La mozione dei repubblicani

La mozione dei repubblicani La mozione dei repubblicani Il Consiglio dei ministri si riunisce stamane per l'ultima volta -Le prospettive del rimpasto ROMA, lunedi mattina. La conclusione alla quale sono giunti 1 repubblicani dopo ■ due giornate d'Intenso lavoro si presta a molte Interpretazioni: non ci si pronuncia decisamente su una partecipazione o meno al Governo, ma si fa una serie di eccezioni sul programma e sul modo di attuarlo, per cui Pacciardi, all'uscita dal lavori del Consiglio nazionale, ba dichiarato che «si tratta di un "SI" molto condizionato». Se le parole hanno un senso, vuol dire, dunque, che 1 repubblicani condizionano la loro partecipazione al Governo a taluni postulati che non hanno Individuato nè nel programma governativo nè. nell'azione svolta dal governo Sceiba nel suol 17 mesi di vita. Il documento che è «tato approvato quasi all'unanimità (un voto contrario del rappresentante trentino e tre astensioni) esprime una serie di perplessità. Prima fra tutte «una unitaria tranquillante adesione alla politica di solidarietà» che non è stata data dal partito di maggioranza. La seconda perplessità dei repubblicani concerne il programma proposto dal governo è nel quale tuttora vi sono motivi di insoddisfazione che riguardano l'indirizzo europeistico della politica estera, il problema dei patti agrari, la esecuzione delle leggi costituzionali, l'indirizzo della politica scolastica. Pertan-; to il Consiglio nazionale repub- blicano ha deciso di portare a conoscenza di Scelba e degli altri partiti della coalizione il suo stato d'animo. Se queste ragioni non saranno soddisfatte, si-metterà il PJt.1. — conclude la dichiarazione — nella necessità di riaffermare l'autonomia dei propri atteggiamenti parlamentari. Al punto in cui stanno le cose è evidentemente troppo tardi per chiedere modifiche sul programma di governo 11 cut accordo è stato così faticosamente raggiunto dal presidente Sceiba. Si potranno avere delle assicurazioni piuttosto generiche e queste certamente saranno date da Sceiba a Pacciardi e a Reale ohe oggi gli porteranno la risoluzione votata stanotte. Ma saranno sufficienti a far partecipare 1 repubblicani al Governo? E* quello che con ogni probabilità sapremo oggi stesso. Sceiba mette, nella giornata di oggi a punto il suo Ministero, Ne ha già praticamente tracciate le linee generali, ma aspetta di conoscere le osservazioni dei partiti per prendere le decisioni definitive. Stamane, alle 10, egli presiede l'ultimo Consiglio dei ministri del suo primo Gabinetto; vi illustrerà le risultanze conclusive in ordine alla « chiarificazione» e le istanze che hanno potuto essere fuse nel programma di governo. Con ogni probabilità, la riunione consiliare sarà molto breve ed alla fine di essa i ministri metteranno a disposizione di Sceiba i loro mandati, allo scopo di rendere più libera la sua azione nel provvedere al rimpasto. La ' riunione dei miniatri al Viminale sarà soltanto una parentesi nell'intensa giornata di Sceiba. Alle 8JS0 egli vede per primo il. segretario del PMJ., Malagodi. Sembra che Sceiba abbia chiesto ai liberali di lasciare libero il dicastero della Industria; in cambio otterrebbero la Giustizia o a loro scelta, il Ministero del Commercio con l'Estero o quello della Marina Mercantile. I liberali avrebbero opposto qualche riserva, tanto più che, con la costituzione del dicastero delle Partecipazioni Statali, molte attribuzioni, che prima erano dell'Industria e del Demanio (due settori, cioè che venivano tenuti dai liberali) passano in mano ai democristiani. In giornata, il Presidente del Consiglio riceve anche i.socialdemocratici Tonassi (in sostituzione di Matteotti, tuttora indisposto) e Paolo Rossi, Da questa parte non vi sono molte difficoltà. Saragat ha finito per accettare le insistenze dei suoi amici e conserverà la vice-presidenza del Consiglio (altrettanto sarà del liberale De Caro che conserverà l'incarico di ministro senza portafoglio). Vigorelli, le cui condizioni di salute sono peggiorate in questi ultimi tempi, ha chiesto e ottenuto di essere esonerato dal suo inetnico di ministro del Lavoro, che passerà ai democristiani (si fanno i nomi di Gui e Zaccagnini). In compenso, i socialdemocratici assumeranno il nuovo dicastero dell'Igiene e della Sanità, al quale dovrebbero passare talune attribuzioni di competenza del Lavoro. Degli altri due Ministeri tenuti da socialdemocratici, Romita rimarrà ai Lavori Pubblici, mentre sembra che Tremelloni lasci il posto a Preti. Per la designazione dei nuovi ministri democristiani, si riuniscono stamane alle 9,30, rispettivamente a Palazzo Madama e a Montecitorio, i direttivi dei gruppi 'parlamentari del Senato e della Camera. Ceschi e Moro vi svolgono le laro relazioni sulle linee del programma di governo accettato dalla direzione d.c., dopo di ohe si passerà alla designazione di quegli incarichi concordati fra Sceiba e la Direzione. I movimenti riguarderebbero la Cassa del Mezzogiorno, la. Marina Mercantile, il Commercio con l'Estero, la Pubblica Istruzione, la Giustizia e il Tesoro, attualmente retti, rispettivamente, da CampilU, Tambroni, Martinelli, Ermint. De Pietro e Gava. p. a. p.

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