Come Monti si è imposto nell'«indicativa» di Frascati

Come Monti si è imposto nell'«indicativa» di Frascati Ili (A 11 PIOVI: D'ITALIA COSTRETTO AJL RITIRO Come Monti si è imposto nell'«indicativa» di Frascati DAL NOSTRO INVIATO Frascati, martedì mattina. Tornandocene ieri pomeriggio verso Roma in uno spettacoloso tramonto <H porpora e d'oro come soltanto in Questi luoghi è dato ammirare, pensavo che qualunque fosse stato il convincimento sul valore e sulla torma dei corridori che Binda doveva essersi fatto seguendoli e osservandoli lungo i tSO chilometri del percorso per poi poter, a mente fredda e dopo averci dormito sopra, decidere quali di essi chiamare alla responsabilità di vestire la maglia azzurra, pensavo — dico — che la corsa alla quale avevamo assistito era riuscita davvero brillante, movimentata, combattuta come appunto era nei voti del commissario tecnico. Ecco perchè, spronati dalla necessità di far colpo su Binda e convincerlo delle loro possibilità, i corridori si sono buttati, non dico a corpo perduto, non dico sconsideratamente alla cieca nella gara, ma purtuttavia col necessario e tempestivo impeto ragionato, al duplice scopo, e di ottenere il successo clamoroso e personale vincendo la corsa, e di mostrare a Binda che Ut forma c'è, che la sa Iute è buona, che le condizioni sia morali che'atletiche per affrontare il campionato mondiale in piena sicurezza di sé non difettano. Ciò detto in linea generale, va subito messo in luce U significato non soltanto della vittoria del cam pione locale, l'ardito e sempre pugnace Bruno Monti, che nella volata finale ha avuto ragione dei quattro avversari con lui rimasti a frolla al termine dell'infuocata « battaglia », ma anche l'onorevole corsa di questi suoi compagni di avventura, al cui pr.mo posto, sebbene non convalidato dall'ordine di arrivo, mi sembra doveroso mettere il torinese Coletto, e subito dopo di lui, naturalmente, i gio vani Fabbri, Dall'Agata e Sartini che assieme ai due citati formavano la pattuglia dei prima arrivati con un minuto e- mezzo di vantaggio su un secondo gruppetto di cinque — Questo formato nientemeno che da Coppi, Defilippis, Albani, Nencini e Moser — anche essi superstiti della rude seleeio- ne e a quel ritardo regolarmente relegati dal maggior spirito di iniziativa e di decisione degli attaccanti. Giacchè, salvo qualche breve fase di assestamento e di osservazione, la corsa è stata un susseguirsi continuo di azioni offensive, per merito e con protagonisti al- meno u trenta Per cento dei partiti, che si sostituivano all'attacco, poi scomparivano per ritornare sulla scena, oppure erano sostituiti da nuovi venuti, tutti quanti intraprendenti e ostinati dimeno come là ha permesso u percorso, torno a dire trovato duro e faticoso da tutti (in primissimo luogo da Magni, che, ritiratosi al 180° chilometro quand'era già in ritardo dai primi rappresenta la più illustre vittima (fella giornata, destinata, per le conseguenze della sua chiamata nella squadra azzurra, ad alimentare chissà Quante contorte e accese polemiche nei prossimi giorni). Pochi minuti erano trascorsi dal « via » dato davanti le tribune già erette e funzionanti per il grande meeting del Vt e «8 corrente (tribune, sia detto a titolo in/ormativo, rimaste pressoché deserte di spettatori per tutta la giornata), quando già si aveva notizia della prima fuga, autore Maule, alla cui ruota U solito € carabiniere » in bianco-celeste di nome Qaggero era stato lesto ad agganciarsi. Mica che il veneto sia stato lasciato andar via a volontà; affinchè II distacco non superasse il minuto e rotti registrato al termine del primo giro (ogni giro del circuito, ricordiamolo ancora, misura S0 chilometri e 9)8 metri), vidi che alla testa del gruppo si alternavano Coppi, Magni e Defilippis, oltre agli altri comprimari delle altre squadre, ma come, inizio della « battaglia > si deve pur dire che esso fu rapido e deciso, tanto che questo primo giro risultò il più veloce dell'intera corsa, essendo stato percorso in Si minuti spaccati, pari ad una velocità di SBAiO all'ora. B che tutti quanti andassero assai veloci nessun dubbio, ne sopportò le spese il nostro Coletto che, appiedato, da una foratura, epperciò in ritardo di due minuti già al primo passaggio, dovette sputar l'anima per raggiungere il gruppone nel giro successivo, salvo fermarsi una seconda volta per cambiar nuovamente ruota, e riprendere contatto. La presenza all'avanguardia di Maule e del suo € angelo custode», non dovette garbar troppo a Monti, il quale uscì dal gruppo — imitato da Moser per altri motivi — principale quello di portarsi in testa a fianco del suo amicone, e, magari, tentare assieme un colpetto di classe del genere della Milano-Torino. L'occasione parve ottima anche ad altri, tanto è vero che poco dopo fintelo del terzo giro, all'incirca al 41' chilometro, assieme ai due sunnominati v'erano anche Nencini, Benedetti e Buratti, lanciati all'inseguimento dei due fuggiaschi, e con almeno 400 metri di vantaggio sul gruppo. Poi, Benedetti forò; Moser, con un allungo spettacoloso in meno di un quarto d'ora annullò il minuto e mezzo di ritardo che aveva, e si portò ànch'egli alla testa della corsa, mentre nel gruppone i continui sussulti creavano continui frazionamenti. Tra i corridori più decisi a riportarsi nelle prime posizioni, voglio notare Defilippis che, da solo, durante U quarto giro, partì per andare a ingros sare l'avanguardia trascinandosi dietro Monti e qualche altro, cosicché alla fine di questo giro (Si chilometri di corsa) le posizioni erano: in testa, Defilippis, Moser, Maule, Monti, Fabbri, Landl, Grosso, Zampieri, Giusti, Pedroni; a SS" Fornara e Qaggero; a l'6" Nencini, Buratti e Barozzi; a l'in" il gruppo, con Magni e Coppi. Se ho fatto questi nomi e anno tato questi distacchi è per dare un'idea dei continui mui■-.menti che già Monti, Moser, Fabbri e Laudi erano scappati nella discesa di Grotta/errata, avvantaggiandosi sul plotoncino dei primi, ai quali si erano aggiunti Coletto e Fornara arditamente evasi dal grosso. E' pur vero che prima che terminasse il quinto fflro i quattro 4n fuga vennero ripresi; è pur vero alla testa della eorsa. Basti dire che avevo appena finito di scriverli, che poi scapparono i due modesti Fornasiero e Zampieri; ma proprio verso la fine del giro, nella dura salita che porta all'abitato di Frascati, dove era posto il rifornimento, cominciò a delinearsi l'offensiva di Fornara, che avrebbe dato la sua impronta personale a tutta la parte centrale della corsa, fino al penultimo giro con un crescendo di fasi alterne e quasi drammatiche, tra le quali la resa inaspettata del campione d'Italia. Il reduce dal Tour era dunque partito all'attacco, andando a raggiungere i due indipendenti veneti, mentre dietro a lui il gruppone si faceva sotto, ingoiava i suoi com. a a n o o a a e . pagni di prima, ma nuovamente si frantumava, come lo provano i pas. saggi alla fine del testo giro (chilometri 1S8): in testa Fornara e Zampieri; a SO" Fornasiero; a l'SO" Fabbri,' Bcudellaro, diana, Dall'Agata, Bartini e Martini; a S'IO" la testa del lungo gruppo con Coppi, Magni e gH altri; a i'iO" Fantini e Ciancola. Benedetti, appiedato da una seconda foratura, e Maule, indisposto, si erano ritirati. La presenza di Fornara in testa, assieme a Fabbri, Bcudellaro eccetera che lo avevano raggiunto, non era gradita a molti. Ma se i suoi inseguitori andavano forte, anche lui era veloce. Metà corsa era già compiuta; rimanevano da percorrere ancora una novantina di chilometri; la fatica si faceva sentire, e anche le conseguenze del caldo. Alla fine del settimo giro cominciò a profilarsi il < dramma » di Magni, quando, sul tratto in salita dopo VernUcino e poi in quello più ripido sul pavé prima di Frascati, egli perdette contatto dal gruppo che, con Coppi, contava una quindicina di «omini, tra i quali tutti i migliori. Davanti alte tribune, il campione d'Italia passa in compagnia di Mùggini, Bartolozzi, Milano e Laudi, con SS" di ritardo da Coppi e compagni. Con uno sforzo, e valendosi della sua proverbiale abilità in discesa, egli riesce dopo Orottaferrata ad agganciarsi al gruppo che lo precedeva; ma vi rimane pochi chilometri, perchè, nuovamente U tratto in salita si para davanti ai corridori, obbligandoli al massimo sforzo. Cosi avviene che se al termine dell'ottavo giro (chilometri ISTI il gruppo che insegue gli otto in fuga è ancora formato da quindici uomini con Coppi e compagni, ai quali si erano aggiunti Muggini e Milano, nuovamente Magni non ne fa più parte. E' la fine, almeno per oggi, del campione d'Italia. Distaccato di un minuto e rotti dal gruppo dove oi sono i migliori, la sua sorte è segnata. E di lì a poco, pallido, con i tratti del viso tirati, egli abbandona la corsa. Ormai si andava verso l'epilogo. Mancavano SO chilometri al termine che avrebbe visto lo scioglimento di questi due interrogativi: 1) Fornara avrebbe distaccato i suoi compagni di fuga oppure si sarebbe accontentato di battersi con essi in volataT t) Dal gruppo che li inseguita — ora — a poco meno di due minuti, chi sarebbe venui. fuori, uno due, cinque o dieci per andare a raggiungere l'avanguardia e dare alla corsa una nuova, inaspettata fisionomia dopo le tante che già aveva avutof Quasi contemporaneamente si ha lo scioglimento dei due interrogativi. Sulla salita di Vermicino e poi più seccamente su quella di Frascati, Monti scatta con ammirevole decisione e scelta di tempo. Attacca, e se ne va, seguito soltanto da Coletto ad una cinquantina di metri. La lotta è violenta: fa delle vittime. Dietro ai due, che si riuniscono poco dopo il traguardo e inseguono il primo gruppo, dei quindici che erano rimangono soltanto sei: Coppi, Defilippis, Nencini, Albani, Moser e Boni (che poi cadrà e dovrà ritirarsi). Monti e Coletto si avvicinano all'avanguardia, proprio mentre si distacca Fornara che, colpito violentemente in faccia dall'acqua di un secchio lanciatale da uno sconsiderato spettatore, barcolla, perde il ritmo delia corsa, rallenta, fa per riprendere, ma non ce la fa più e si ritira. Tutto ciò nel corso del penultimo giro, quando la stessa avanguardia si sfalda e rimangono solo Fabbri, Sartini e Dall'Agata, sui quali come due falcitela piombano Monti e Coletto. Così riuniti, i cinque proseguono verso l'arrivo ormai prossimo. Inutilmente il torinese tenta più volte di fuggire sulle ultime salite che Monti a Fabbri gli si riportano sotto. La volata finale deciderà la corsa a vantaggio del « reuccio d'Albano » come appare qui sotto nell'ordine di arrivo. Un minuto e mezzo dopo i primi cinque ne giungono altrettanti con Copiti capo fila, V. V. Fiorenzo Magni In azione sulla rampa di Frascati. (Telef.