Due condanne e un'assoluzione al Tribunale militare di Bologna

Due condanne e un'assoluzione al Tribunale militare di Bologna Due condanne e un'assoluzione al Tribunale militare di Bologna Selle mesi e 4 giorni di reclusione, con la condizionale, a due direttori di periodici comunisti - Un terzo imputalo assolto per insufficienza di prove (Dal nostro corrispondente) Bologna, 9 settembre. Con gli ultimi tre processi si è conclusa oggi al Tribunale Militare territoriale di Bologna! la serie delle cause a carico di un gruppo di giornalisti arrestati recentemente sotto l'accusa di vilipendio al Governo o alle Forze armate. Giuseppe Cantagalli, da Lugo, della classe 1925 ed appartenente alla Marina militare, era chiamato in causa quale direttore del giornale murale del P.C.I. di Lugo per una vignetta apparsa il 26 settembre 1954; nella vignetta si vedeva il ministro Eden presentarsi alle carceri di Regina Coeli, di Roma, ed ottenere questa risposta da una' guardia carceraria: <No, eccellenza, il Governo non è qui >. L'imputato, interrogato dal presidente col. Bossi, ha dichiarato di aver sottoposto la vignetta incriminata per l'approvazione al funzionario di P. S. di Lugo; questi concesse l'autorizzazione e poi denunciò li responsabile del giornale murale sul quale la vignetta era stata q.uìss9. ' ■ Il Tribunale ha condannato 11 Cantagalli a 7 mesi e quattro giorni di reclusione militare e, avendo applicato i benefici di legge, ha ordinato l'immediata scarcerazione dell'imputato. Analoga conclusione ha avuto il processo contro Renato Bastianelìi, da Ancona, marinaio in congedo, della classe 1924, direttore responsabile del periodico: «Pace, Lavoro, Libertà>. Sul numero del 23 agosto 1954, in un articolo, il Governo venne definito < capocottaro> ed accusato di avere fatto ricorso «'alle forme più vili per far tacere le denuncle contro una società di corrotti e d'incapaci ». Più complesso l'ultimo processo a carico del dirigente dell'ufficio stampa della Camera confederale del Lavoro di Bologna, Giancarlo Grazia, imputato di vilipendio al Governo, quale autore di un articolo apparso il 15 gennaio scorso sull'organo della Carne ra del Lavoro bolognese: La Voce dei Lavoratori. In esso era detto: « Ma cosa importa la Costituzione a certi organi di Governo? Per essi hanno valore le famigerate leggi ema nate dal fascismo... per soffocare la libertà... e creare un regime di arbitrio», e si pre cisava che < Governo e mono polisti fanno a gara per affossare la Costituzione e creare nelle fabbriche e nel Paese un regime poliziesco... e trascinare, sempre più speditamente, il Paese sulla strada della guerra atomica svolta dagli imperialisti americani ». Il Grazia ha precisato che la sua critica era rivolta non al Governo, ma agli organi locali, e precisamente alla Prefettura e alla Questura di Bologna. Il P. M. ha presentato richiesta di condanna particolarmente grave (la stessa fatta per Armaroli): un anno e 3 mesi di reclusione militare. Prima di concludere, il P. M. ha dato lettura di una missiva pervenuta al Procuratore militare di Bologna con la quale il «Tribunale del Popolo n. 5» gli comunica che per l'opera «faziosa» svolta nei processi in corso egli sarà processato «come un volgare farabutto» il giorno in cui «il Tribunale del Popolo n. 5 avrà giurisdizione ». Interessante la tesi svolta dal primo difensore avv. Coppola: «Il Tribunale Militare — ha detto — procede contro il Grazia in forza dell'art. 7 del Codice Penale militare di pace, che parla di «militari in congedo»: poiché l'art. 3 dello stesso codice il servizio militare ha inizio al momento della presentazione del cittadino alle armi, ed è l'arruolamento che imprime al cittadino la qualifica di «militare», l'imputato Grazia che non ha mai prestato servizio militare, che non è mai stato arruolato, che, in conseguenza della lotta partigiana, è stato dichiarato due volte rivedibile (e durante le pratiche per la riforma l'autorità sanitaria militare lo ha sempre considerato « civile ») non è mai stato militare e quindi, se può essere conside rato «in congedo illimitato», non può essere ritenuto «militare in congedo illimitato». Il secondo difensore, sen Terracini, ha trattato, invece, la teoria sulla competenza del Tribunale militare a giudicare cittadini che non dipendono più dalle forze armate, e ha sostenuto che la Costituente, nel redarre il famoso art. 103, aveva avuto la precisa intenzione di limitare la competenza del magistrato militare e di sottrargli il giudizio sui civili. Il sen. Terracini ha ricordato che proprio in questi giorni il Tribunale militare di La Spe zia ha accolto tale tesi limitativa e si è spogliato della competenza nei confronti di un militare in congedo, rinviando gli atti al magistrato ordinarlo. La Córte è entrata in camera di consiglio alle 19,5 e ne è uscita alle 20,20. Il Grazia è stato assolto per insufficienza di prove. Il verdetto è stato accolto da uno scrosciante applauso del numeroso pubblico. c. c.

Persone citate: Armaroli, Cantagalli, Coppola, Giancarlo Grazia, Giuseppe Cantagalli, Renato Bastianelìi, Terracini