In casa del presunto assassinotrovate le scarpe della vittima

In casa del presunto assassinotrovate le scarpe della vittima Il ladro di bestiame ucciso ed arso in una baita del Verbano In casa del presunto assassintrovate le scarpe della vittim Avrebbe ucciso per timore di un ricatto - Il cadavere nella gerla ed il vano tentativo di distruggere le tracce del crimine - L'indiziato nega ogni colpa DAL NOSTRO INVIATO Verbania, lunedì mattina. / resti carbonizzati di Giovanni Rigoli — oramai non c'è dubbio che sia lui la vittima dell'efferato delitto di Rovegro — sono stati trasportati ièri pomeriggio all'istituto di medicina legale di Milano. Il perito dovrà spiegare, se possibile, il meccanismo della morte. Gli esami saranno difficili e richiederanno del tempo perchè il povero corpo è stato arso su una catasta di SO quintali di legna e 10 di fieno e quel che è rimasto è molto poco. All'istituto di medicina legale sono stati spediti anche i calzoni e la giacca del presunto assassino, Eugenio Pizza- grani. Sono macchiati di sangue. Al perito è stato chiesto di accertare se è sangue umano o di conglio: l'imputato si difende dicendo che si è macchiato ii vestito, uccidendo un coniglio il giorno prima. Egli è analfabeta, ma sveglio di mente, e soprattutto molto furbo. «io non ho ucciso — continua a ripetere; — se il cadavere è del Rigoli, vuol dire che si tratta di un suicidio o di una disgrazia. Io non so nulla*. Oltre ai vestiti insanguinati, in casa sua sono stati trovati anche gli scarponi del Rigoli: quegli scarponi che egli aveva ai piedi giovedì quando si incontrò con la -diciassettenne Caterina Barieti, la bruna ragazza alla. quale, per scherzo, prese il braccialetto in similoro, perchè non. gli volle dare un bacio. Come è pensabile che il giovane si sia tolto le scarpe in casa del Pizzagrani e poi, scalzo, abbia percorso un buon tratto di mulattiera per andare a bruciarsi nella baita della portalettere del paese, adibita a ripostiglio per legna e fieno T Dalla casa del Pizzagrani, si dice in paese, egli non usci vivo. Fu messo cadavere nella gerla e portato nella baita dove venne appiccato l'incendio, nella speranza che il fuoco distruggesse ogni traccia del delitto. E' la ripetizione, qui affermano, del delitto di *o" anni addietro, quando Eugenio Pizzagrani uccise il proprio fratello, €il capitanino > — cosi chiamato perchè ufficiale del¬ la milizia fascista — a colpi di bastone per salvare il padre. « Il capitanino » minacciava il padre con la rivoltella e l'attuale imputato lo sorprese alle spalle e lo ammazzò con un tremendo colpo di bar stone alla testa. -Messo il cadavere nella gerla lo gettò nel torrente San Bernardino. Con un bastone avrebbe ucciso il Rigoli e si sarebbe servito anche di una corda perchè attorno al collo gli venne trovata, combusta, una fune a cappio: quando la toccarono andò in cenere. Quale il motivo del delitto f Giovanni Rigoli era un ladro di bestiame: con due coetanei — aveva «7 anni — girava per i monti dell'Ossola e nottetempo si appropriava di mucche o di pecore. Poi le vendeva nel Verbano. Della piccola banda il cervello sarebbe stato il Pizzagrani. I due complici del Rigoli sono già in carcere: il giovanotto da qualche tempo diceva di volersi costituire perchè stanco di essere braccato per i monti. E minacciava anche di rivelare la complicità del Pizzagrani. Tra i due c'erano state forti liti dopo che i 'carabinieri avevano, scoperto in casa del Pizzagrani una mitragliatrice. Questi diceva che soltanto il Rigoli poteva averlo tradito. Venendo a conclusione: l'imputato avrebbe ucciso per vendicarsi della precedente denuncia, che gli era costata sei mesi di carcere, e per evitare che costituendosi il giovane svelasse non si sa quali sue colpe nei furti di bestiame o in altri reati. In paese tutti rispettavano il Pizzagrani perchè avevano paura di lui: gli stessi carabinieri hanno faticato non poco, prima di convincere quelli di Rovegro a rompere il silenzio di omertà. Si ricordano tanti episodi poco chiari della sua vita. Tra l'altro si fa osservare che nel 'SS egli andò in Argentina insieme con Filiberto Boriati: dopo un anno il Pizzagrani era di nuovo in Italia. Del Boriati più nessuno ha avuto notizie e non si sa se sia vivo o morto. Le voci in paese parlano di.-un secondo delitto. Non è possibile confermare: può darsi, con ogni probabilità, che non sia vero. Tuttavia quelle voci indicano di quale stima goda lo attuale imputato. Ieri il capitano dei carabinieri Anceschi, il brigadiere Gambuezi hanno interrogato la madre del Rigali e la moglie del Pizzagrani. La madre del Rigoli, Giuseppina Ramoni, una povera vecchia, sfatta dal dolore ha detto che il figlio doveva raggiungerla giovedì notte per custodire le bestie che lei il vonerdì mattino sarebbe scesa ad Intra. La moglie del Pizzagrani — Maria Serana, di 46 anni; di buona famiglia (il fratello è sacerdote) — non ha saputo dir nulla. Giovedì notte si trovava ■all'alpe. g. tr. Eugenio Pizzagrani La ragazza Caterina Balratl i:m!!miiiiH!iiiini!iiiiimmimii!i:iminiiii Quel che rimane della baita dove fu carbonizzato 11 cadavere del ventisettenne Giovanni Rigoli. (foto Moislo)

Luoghi citati: Argentina, Intra, Italia, Milano, Ossola, Verbania