Drammatico bivacco sul Cervino un giovane ha i piedi congelati

Drammatico bivacco sul Cervino un giovane ha i piedi congelati Per un'intera notte aggrappati ad una roccia sulla parete Est Drammatico bivacco sul Cervino un giovane ha i piedi congelati In cordata con Walter Bonatti, a 200 metri dalla vetta sono sorpresi dalla tormenta che li blocca in un difficile passaggio - La discesa ed il ricovero in ospedale Walter Bonatti, la giovane guida che ha conquistato due settimane fa l'Inviolata parete del Dru, ha perso una scommessa con un amico per colpa del maltempo sul Cervino. S'era impegnato a portarlo fino in vetta attraverso il difficile itinerario Est, apertG per la prima volta da Carrel; ma quasi al termine dell'impresa, quando restavano da scalare poco più di duecento metri, la tormenta ha costretto i due alpinisti a bivaccare a quota 4200; dal tardo pomeriggio fino all'alba, dodici lunghe ore trascorse su una strettissima cengia, le gambe penzoloni nell'abisso, assicurati con le funi ai chiodi piantati nella roccia per evitare di precipitare durante il sonno. Il signor Anacleto Guglielmo, un giovane di trentanni, appassionato della montagna e che ha al suo attivo un gran numero di ascensioni, si era accordato con l'amico Bonatti per compiere assieme la scalata del Cervino attraverso l'ardua via del Ftlrggen. Era sicuro della sua guida (« Con Walter — va ripetendo ancor oggi — potrei dar l'assalto con tutta tranquillità a qualsiasi montagna »), ma per scherzo, forse anche pensando al capricci del tempo in questa stagione già avanzata, aveva scommesso una birra l'avrebbe pagata lui se l'ascensione si fosse svolta regolarmen IIIIIIIII|IllllIlllIllIllllllllll(M|lllllll|fII|lllllllIIj te; In caso contrario avrebbe pagato Bonetti. Sabato mattina 11 signor Guglielmo aveva lasciato la sua fabbrica di bottoni di corso Casale n. 103 e, in macchina, aveva raggiunto Bardonecchia. Preso a bordo Bonatti, i due si erano diretti a Cervinia, dove giungevano nel pomeriggio. Una breve sosta por salutare Achille Compagnoni,- ancora sofferente per il congelamento riportato durante la conquista del K 2; ma la famosa guida del Breuil si trovava a Torino appunto per curare le dita Intaccate dal gelo. In funivia i due alpinisti proseguivano per la Testa del Ftlrggen a 3600 metri. Verso le due della notte sulla domenica iniziavano l'attacco dei primi roccioni della parete Est del Cervino. Il tempo era incerto; scuri nuvoloni sospesi a mezza altezza sembravano promettere tempesta; verso Oriente, però, il cielo appariva limpido. L'aria era freddissima. Bonatti e Guglielmo procedettero con prudenza su per le placche di roccia coperte da uno strato di ghiaccio, ma non trovarono eccessive difficoltà; o piuttosto gli ostacoli, le insidie del cammino erano superati dall'esperienza dello «scalatore del Dru ». Dopo circa 500 metri di arrampicata i due alpinisti raggiunsero un'altra cordata. Era composta da Alderighi, il giovane che rischiò la morto per aver voluto passare sulla vetta del Cervino il Natale del 1952, e da Guido Rossa, l'amico che sali a soccorrerlo insieme con la guida Jean Pelìlssler. La cordata aveva fatto « alt » in parete. SI stava discutendo di un portafogli perso durante la sosta al rifugio dell'Ortondè: 11 portafogli conteneva una somma non piccola e 1 documenti del Rossa. Preoccupati di non ritrovare, se avessero lasciato trascorrere tròppo tempo, le importanti carte, o piuttosto temendo che il tempo, già voltato verso il brutto, opponesse condizioni proibitive alla loro avanzata, l'Aldcrighi e il Rossa decidevano di desistere dall'impresa. Bonatti e Guglielmo, invece, proseguivano la scalata. La cresta era ormai Immersa nella nebbia; folate di vento gelido soffiavano a tratti con forza tale da minacciar di strappare gli alpinisti dalla roccia. Essi fecero ancora, a fatica, circa 150 metri, quando di improvviso 11 colse la tormenta. Furono investiti da raffiche rab¬ llllllllilllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllli biose; il nevischio penetrava con le punture di mille spilli nel volto, sferzava le palpebre quasi accecandoli. Erano le 18,30 di domenica. Impossibile proseguire. I due, che si trovavano a circa 250 metri dalla vetta, con uno strapiombo di centinaia e centinaia di metri sotto i piedi, decisero di bivaccare. Non avevano previsto di passare la notte in parete e non si erano forniti dell'equipaggiamento necessario. Soprattutto il freddo li preoccupava: anche in queste notti di estate la temperatura può scendere a 20-30 gradi sotto zero. Trovata una stretta cornice di roccia vi si appollaiarono, assicurandosi con le funi ai chiodi piantati saldamente nel vivo della pietra; per evitare il congelamento dei piedi, vuotarono gli DIIIlllllllIlllllllllllllllllllillllllllllllllllllIllllllI zaini e si fecero due grossi cappucci- iri cui infilare le gambe. Le ore si aggiungevano alle ore, senza che gli alpinisti riuscissero a prendor sonno, montro la bufera li ricopriva a poco a poco di uno strato ghiacciato. Con i primi chiarori dell'alba, sembrò che la tormenta cominciasse a quotarsi; ma presto riprese a turbinare con violenza. I duo decisero di tornare a valle: per render piti facile e più rapida la discesa, Bonatti guidò la cordata sulla parete Sud, su quella che è la via ordinarla per l'ascensione del Cervino. Dovette scalinaro con la piccozza centinaia e centinaia di metri di neve compatta, rincuorare il compagno che più di lui aveva risentito del tormento di quella notte. Il Guglielmo provava un certo stento a camminare, gli sembrava che il sangue non circolasse regolarmente ' nel piedi stretti fra l lacci• del Ramponi. Nella serata di doménica Bonatti e l'amico raggiungevano la capanna Luigi Amedeo -e quindi il rifugio Duca degli Abruzzi. La terribile avventura era conclusa. Nella giornata di lunedi 1 due erano a Torino. Per precauzione il Guglielmo si recava ieri mattina'.all'Istituto. («Intfflco'' ortopèdico Maria/Adelaide,'i'aòve veniva ricoverato per un principio di congelamento. E' stato sottoposto alte cure del caso. e. 1 medici non disperano di poterlo portare fra non molto tempo a completa guarigione. L'alpinista Anacleto Guglielmo durante un'ascensione

Luoghi citati: Bardonecchia, Breuil, Torino