Incontro tra Gronchi e Segni sul problema dei Tribunali militari di Enzo Forcella

Incontro tra Gronchi e Segni sul problema dei Tribunali militari Incontro tra Gronchi e Segni sul problema dei Tribunali militari lì Capo, dello Stato ha sollecitato anche la nomina dei cinque giudici costituzionali » Una vivace riunione della direzione d. c. - 11 Presidente del Consiglio precisa a Fanfani che non porrà la questione di fiducia sul progetto del Guardasigilli Roma, 13 settembre. In attesa delle decisioni conclusive della Camera — che ne tratterà alla ripresa dei suoi lavori nell'ultima decade del mese — la questione del Tribunali . militari è stata ancora trattata oggi dalla Commissione parlamentare della Giustizia, dalla direzione del partito di maggioranza e, presumibilmente, nel colloquio che il Presidente del Consiglio ha avuto stasera con il Capo delio Stato. La Commissione aveva da completare l'esame del testo unificato della legge da presentare all'Assemblea, tenendo conto degli emendamenti presentati ieri, a nome del governo, dal Guardasigilli. Ha esaurito il suo compito senza per altro 'diradare quell'impressione di confusione e d'imbarazzo che le sue precedenti riunioni avevano destato negli osservatori. I primi articoli del progetto sono rimasti com'erano stati approvati nel giorni scorsi, senza tenere conto degli emendamenti del governo, che sarà perciò costretto a presentarli nuovamente in aula. La definizione del concetto di « reati militari » è stata accantonata, e ci si è rimessi al governo, che ha assicurato di presentare un apposito disegno di legge non appena verrà approvato il provvedimento in corso di esame. Si è, di contro, approvato un emendamento a suo tempo proposto dall'exGuardasigilli De Pietro, tendente a dare dei casi di « connessione » un'accezione più ristretta di quella proposta dal suo successore: l'emendamento aveva di per sè scarsa importanza, ma ha sorpreso che esso sia stato approvato con l'appoggio del monarchici e dei missini; i partiti minori hanno in Commissione un solo rappresentante, ed 1 d.c banno usato con molta disinvoltura i voti delle destre, come maggioranza di ricambio. Scarse sono state quindi, in sostanza, le indicazioni offer¬ te dalla Commissione ai fini di quanto potrà avvenire quan¬ do la Camera, in assemblea plenaria, affronterà la dibattuta questione. Non altrettanto si può dire, invece, della riunione d.c, dove il problema è stato dibattuto a fondo ed Inquadrato nella più ampia considerazione dei problemi cui il governo dovrà maggiormente rivolgere la sua attenzione nel prossimi mesi della sua attività. , La riunione si è svolta, com' é ormai consuetudine, nella villetta periferica della « Camilluccia », sufficientemente protetta dagli sguardi indiscreti del giornalisti. I «recuperi di vacanza» trattengono fuori Roma ancora alcuni dirigenti, cosi che anche la seduta d'oggi — come già ieri quella del Consiglio dei ministri — si è dovuta tenere a quadri ridotti. Era presente, però. Segni, ed è stato anzi, da quel che si è potuto capire, uno dei maggiori protagonisti della seduta. Da qualche tempo le riunioni più importanti dell'organo dir rettivo democristiano sono dominate da un dialogo — che volte diviene contrasto — tra la posizione del segretario dei partito e quella del Presidente del Consiglio. Anche oggi deve esser stato così. Fanfani, nella sua relazione, ricordando che nel prossimo anno si dovranno tenere le elezióni amministrative, ha insistito sull'urgenza di realizzare i ■ punti programmatici del governo di più spiccato carattere sociale; non ha detto che l'attuazione delle norme costituzionali su cui il Presidente del Consiglio sta con tanta passione insistendo non sia compito altrettanto importante: ma, insomma, ha lasciato comprendere che gli altri problemi gli stanno più a cuore e che giudicherebbe un fatto negativo se si dovesse perdere molto tempo per questioni analoghe a questa dei Tribunali militari. Segni, anche lui senza dare all'intervento un tono polemico, ha sottolineato che l'attuazione delle norme costituzionali è un impegno che il Presidente della Repubblica aveva indicato nel suo messaggio e che il governo ha fatto proprio, dal quale non si può derogare. Ciò non significa che 3l debbano porre in seconda linea gli altri impegni programmatici, ed è intenzione del governo avviarne la so luzione con eguale sollecitudine. Purtroppo la situazione politica del Paese è tale (e nessuno potrà dire se, così dicendo, il Presidente del Consiglio pensasse anche alia situazione interna della Democrazia Cristiane) che la soluzione di ogni problema va avanti con fatica e difficoltà: come dimostrano gli ultimi due esempi della vertenza degli insegnanti e delle competenze dei Tribunali militari. A proposito di questi ultimi, Segni avrebbe fatto intendere chiaramente che non è sua intenzione porre la questione di fiducia sugli emendamenti presentati da Moro, quando verranno discussi dalla Camera. E così si può meglio apprezzare la portata di quel suo accenno all'interpretazione delle norme costituzionali come « problema giuridico e non politico» che fece nelle dichiarazioni rese dopo il colloquio con Leone. Come questione politica, l'approvazione di questa o quella soluzione dovrebbe restar; nell'ambito della maggioranza governativa; come questione giurìdica questa maggioranza può variare e allargarsi, a destra o a sinistra, senza che nessuno possa scandalizzarsene. Oggi, si è visto, alcuni emendamenti sono stati approvati in commissione da democristiani, monarchici e neofascisti. Domani potrebbe prevalere, invece, la tesi più liberale con l'appoggio di una parte dei democristiani, dei laici e delle sinistre. Il dialogo tra Fanfani e Se gnì, che poi naturalmente si è allargato a tutti gli altri pre senti, si è concluso con l'approvazione di un comunicato abbastanza vago, dove, comun que, si esprime < l'apprezza- [ elmento della direzione per l'o- pera compiuta dall'on. Segni I ed il più cordiale augurio per l'attività futura ». Il punto- di vista di Segni, contrario a porre sulla competenza dei tribunali militali la questione di fiducia, sarebbe stato accettato dalla direzione; si sarebbe comunque rimasti intesi di far discutere ampiamente le proposte governative dall'assemblea dei deputati democristiani, in modo di stabilire una comune linea di condotta. In serata, come si è detto, il Presidente del Consiglio si è recato al Quirinale, dal Capo dello Stato. II colloquio è durato un'ora ed un quarto e si presume che esso abbia avuto particolare riguardo per l'attuazione delle norme costituzionali; dall'elezione dei giudici dell'Alta Corte all'interpretazione dell'articolo 103. Gronchi considera giustamente indispensabile dare sollecita attuazione alle norme costituzionali che da anni rimangono in sospeso: si può credere che pensi anche d'interporre i suoi buoni uffici — nei modi che riterrà più opportuno — per far sì che 11 Parlamento riesca, finalmente, a trovare un accordo sulla nomina del giudici costituzionali. Ed è infine da registrare la voce secondo la quale egli rifiuterebbe la firma alla nuova legge sul Tribunali militari se non la riconoscesse aderente ad una retta interpretazione dell'art. 103: è, come si sa, nelle facoltà del Presidente della Repubblica rinviare con messaggio motivato i progetti di legge al Parlamento. Enzo Forcella

Persone citate: Fanfani, Gronchi, Moro, Segni

Luoghi citati: Roma