomazia britannica che, attraverso la conferenza tripartita di Londra per Cipro, ha Anito per mettere di fronte greci e turchi; deplorano la sua fiacchezza nel reagire contro l'ostilità della diplomazia, turca, accompagnata dalle distruzioni nei quartieri greci di Istanbul di Smirne. Così, mentre l'opposizione ha ottenuto da re Paolo l'immediato ritorno ad Atene per accogliere la richiesta dello scioglimento del Parlamento, si notano segni di incrinatura in seno al « Raggruppamento ellenico » capeggiato da Papagos, dove i giovani ministri sembrano ostili all'azióne del ministro degli Esteri Stefanopulos e si avvicinano all'opposizione. Malgrado le pressioni americane presso i governi di Atene e di Ankara per scongiurare una grave frattura nel sistema di alleanze nel Mediterraneo sud-orientale, la situazione non è migliorata. L'opinione pubblica greca chiede una revisione della politica estera del paese',' offesa com'è per l'« incomprensióne » occidentale; i ciprioti, sostenuti da Atene, vogliono uscire dalla condizione di sudditi coloniali britannici ed essere riuniti alla Grecia; il governo turco ha silurato tre generali e un ministro dopo i tumulti anti-ellenicì, ma non ha rinunciato alla ferma decisione di impedire la unione di Cipro alla Grecia. E' l'occasione buona per la diplomazia jugoslava. Il Maresciallo Tito ha profittato della minaccia di rottura nell'alleanza balcanica per affermare subito, anzitutto, che l'attuale alleanza jugo-grecoturca deve essere non militare e sganciata dalla N.A.T.O.; poiché, per evitare focolai di disordini nei Balcani, occorre allargare l'alleanza stessa ad altri popoli, appartenenti al blocco orientale per « dare a questa parte del mondo l'assoluta tranquillità ». La reazione greca nei prossimi giorni indicherà quali possibilità di successo abbia l'azione diplomatica jugoslava nel quadro della generale politica distensiva. Stefano Terra
Persone citate: Re Paolo
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