U richiamo alla realtàr

U richiamo alla realtàr Dopo i successi sull'Argentino, Belgio e Germanio U richiamo alla realtàr (Segue dalla prima pagina) l'avversario, nessuna iniziativa che dettasse legge, nessuna misura che si imponesse. Ad un dato punto colpi l'attenzione il fatto, invece, che nessun italiano marcava l'avversario, tanto gli uomini della Jugoslavia saltavano fuori in quantità, ogni volta completamente liberi da ogni controllo. Molte cose che erano riuscite, due mesi prima, contro quell'avversario monotono e monocorde. sistematico e teatardo che è la Germania, fallivano questa volta al cospetto di un oppositore che non aveva una freccia sola al tuo arco, un oppositore duttile, agile, guizzante. Sotto nesmun aspetto del giuoco, l'undici nostro ha avuto la meglio. Tutti i difetti di una volta, principalmente quelli che parevano proprio scomparsi, sono tornati a galla: tutti assieme, come in risposta ad un appuntamento. Da .tempo, Torino, che non è fortunata in fatto di esito di incontri internazionali, non assisteva più ad una prova tanto disastrosa degli Azzurri. Dal giorno, sette anni fa. in cui io — mi si scusi la persona prima — fui battuto sullo stesso campo e per lo stesso punteggio dall'undici degli inglesi. Nell'occasione di ieri, il pubblico, che non era poi solo nè completamente torinese, ha sostenuto i rappresentanti dei nostri colori, fino al 'momento in cui v'è stata per essi la possibilità — non la probabilità — di salvarsi, non di vincere. Le disapprovazioni sporadiche del primo tempo si sono riferite ad episodi isolati ed a qualche marchiano errore dei nostri. Poi. a risultato deciso e suggellato, e particolarmente all'uscita dei giocatori dal campo, è esploso, il pubblico stesso, in una manifestazione di chiaro disappunto e di aperta protesta per lo spettacolo al quale aveva dovuto assistere. Ha applaudito a perdifiato gli ospiti, ha fischiato senza economia i nostri. E' rimasto, come del resto nel corso di tutta la partita, neutrale nei riguardi dell'arbitro, qualche decisione del quale ci ha apertamente favorito — vedasi il caso di rigore del primo tempo, e la rete dt Vukas annullata nel secondo — e nes«uno. o quasi, danneggiato L'applauso che e stato tri' bufato ai giocatori jugoslavi aveva quel carattere di reazione che ognuno ben conosce quando le cose vanno male ai padroni di casa, ma era pienamente meritato. I sei uomini nuovi — che diventarono poi sette al momento in cui Mitic prese ti posto dell'ala destra Ognjanov — inseriti nella squadra ed t nove cambiamenti di posizione apportati alla formazione hanno dato i risultati che i tecn\ci si attendevano La compagine è apparsa come trasformata, dalla prova di Belgrado. La presenza del lungo Howat come contromediano ha ridato sicurezza ed autorità all'intero sistema difensivo. Ed i due « europei > Vukas e Zebec, specialmente il primo, nonché il neopromosso Vidosevic, il robusto spalatino, hanno fornito una prova di primo ordine, fra gli attaccanti. L'incontro di Torino riporta in alto le azioni calcistiche della Jugoslavia. .Riporta in basso le nostre, invece. La prova terribilmente scadente, disastrosa quasi, fatta nella giornata, distrugge, non vorremmo dire tutti, ma certamente molti dei progressi compiuti nel corso della stagione. Riapre molti dei problemi che parevano già risolti, ripone sul tavolo questioni che molti ritenevano superate. Riporta in basso la situazione generale e quella particolare. E, se la cosa è dolorosa per la Squadra a cui tutti vogliono bene, essa va considerata come un brusco richiamo alla realtà delle cose, una lezione di modestia, un « memento homo ». per tanta gente, in alto, che più non concepisce lo sport che nei grandi alberghi, fra gU agi. il lusso e le ambizioni, e che crede pur sempre di poter risolvere tutti i problemi, col denaro. 'I trentamila dinari dei jugoslavi guardano dall'alto della loro modestia le sfumate trecentomila lire ideate e promesse dai nostri dirigenti. Vittorio Pozzo Vukas (a sinistra) In un duello con Ferrarlo riesce a sfuggire all'antagonista* (foto Molalo)

Persone citate: Argentino, Mitic, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Belgio, Belgrado, Germania, Jugoslavia, Torino