Scattata sul Col de Braus la fase decisiva della corsa

Scattata sul Col de Braus la fase decisiva della corsa Monti e passata pet* fi rimo sai traguardò della Montagna Scattata sul Col de Braus la fase decisiva della corsa L'attacco di Sartini, Buratti Monti, Laureai e Waqtmans *H «recupero» degli assi Da uno dei nostri invfati Cannes, lunedi mattina. Magni ha vinto ed è maglia rosa. Coppi è stato secondo al traguardo ed è secondo in classifica con lo stesso tempo di Fiorenzo. Astrua, Fornara, Defllippis e Messina sono arrivati in ritardo, e Koblet è sprofondato giù in graduatoria. La seconda tappa del Giro d'Italia ha mantenuto la pro¬ messa, ha regalato in classìfica risultati a sensazione. La corsa è lunga e siamo solo al principio; ma tuttavia ieri si è creato qualcosa di solido, di stabile; se la prima tappa ha affascinato con i fuochi d'artificio di episodi divertenti ma dalle scarse conseguenze, la seconda ha dato un'impronta reale all'Intera corsa, ha diviso forse in modo Inesorabile i valori in campo. La cronaca per scarna che possa essere vi racconterà le fasi essenziali che è maturata solo in territorio francese dopo che le prime ore di gara erano trascorse in quasi assoluta calma. I novantasette corridori (uno aveva abbandonato: il belga Schils. sofferente di febbr) reumatiche) hanno lasciato Torino alle nove e mezzo, starter il sindaco aw. Peyron. Tranquillità assoluta, media da crociera sui 34 chilometri. Pochi episodi a rompe- re la monotonia. Una volata a Carignano per il traguardo vinto da Favero, qualche tentativo di fuga di Nencini, Bartalini. Del Rio poi, Bai-Ialini, Martini. Fuochi di paglia. Dopo Cuneo Sartini, Gervasoni e Martini scappano. Gervasoni è costretto a fermarsi per un guasto meccanico, gli altri due affrontano indisturbati la scalata dei 1321 metri del Colle di Tenda. Sulla cima il loro vantaggio è di 2 minuti: il gruppo avanza compatto e pacifico. Si oltrepassa la Valle del Rota senza novità tranne che il distacco tra i fuggitivi e il plotone aumenta fino ad oscillare sui S minuti quando si arriva ai piedi del Col de Brouis, una rampa lunga e dura soprattutto nella fase finale. In testa Martino cede e Sartini resta solo. Alle spalle dei due il plotone ha un sussulto allorché mancano alla vetta 5 chilometri! Sono Lauredi, Buratti e Nencini che scappano. La situazione si evolve rapida: Buratti, buon scalatore, si libera dai suoi due compagni di avventura ed il suo posto viene preso da Monti che a sua volta se ne è partito dal gruppo. Buratti insiste, accelera e stacca Sartini e passa primo sul colle precedendo di 15" Sartini, di 46" Montini e Nencini, di 55 secondi Lauredi, di l'55" il grosso. Giù a rotta di collo verso Sospel. Buratti, che ha corso il Giro di Spagna, non sta bene; già sabato ha avuto una crisi. Risente dello sforzo, la sofferenza gli impone il più crudele degli alt. II ragazzo piange, ma deve alzare la bandierina bianca della resa: dopo quella di Schils è il secondo ritiro dal Giro. La gara intanto ha raggiunto Sospel, dove è fissato il rifornimento: al comando Sartini, Lauredi, Monti e Nencini si sono riuniti; transitano con 2'15" di anticipo sugli « assi >. Col de Braus, ultima salita della giornata. Quattro avanti a sognare il gran colpo, tutti gli altri dietro ancora insieme. Ma Wagtmans con Martini e Gianneschi fugge e lascia presto 1 due temporanei colleghi e fila all'inseguimento. La corsa assume un doppio volto: davanti Monti pianta Lauredi e Nencini e va a raccogliere il primo alloro del traguardo della montagna, mentre Wagtmans si fa luce alle sue spalle. Dietro, nel plotone, Coppi, Magni, Geminiani, Astrua (cioè i favoriti) si sono accorti che Koblet è in crisi, e accelerano l'andatura; lo svizzero resiste per un po' poi cede di schianto. Parlano le cifre. In «ima al Braus Monti è primo;, Iti segue Wagtmans a 48"; Lauredi e Nencini vengono à 55"; Moser a l'40"; il gruppetto dei campioni a 2'; Koblet con Messina a 3'. Una discesa lunga e pericolosa dalle cento curve a gomito porta a Nizza e la lotta vi si svolge violente, appassionante. Koblet della ripidltà della strada si fa un allealo, vola giù a corpo morto nel tentativo di guadagnare terreno. Ma al comando la corsa è aperta da Wagtmans che ha preso Monti, e dietro i due Coppi, Magni, Astrua, Voorting, Chlarlone, Geminiani, Nencini e Lauredi hanno trovato l'accordo e con loro c'è Clerici. Pestano sui pedali, Koblet è in ritardo e in ritardo sono altri uomini di classifica. A Nizza, Monti batte Wagtmans per il traguardo volante; poi i due sono acciuffati dal gruppetto di Coppi. Sono undici uomini, restano in nove perchè Chiarlone e Lauredi cedono. Cannes è distante 33 chilometri. Tira un vento contrario che toglie il nato. La vita in queste condizioni è dura per chi scappa e più dura per chi insegue. Nel gruppetto che guida la gara si aggiungono Assirelli, Moser e Van Breenen; Koblet invece perde sempre più terreno. Un ultimo sguardo alla corsa (Astrua non c'è più al comando, si è staccato, colto da una crisi) e via al traguardo. Nella volata conclusiva Coppi parte lungo, Magni lo attacca e lo supera con facilità conquistando insieme vittoria e maglia rosa. Nell'ordine, alle spalle dei due, Wagtmans, Nencini, Monti, Van Breenen, Clerici, Geminiani, Moser, Assirel11, e Voorting. Dopo si aspetta, si' aspetta per lunghi minuti: Astrua e Fornara con un piccolo plotone arrivano a 5'H": Koblet mischiato con altri taglia il traguardo a 8' 38"; Messina a 11'23", Defllippis a 14'33". Poche parole, i corridori cercano solo gli alberghi per distendere In un letto muscoli e nervi. Koblet — una maschera di dolore sul viso — si fa aiutare per scendere dalla bicicletta. Dice solo: « Mal di schiena! » e scompare a bordo della macchina di Guerra. Circola la voce che Hugo non può continuare e sarà costretto al ritiro. Ma è una voce falsa. Lo stesso Koblet smentisce: è un atleta di razza buona, non si lascia stroncare da una crisi. Gigi Boccacini (Telefoto)

Luoghi citati: Cannes, Italia, Messina, Nizza, Spagna, Torino