Le riunioni dei d.c. e dei socialdemocratici

Le riunioni dei d.c. e dei socialdemocratici Le riunioni dei d.c. e dei socialdemocratici Soma, lunedi mattinai/ultima scadenza fissata per la risoluzione della chiarificazione governativa — e cioè la data di domani 14 giugno — passerà con tutta probabilità, senza che questa chiarificazione sia. avvenuta. Le direzioni dei tre partiti che compongono la maggioranza governativa, tirano oggi le somme, ma, ciascuno per suo conto, sono ben lantani dall'aver raggiunto quella intesa che pure era auspicabile. ' In sostanza, l'intensa giornata di ieri può essere riassunta cosi: il Consiglio nazionale socialdemocratico ha accettato il programma della direzione democristiana nia ritiene che l'attuazione di • esso possa avvenire ancora attraverso la formula del quadripartito; i deputati d.c al pari del senatori, fanno proprio il programma della direzione, ma non escludono la suggestione del monocolore. Quanto al «Goverho a tre» (composto, cioè, di democristiani socialdemocratici e repubblicani, con il tacito assenso di Nenni), esso è ormai tramontato: Saragat ha detto a questo governo un no senza alternative, e perciò quésta Ipotesi ha da essere archiviata. Da quanto si è detto si potrebbe ricavarne che la soluzione della crisi è oggi in mano dei liberali nel senso che se essi accettassero il programma della D.C, fatto proprio dai socialdemocratici, il governo della coalizione democratica potrebbe continuare, sia pure faticosamente, il suo cammino. Ma sarebbe una conclusione eccessivamen te semplicistica. Molti sono i pùnti che 1 liberali non pos sono accettare (ricorderemo qui quelli noti: I Patti agrari, la legge sugli idrocarburi e lo sganciamento dell'I.R.I dalla Confindustria). D'altra parte questo partito si rende ben conto che il suo diniego significa ormai il « governo monocolore >, il < governo di regi¬ me >, il « governo > degli integralisti » per dirla con Saragat. E perciò non si esclude che ! liberali, prima di prèndere una decisione di questa gravità, riuniscano 11 loro Consiglio nazionale. Lo stesso Malagodi, che pur respinge categoricamente taluni dei pùnti programmatici, appare molto perplesso; < a differenza di tre:mesl fa, quando egli diede- l'avvio alia chiarificazione, sembra rendersi conto che gli « integralisti » abbiano fatto mólta strada, e forzare ora la mano è certamente più pericoloso di allora. Alla fine di due giorni di lavori, i socialdemocratici hanno anch'essi approvato un ordine del giorno nel quale si riassume il programma che il P.S.D.I. propone al prossimo governo di coalizione. I principali punti sono noti, ma metterà conto di riassumerli. Per la legge elettorale politica, si chiede l'impegno dei partiti ad approvare la legge già-'presentata alla Camera e che modifica in senso più proporzionale quella esistente; per la legge elettorale comunale, si sollecita il ripristino della proporzionale per 1 Comuni con oltre diecimila abitanti e 11 riparto proporzionale delle minoranze dei Comuni al di sotto dei diecimila abitanti. In politica estera, viene riconfermata la validità della politica di solidarietà occidentale, e si appoggerà ogni tentativo per < un'autentica distensione' internazionale > Si chiede poi il completamento degli Istituti previsti dalla Costituzione, la validità, erga omnes, del contratti collettivi di lavoro, una severa legge « ;-ntimonopolistica >, il < riordinamento dell' I.R.I. in base al voti del Parlamento >, e l'approvazione immediata di una legge mineraria, nel testo già presentato dal governo. Si chiede, inoltre, l'estensione a tutto il territorio nazionale della riforma agraria, l'Incre mento dell'edilizia popolare, il riordinamento e lo stato giuridico delle carrière degli insegnanti, l'immediata approvazione della legge Tremeìloni. Infine 1 socialdemocratici domandano che il rapporto delle attuali forze nel ' governo -rimanga inalterato. . Quanto' alla- collaborazione governativa, .il - documento ritiene che essa < non è ulteriormente possibile, a meno che non vengano con sollecitudine rafforzati .e precisati i programmi che devono .condizionare la prosecuzione della coalizione in atto:». Quest'ultima parte, non è stata approvata dai cinque rappresentanti della destra, che perciò si sono aste* nuti. Nel complesso l'ordine del giorno è stato approvato, con 83 voti contro 32; 1 voti della sinistra risultano leggermente migliorati, rispètto a quelli del precedente Consiglio nazionale. La sinistra socialdemocratica aveva presentato ■ un programma, socialmente più-, accentuato, nel quale sostanzialmente si chiedeva un governo a tre con -l'esclusione dei liberali e «il leale' appoggio del P.S.I. ». Proprio quel governo che Saragat. come si diceva all'inizio, ha nettamente respinto, i « Che cosa c'è di nuovo nel conclamato nuovo corso della politica del P.S.I.? » si è chiesto Saragat. I punti di dissenso fra socialisti e socialdemocratici erano due: rapporti con il comunismo in politica Interna e rapporti con la Russia' in politica estera. Ma su questi due punti nulla è "stato mutato: il patto di unità di azione è stato incorporato addirittura nello statuto del P. S. .1. e In politica estera la direzione nennlana sposa anche nelle sfumature la politica sovietica « In queste 'condizioni — ha detto ancora Saraga.t — ogni combinazione politica che 'nimicasse un precostituito Rpriogglo del P.S.I. comporterebbe inevitubU-nente un indebolì- (Continua in 7a pagina)

Persone citate: Malagodi, Nenni, Saragat