Una nuova città tedesca

Una nuova città tedesca IN MEZZO AD. UN BOSCO SU VECCHI "BUNKER,, Una nuova città tedesca E' nata nella primavera del '46 e si chiama Waldkraiburg - Il suo nome non figura ancora sulle carte ma i suoi ottanta, opifici producono già annualmente per trenta milioni di marchi -1 cinquemila abitanti sono tutti profughi partiti da zero (Dal nostro inviato speciale) Monaco, settembre. A sessanta chilometri da Monaco si può visitare un luogo favoloso, si chiama Waldkraiburg. Ha solo nove anni d'età, cinquemila abitanti, ma comincia a farsi conoscere nella Repubblica Federale. Nacque nella primavera del '46 sopra le rovine di cinquecento bunker di cemento armato, fatti saltare dagli americani alla fine della guerra. Vi arrivarono i profughi tedeschi dell' Est, con pochi marchi e il sacco in ispalla, si appiattarono tra le rovine come talpe. Oggi Waldkraiburg è una città. Sui bunker distrutti sono cresciute case e qualcosa come ottanta opifici, alcuni dei quali producono bilance di precisione che pesano anche il respiro. Si monta sulla pedana e si nota che l'ago non sta fermo, ha piccole e regolari oscillazioni, misura il peso dell'aria che esce ed entra nei polmoni. Se trattenete il fiato l'ago si calma ma non si ferma del tutto, i movimenti ritmici continuano ben visibili. Sono i battiti del cuore. Ma cominciamo dal principio. Waldkraiburg non è segnata ancora sulle carte, e raggiungerla non è semplice. Non meraviglia che si tratti di un luogo nascosto e fuori mano, nel silenzio fondo del bosco. Durante la guerra vi si tenevano le polveri, gli operai tedeschi vi maneggiavano tritolo e nitroglicerina, i bunker, basse casematte di cemento, ricoperte di terra e di alberi di acacia, sparse un po' dovunque, e legate da stretti sentieri coperti di rami, si potevano scorgere difficilmente fra il verde, ed erano invisibili dal cielo. - Con il solo zaino li viaggio verso Waldkraiburg è semplice per oltre cinquanta chilometri, finché si corre sulla strada che da Monaco porta a Passau, ma le cose si complicano quando viene il momento di lasciare la statale e di addentrarsi nel bosco. Chi non è esperto deve provare molte niiiiiiiiiiiiiiiiMiMiiiiiiiii iiiuitiiiiiiiiiiiiiiH volte prima, d'imboccare la via giusta; si attraversano selve dense e aspre, il profumo acidulo dei lamponi vaga nell'aria ombrosa misto all'odore della ragia, ci si sente lontani dal mondo, sperduti in un immite universo vegetale. E' qui . che d'improvviso appare una città, strade d'asfalto, negozi lucenti, ciminiere, manifesti pubblicitari, automobili pinnate come squali, case geometriche irte di antenne televisive. La maggioranza dei cittadini di Waldkraiburg sono profughi dalle terre dei Sudeti, cioè considerati più tedeschi dei tedeschi. I primi arrivarono nella primavera del '46, con trenta chili di roba nello zaino, quanta cioè ebbero il permesso di portare con sè, e con qualche centinaio di marchi; un po' alla volta, attraverso canali tortuosi, arrivarono gli. .altri. Tutti, possiamo dirlo, cominciarono da «ero, e tutti oggi hanno un lavoro e una casa, parecchi sono diventati milionari. Jl pioniere di Waldkraiburg a cui si devono le prime iniziative, è un uomo di circa 65 anni, soffre d'asma, è magro e giallastro, sembra non valere due soldi. A Oablonz, donde l'hanno cacciato insieme con la moglie e due figlie, possedeva un grande albergo e alcune konditorei rinomate per la qualità dei. dolci. Finiti i pochi marchi portati con sè, Friedrich P., che abitava in fondo di un bunker.mezzo rovinato, si guardò intorno e si impiegò insieme alla moglie in una non lontana fabbrica di caramelle. I P. confezionarono trentamila sacchetti di cellophane, con i soldi messi da parte allestirono una pasticceria dentro un bunker di Waldkraiburg, ben presto sotto le verdi volte del bosco cominciò a spandersi uh profumo di dola vanigliati. Più che ai compagni di fuga, i P. miravano ad attrarre gli abitanti dei vicini villaggi agricoli, abituati solo all'odore del pane casalingo. L'intuizione fu giusta, i iiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiii itimii nititiiiiio contadini sempre più numerosi, cominciarono a rifornirsi dai P., che di li a poco pensarono .di aprire un piccolo ristorante. Si tratta dì una casettina di legno, che sembra uscita da una favola di Grimm. Sulla porta d'ingresso è dipinta una vecchia strega con la scopa, e sul frontone appaiono le celebri parole: «Knusper, Knusper, Knusper, wer knuspert in meinem Hàuschen ? >. I waldkraiburghesi ve l'additano orgogliosi, di li è cominciata la loro incredibile favola. Ha già l'aria di un piccolo museo, nessuno infatti vi desina più, i clienti vengono ospitati nell'enorme costruzione di cemento armato che è cresciuta accanto, dove è il nuovo ristorante, e il nuovo albergo munito di stanze con bagno è di una vasta saia da ballo ornata di specchi e di vetri dipinti. La casetta della strega^ dove al pari di Hànsél e Gretel (?, hanno trovato fortuna, ai apre solo ai visitatori, conserva ancora i tavoli e le sedie rustici, ed è piena di gatti neri e civette imbalsamate. Utilizzate anche le scorie Dietro l'esempio del signor P. altri profughi cominciarono a darsi da fare; il risultato: ottanta fabbriche. Si tratta in gran parte di piccoli opifici, altamente specializzati che ricordano di lontano quelli sparsi nelle ombrose foreste del Giura; i più grandi impiegano circa quattrocento operai. Come gli svizzeri, i waldkraiburghesi lavorano in prevalenza per l'esportazione, producono annualmente trenta milioni di marchi di manufatti e ne vendono all'estero venti- milioni. Il giro d'affari, è imponente se si pensd che la cittadina numera cinquemila abitanti. ...... Cosa prodiiconot Nella via principale di Waldkraiburg, fiancheggiata da molti negozi, si apre una vasta sala dove è esposto in permanenza tutto ciò che esce dagli opifici cittadini. La vita è sorprendente, anche se non si pensa che nove anni fa questa gente viveva nel bosco, si cibava di patate bollite e di frutta selvatiche. Dai fondi della selva selvaggia, odorata di muschio, visitata da caprioli e lupi, escono servizi di cristallo purissimo, con intagli delicati, ornamento di tavole patrizie; apparecchi chimici di precisione, siringhe e strumenti musicali per professori d'orchestra, clarini e flauti gentili, trombe argentine. S'indovina una pazienza artigiana che soltanto la profonda Quiete e l'alto silenzio dei boschi può indurre nell'animo; e non a caso, come accennato, gli orologiai svizzeri lavorano tra i verdi alberi del Giura, lontano dai frastuoni metropolitani. Abbiamo parlato delle bilance di precisione, ma altri articoli rivelano l'alto livello tecnico. In questa sala spiccano capi di vestiario in materia plastica, impermeabili, giacconi da motociclista, biancheria vaporosa e calze di seta. Danno la misura di una rinascita che ci fa ammirati e insieme pensosi. Dentro una vetrina scorgiamo una serie di bottoni; la materia prima è un frutto esotico, dalla scorza ossea, chiamato « noce di sasso ». Arriva a questo paese sperduto nel bosco (e non ancora segnato nelle carte) direttamente da Tahiti e dall'Ecuador, segno chiaro d'intraprendenza vivace. Mi spiegano che t fabbricanti, fatti i bottoni, non buttano via i cascami ma li tritano e ne cavano un mangime nutrientissimo per cavalli e maiali. Chi parte, o meglio chi riparte da zero, impara a servirsi delle scorie. Questa fàvola vera nata in mezzo al bosco, dopo Grtmm s'ispira ancTie a Collodi, e alle famose bucce delle pere. A Waldkraiburg non si butta via niente, tutto può servire. Tra i manufatti esposti nella grande sala abbiamo visto . alcune bacinelle color grigioverde, rettangolari, simili a quelle che si adoperano negli studi fotografici. Notando stampigliate tre croci e la data 1939-1945, che si riferisce alla seconda guerra mondiale, abbiamo chiesto spiegazioni e, con un vago sorriso, ci hanno risposto: <Sono casse da morto ». Si tratta di piccole urne robuste e di peso lieve che vengono spedite via aereo per raccogliere e trasportare in patria le ossa incenerite dei soldati tedeschi caduti durante la campagna d'Africa. Le bacinelle, o meglio le urne, sono fatte con le parti del luppolo e della patata che di solito si buttano via e alludiamo alle fibre contenute nelle piante; vengono trattate con acidi e compresse. Non si butta via niente, meno che meno i bunker rimasti intatti, e ve ne sono ancora molti. Si tratta di edifici a un piano, larghi e bassi, che somigliano a carri armati visti di profilo. I waldkraiburghesi vi hanno praticato finestre e porte, spesso innalzandoli di un piano, cui si accede per una scala esterna. In molti casi vi hanno sistemato la fabbrica che può comprenderne cinque o sei, abbastanza vicini e collegati l'uno all'altro da strade capaci, e praticabili anche dagli autocarri. IT bosco, che è immensa spugna, assorbe e distrugge i cattivi odori, le esalazioni mefitiche, gli operai respirano aria balsamica. E' interessante la chiesa, costruita 'entro un enorme bunker, così alto e spesso che le bómbe non riuscirono a distruggerlo. Nel luogo dove un tempo si maneggiavano gli alti esplosivi destinati ad uccidere, ora i waldkraiburghesi pregano Dio. Hanno praticato finestre, messo vetri a colori, demolito le paratie che servivano a proteggere l'uno dall'altro gli artificieri; l'interno appare abbastanza ieratico, benché vi permanga aria di fortezza. La popolazione di Waldkraiburg aumenta sempre, si prevede che tra un ventennio raggiungerà i trentamila abitanti: l'ultima città della Germania sta crescendo, in proporzione, più presto di tutte le altre. Si parla di un grande avvenire. Pare che il suolo nasconda importanti giacimenti di petrolio, alcuni sondaggi sono risultati lusinghieri. Circondano, infatti, questa febbrile città nata da zero, numerose torri di traliccio, con le perforatrici conficcate a migliaia di metri nel terreno. La favola di Waldkraiburg, dunque, non è ancora finita, e non meraviglia che il suo nome, pian piano, stia diventando il simbolo, per molti preoccupante, della rapida e febbrile resurrezione tedesca. Alfredo Todisco

Persone citate: Alfredo Todisco, Collodi, Friedrich P., Grimm

Luoghi citati: Africa, Germania, Monaco, Oablonz, Waldkraiburg