L'imponente convegno a Roma dei 150 mila delle "A.C.L.I."

L'imponente convegno a Roma dei 150 mila delle "A.C.L.I." L'imponente convegno a Roma dei 150 mila delle "A.C.L.I." , II. Pontefice,, celebrando il decennale dell'Associazione, ha consa' ' étfuto. con il crisma cristiano la festa del lavoro, - In precedenza l'on. Sceiba aveva pronunciato \m discorso in piazza del, Popolò Roma, lunedi mattina La giornata del l° maggio 1955 resterà memorabile nelle cronache future e non soltanto per la imponenza delle celebrazioni, che, ricorrendo il decennale delle ACLI, 150 mila lavoratori cristiani si sono dati convegno qui, ma anche per avere il Pontefice, nel suo discorso pronunciato nel pomeriggio in piazza 8. Pietro, annunciato di consacrare col crisma cristiano la festa del lavoro e di istituire la festa liturgica di S. Giuseppe artigiano, assegnando ad essa precisamente il giorno V maggio. Voler descrivere minuziosamente l'intensa giornata di ieri sarebbe ardua impresa e molto spàzio e tempo occorrerebbero. Vogliamo però rilevare ohe 150 mila persone ohe affluiscono nel *giro di poche ore da ogni regione d'Italia e con ogni mezzo meccanico in una città sia pur vasta come Roma, profondamente la trasformano e la rendono rumorosa, ardente, gaia, convulsa ed eccitata: e se fra quelle 150 mila persone, tutti lavoratori, vi sono uomini e donne in costumi folcloristici e in abiti da la'joro (come le rappresentanze dei minatori vsnutp anche dal Belgio) e bandiere, vessilli, cartelli, striscioni, musiche, associazioni corali e doni di ogni genere da offrire al Papa, dal motopeschereccio al trattore, dall'erpice alla semplice vanga, dall'incudine alla motoretta, dall'automobile a una casa in miniatura, dalla tovaglia d'altare all'agnellino belante e infiocchettato, si può immaginare quanto colore ed entusiasmo abbiano animato le scene di masse che si sono succedute per tutta la giornata 'di ieri in una Roma specchiontesi in un cielo senza nuvole. Il primo straordinario quadro si è avuto ieri mattina nella grande Piazza del Popolo, che a stento ha accolto le variopinte schiere di lavoratori cristiani radunati per seguire la Messa celebrata dal cardinale Adeodato Piazza e per ascoltare.poi la parola del porporato, che fino a pochi giorni fa era al vertice della gerar- ?hia religiosa nell'Azione catolica, e quelle del sindaco Rebecchini, del segretario della Federazione internazionale dei movimenti operai cristiano Albert Vanaamme, del presidente del Consiglio Sceiba e del presidente delle ACLI on. Penazzato. Con calore Sceiba ha ricordato De Gasperi e le lotte insieme sostenute per la nascita deUe ACLI, unione che volle respingere la collaborazione con i comunisti <perchè con i comunisti non si collabora, si serve soltanto ». La mano tesa dai comunisti dieci anni fa — ha detto poi Sceiba — era un inganno e una truffa. « Dieci anni di storia d'Italia hanno dimostrato l'impossibilità di una convivenza con forze sociali ohe rinnegano le libertà, che violano la libertà religiosa, che aspirano alla tirannia, che lavorano per la dittatura. Era necessario salvaguardare il patrimonio di fede dei lavoratori Italiani e noi siamo fieri di poter constatare oggi il cammino compiuto durante questo decennio con la partecipazione del pensiero cristiano alla lotta che si combatte nel mondo del lavoro che è lotta per la dignità umana, lotta cristiana, lotta santa ». Sceiba ha concluso tra applausi inviando un saluto a Luigi Einaudi a nome di tutti i lavoratori italiani ed un saluto al Presidente eletto Giovanni tronchi e l'augurio perchè € riceva dalla Provvidenza l'aiuto che gli consenta di as¬ solvere con nobiltà ' l'altissimo compito che per la prima voi-, ta viene affidato in Italia a un uomo che ha proclamato pubblicamente la sua fede religiosa ». Si è conclusa, con canti di letizia e con una pittoresca parata nel cuore della città la prima parte della giornata dei centocinquantamila aclisti. Qui è doveroso fare un accenno alla organizzazione che ha provveduto a sfamare tutte quelle bocche. A convogliare la massa verso i successivi posti di radunata, a ovviare agli inevitabili intralci, a recuperare gruppi di ritardatari che per tutta la mattinata ha continuato ad affluire dall'esterno, valicando ponti metallici di fortuna a cavallo di strade consolari percorsi dai bolidi delle « Mille Miglia ». Reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto, nel pomeriggio, la marea ha cominciato a riempire la piazza di San Pietro. Dinanzi al tempio un rosso palco ospitava il trono del Papa, Di fianco erano allineati su autocarri, i doni. Le più schiette rappresentanze del lavoro erano sul lato destro del colonnato berniniano: i minatori, i meccanici i contadini, gli artigiani. A destra, guardando la basilica, erano i vescovi di molti Comuni d'Italia e nuovamente abbiamo visto mons. Montini accanto al più giovane e dinamico presule d'Italia, il trentasettenne mons. Fiordelli di Prato e al più vecchio arcivescovo titolare, il novanta treenne mons. Carinci. Vicino ài vescovi le autorità, tra cui il segretario della D. C. onorevole Fanfani. Dopo le diciassette Pio XII è apparso alla loggia centrale della basilica per indirizzare il suo discorso celebrativo del decennale delle ACLI. S'è visto la bianca figura sostare sull'alto balcone e agitar le mani. Poi il Papa ha incominciato a parlare e la sua voce era forte e decisa. Ha ricordato come la chiesa riconoscesse pub&Mcamente le ACLI quando sorsero dieci anni fa; ha esortato affinchè il « felice esito del lavoro generoso, speso per stabilire ed estendere il regno di Dio, non venga intralciato o fatto naufragare col cedere ad am¬ bigioni personali o a rivalità di. gruppi particolari ». « Sappiano le ACLI — ha continuato — che avranno sempre il nostro appoggio finché si atterrano a queste norme e daranno alle altre organizzazioni l'esempio di uno zelo disxnteressato. Da lungo tempo purtroppo il nemico di Cristo sentina zizzania nel popolo italiano, senza incontrare sempre e dappertutto una sufficiente resistenza da parte dei cattolici. Non è raro il caso in cui l'operaio cattolicoper mancanza di una solida formazione religiosa si trovi disarmato quando gli si propongano teorie comuniste sull'uomo e il mondo, sulla storia, sulla struttura della società e dell'economia. Questa formazione le ACLI debbono sempre più migliorare ». Ribadito l'amore della Chiesa verso gli operai, il Pontefise ha definito « atroce calunnia* quella che definisce la Chiesa alleata del capitalismo contro i lavoratori. « Tuttavia, se la Chiesa condanna i vari sistemi marxisti non può ignorare o non vedere che l'operaio, nello sforzo di migliorare la sua condizione, si urta contro qualche congegno che, lungi dall'essere conforme alla na. tura, contrasta con l'ordine di Dio e con lo scopo che egli ha assegnato ai beni terreni. Gesù Cristo non attende che gli si apra il cammino per pe- netrare le realtà sociali con sistemi che non derivano da, lui, si chiamino essi "umanesimo laico" a "socialismo purgato dal materialismo ". Perciò la Chiesa non si restringe ad invocare un più giusto ordine sociale, ma ne indica i principi fondamentali sollecitando i reggitori dei popoli, i legislatori, i datori di lavoro e i direttori delle imprese di metterli in esecuzione ». Dopo essersi indugiato sui cosiddetti delusi fra i cattolici italiani « che si attenderebbero di più dall'azione delle forze cattoliche nella vita pubblica del paese », il Papa ha detto che essi hanno una risposta nel programma delle ACLI « che esige la partecipazione effettiva del lavoro subordinato nella elaborazione della vita economica e sociale della Nazione e chiede che neK'interno delle imprese ognuno sia realmente riconosciuto come un vero collaboratore». Quindi Pio XII ha' assunto l'impegno di dare al 1° maggio il crisma di festa del lavoro cristiano: « Quasi ricevendo il crisma cristiano il 1° maggio, ben lungi dall'essere risveglio di discordie, di odio, di violenza, è e sarà un ricorrente invito alla moderna società per compiere ciò che ancora manca alla pace sociale ». Indi, Pio XII ha annunciato la determinazione di istituire perii 1° maggio la festa liturgica di San Giuseppe artigiano e direttamente collegandosi con la folla ha chiesto: « Gradite, diletti lavoratori e lavoratrici, questo nostro donot ». E la folla ha risposto con un grido di assenso. Impartita la benedizione apostolica, il Papa è scomparso per riapparire dopo qualche minuto in sedia gestatoria, dal portone di bronzo, circondato dalia sua corte. Attraverso la piazza e tra gli osanna, sempre benedicendo, Pio XII ha raggiunto ii trono a fianco del quale erano i cardinali Micara e Levcaro. Qui ha ascoltato la solenne promessa delle A.C.L.I,, pronunciata ai microfoni da rappresentanze di lavoratori, di operare per a bene e per la elevazione degli operai. E' seguita, nella luce dorata del tramonto, l'offerta dei doni accora pugnata dall'omaggio dei dirigenti delle A.C.L.I. Imbruniva, quando il Pontefice ha lasciato la piazza per rientrare nel Palazzo Apostolico. Delio Mario»; Il Presidente del Consiglio, on. Sceiba, paria agli aclisti in piazza del Popolo (Telef.)

Luoghi citati: Belgio, Italia, Prato, Roma