Il relitto del «Dakota» avvistato sul Kilimangiaro

Il relitto del «Dakota» avvistato sul Kilimangiaro PRECIPITATO MERCOLEDÌ' CON 20 PERSONE A BORDO Il relitto del «Dakota» avvistato sul Kilimangiaro Preso da un vuoto d'aria, l'aereo passeggeri s'è schiantato ai piedi di un nevaio, in una località inaccessibile dell'alta montagna - Il racconto dei soccorritóri Nostro servirlo particolare Nairobi, lunedì matt. Dopo giorni di affannose ricerche il capitano R. Pomfret, dell'aviazione civile dell'Africa Orientale, è finalmente riuscito a localizzare 1 resti del « Dakota » scomparso mercoledì scorso con venti persone a bordo. L'apparecchio aveva lasciato l'aeroporto dì Daa Es Salam diretto a Nairobi in normale servizio di linea. A quanto ha riferito il capitano Pomfret, 1 resti del «Dakota» giacciono su un pendìo ripidissimo a circa 600 metri dalla vetta del picco di Mawenzj, una delle creste del gruppo del Kilimangiaro, che, con i suoi 6000 metri di quota, costituisce la più alta vetta del continente africano. Appena avvistata la carcassa dell'aereo schiantatosi contro .la cresta rocciosa, il pilota si è messo immediatamente in contatto-radio con la torre di controllo di un piccolo aeroporto militare situato a non molta distanza dalle pendici del Kilimangiaro. Pochi minuti dopo, altri tre ricognitori si alzavano in volo, puntando direttamente verso la località segnalata dal capitano Pomfret. Due di tali aerei si sono abbassati 11 più possibile sul ponte indicato scattando alcune fotografie. Interrogato da un giornalista il comandante Pomfret ha espresso l'opinione che l'apparecchio sia stato pre¬ so da un vuoto d'aria e, perdendo quota, sia andato a cozzare • violentemente contro la cresta rocciosa schiantandosi. «Il punto dove giacciono i rottami — ha detto — si trova esattamente al di sopra di una macchia boscosa al limite inferiore di un grosso nevaio. Se 11 « Dakota > fosse precipitato qualche attimo prima probabilmente non sarebbe mai stato avvistato perchè poche centinaia di metri più sotto la boscaglia è fittissima». «L'avvistamento è stato del tutto casuale: infatti nonostante agguzzassi gli occhi per scorgere in mezzo a quel mare di roccia biancastra qualche traccia dell'apparecchio scomparso, data la luce falsa che rendeva oltremodo incerta l'osservazione, ebbi l'impressione di scorgere una pila di sassi ammonticchiata su un ripidissimo pendìo proprio al di sotto del crinale. Non convinto della cosa, chiesi al collega che era ai comandi di abbassarsi ancora un poco per osservare meglio quello strano oggetto che aveva colpito la mia attenzione. La manovra era rischiosa; tuttavia riuscimmo ad effettuare un altro passaggio a quota più bassa, migliorando al tempo stesso la visibilità in quanto i raggi del sole alle nostre spalle ci permettevano ora di scorgere nettamente la fascia rocciosa compresa fra la foresta e la neve. « Qualche attimo dopo potei distinguere la carcassa dell'apparecchio. La carlinga giaceva in memo al pietrame e, alcune decine di metri più a valle, un'ala, certamente staccatasi all'attimo del violento cozzo contro 11 terreno. Sia la carlinga che l'ala recavano ben visibili traccie nerastre, segno questo che, cadendo al suolo, 11 « Dakota » era esploso incendiandosi ». «Ne approfittai per scattare alcune fotografie, quindi, rivoltomi al mio compagno di volo lo pregai di effettuare un altro passaggio a quota inferiore. Volevo sincerarmi se vi fossero dei sopravvissuti. Mi rendevo conto che così facendo rischiavamo la pelle; tuttavia con un ampio giro puntammo nuovamente verso quella massa nerastra'che ora riuscivo a distinguere nettamente anche a occhio nudo. Un vento gelido e fortissimo ci investi da un Iato facendo caracollare il nostro aereo. Dovemmo rinunciare a quell'ultimo tentativo e puntammo in direzione nord-ovest verso la base di partenza». Due squadre di soccorso si stanno dirigendo verso il punto segnalato nella speranza di raggiungere i rottami. La cosa tuttavia appare molto difficile, sia per l'alta quota, sia per le caratteristiche della cresta rocciosa che in quel punto è friabilissima. Stando alle dichiarazioni di alcuni indigeni di' una tribù le cui capanne sono abbarbicate alle pendici del monte, alcuni di loro avrebbero udito distintamente un sordo boato provenire dalla montagna. Non si esclude possa trattarsi del violento scoppio dei serbatoi di carburante del «Dakota» all'attimo del cozzo contro la parete rocciosa. Fra i passeggeri dell'apparecchio precipitato si trovava anche la consorte del capitano Malìn Sorsbie, direttore della compagnia aerea della quale faceva parte il «Dakota». r. u. , La freccia Indica 11 ballatolo sul quale le duo donne sono state aggredite a colpi di falcetto. (foto Aloisio)

Persone citate: Aloisio

Luoghi citati: Africa Orientale, Nairobi