Le prospettive di un rimpasto di Enzo Forcella
Le prospettive di un rimpasto POLEMICA FRA I DEMOCRISTIANI Le prospettive di un rimpasto 11 Presidente del Consiglio sarebbe disposto a offrire due o tre dicasteri-chiare ai dissidenti, i cui obiettiri continuano ad essere l'allontanamento di Scélba e la costituzione di nn gorerno monocolore - t'opera di mediazione dell'on. Pantani Roma, lunedi mattina. I dissidenti d.c. hanno accolto con filosofia la diffida della direzione del partito contro il loro atteggiamento frazionistico. Forse risponderanno per giustificarsi: sembra, anzi, che Fella, Gonella, Andreottl, Togni e qualche altro si siano riuniti per concordare un documento in proposito. Ma non hanno intenzione di inasprire la polemica, come non l'avevano i membri della direzione, che difatti si sono limitati ad avvertire che per il futuro non sopporteranno atti di indisciplina, ponendo un caritatevole velo di silenzio sugli atti passati. Le vicende che hanno portato all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, la minaccia dei « concentrazloniatl > di far cadere 11 governo in aula, alla prima votazione di fiducia, se esso non accederà alla tosi della «chiarificazione approfondita > (vale a dire dell'apertura della crisi) subito dopo le elezioni siciliane, hanno provocato .una pericolosa incrinatura nell'unità del partito di maggioranza. Qualora 1 rapporti tra le due parti non ritroveranno un accettabile punto di equilibrio, si arriverà o alle dimissioni dell'attuale gruppo dirigente, o all'espulsione dei principali esponenti della minoranza. Nell'un caso e nell'altro, sarebbe la crisi della D.C, la rottura dell'unità dei cattolici. E' bastato che si affacciasse questo pericolo — sia pure soltanto ipotetico e quindi di non drammatica urgenza — per fare correre tutti ai ripari. SI sono messi gli « anziani > del partito (Piccioni, uno del più eminenti, ha ripreso in tale occasione una parte di primo piano) si è messo discretamente, ma fermamente, 11 Vaticano, e i protagonisti non sono rimasti naturalmente insensibili a queste preoccupazioni. Se vi è uh punto su cui i d.c. si sono trovati sempre concòrdi, è che l'unità del partito — condizione essenziale perchè la D.C. continui ad essere l'unica espressione politica del cattolici — va salvata ad ogni costo. A quale costo? Il problema di questi giorni, quello che guiderà gli incontri e le trattative delle prossime due settimane, &,. a ben vedere, nella risposta che si potrà dare a questa domanda. S Presidente del Consiglio, come si .comprende, tende a ridurre quanto più è possibile gli oneri del compromesso. Nelle sue prospettive è previsto un rimpasto che dovrebbe permettere a due o tre esponenti della < Concentrazione > di occupare alcuni posti-chiave del governo: ma la struttura generale di questo e 1 rapporti di forza tra i vari gruppi della coalizione dovrebbero' rimanere immutati. La « Concentrazione >, di contro, . vuole non solo una sua diretta rappresentanza nel governo, ma anche il rafforzamento, In linea assoluta, della rappresentanza d.c. a spese del partiti di democrazia laica. Ufficialmente dichiara di non avere pregiudiziali contro la formula di coalizione e contro 11 Presidente del Consiglio: praticamente mira all'allontanamento di Sceiba e al governo monocolore o a raggiungere almeno uno dei due obiettivi. Tra la coalizione minimalista di Sceiba e quella massimalista dei suoi avversari Interni, Fanfara cerca di trovare una via di mezzo. Ha dato, ad esempio, una mezza soddisfazione al Presidente del Consiglio con la diffida per 1 < concentrazioniati >, ma non ha esitato a fare schierare il partito sulle loro posizioni, nella scottante polemica che si è' accesa attorno al preteso rallentamento degli aluti americani e al malu mori che l'elezione di Gronchi e 11 successivo messaggio presidenziale hanno provocato oltre Atlantico. Ieri U Popolo è tornato per la seconda volta con fermezza sulla questione. Ha ricordato che in Italia la responsabilità di modificare, per ipotesi, una direttiva di politica estera, spetta esclusivamente al Parlamento, ha difeso Gron chi dalle accuse di < antl-Atlan tico> ed ha concluso auguran dosi che almeno i giornalisti americani residenti a Roma sappiano attingere le loro notizie a fonti più sicure dell'Udirà. E' stato notato che l'atteggiamento del quotidiano d.c. non è stato sostenuto da analoga presa di posizione del portavoce del Viminale, dove invece certe preoccupazioni americane sul nostro futuro politico troverebbero maggiore risonanza. Resta a vedere se la mediazione di Pantani (e logicamente del gruppo dirigente che lo segue) si risolverà a favore del governo Sceiba o ne comporterà 11 sacrificio sull'altare del l'unità del partito. Polche i pressoché certo che la mozione di sfiducia del monarchici e del missini sarà discussa solo nella prima decade di giugno, v'è ancora una ventina di giorni per decidere. E' sperabile che vengano messi a frutto, e che non si arrivi ancora una volta impreparati all'ultima scadenza. I Enzo Forcella
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