Gonella contro le decisioni del Consiglio nazionale d.c.

Gonella contro le decisioni del Consiglio nazionale d.c. Gonella contro le decisioni del Consiglio nazionale d.c. Una lettera ai quotidiano cattolico di Bologna - L'ex-segretario del partito aveva chiesto la smobilita" zione delie "correnti,, e una riforma dello statato -Togni dichiara che è necessario un "chiarimento,, Roma, 25 agosto. Dopo tanti squilli di concordia intonati a celebrare le conclusioni unitarie alle quali sarebbe giunto, in nome di tutte le correnti del partito, il Consiglio nazionale, della D.C. alla Mendola, oggi una precisazione dell'on. Gonella, attualmente membro del governo e già leader della corrente di concentrazione, è intervenuta e fare sentire 11 suono di ben diversa campana. Si tratta di una lettera che egli ha indirizzato da Grottaferrata, dove si trova in vacanze, a Raimondo Manzini, già sottosegretario per la stampa nel Gabinetto Sceiba, ed ora direttore del quotidiano cattolico di Bologna L'Avvenire d'Italia. In essa dice che, « a rettifica o chiarimento di quanto ha scritto qualche giornale >, egli desidera precisare di aver presentato tre proposte alla Mendola, fra di sè collegate, che i' Conaiglio non ha ritenuto di prendere in considerazione. Le tre proposte, già conosciute per sommi capi, sono cosi indicate dall'on. Gonella: « 1) Patto leale di smobilitazione di ogni attività di correnti di maggioranza o di minoranza; 2) costituzione di una consulta nazionali della D.C. come organo consultivo ed ausiliario del Consiglio nazionale e della direzione, composta di membri "letti dal Consiglio nazionale fra gli uomini che hanno avuto le maggiori responsabilità nel governo, nel Parlamento e nei partito; 3) congresso nazionale del partito per lo studio di una riforma dello statuto che consenta la immissione negli organi direttivi di una adeguata .rappresentanza delle forze democristiane che operano nel Parlamento, nel governo, nelle amministrazioni, nei sindacati e nelle organizzazioni economiche di categoria». Anche cosi brevemente enunciate, le tre proposte di Gonella rivelano un carattere che è per dir poco rivoluzionario. La smobilitazione delle correnti è, infatti, condizionata in pratica dall'attuazione della seconda e della terza proposta, poiché Gonella le considera inscindibile mente connesse. Si tratta, quindi, come primo passo, e in attesa d'una riforma dello statu to, di. costituire la consulta dei < notabili >: estromessi dalla ge stione degli affari del partito al Congresso di Napoli, ora do vrebbero tornare in funzione di consulenti e- mediatori a con trobilanciare il peso che si è conquistata la corrente di < Iniziativa» a proprio vantaggio esclusivo. La loro, presenza accanto agli attuali organi direttivi servirebbe altresì a fornire le mi¬ gliori garanzie per la convocazione del prossimo congresso nel quale si dovrebbe discutere la riforma dello statuto. Riformato che questo sia, secondo le proposte di Gonella, sarebbe evitata per l'avvenire la possibilità di ogni prevalenza di una corrente sull'altra, poiché nel molto variato schieramento delle rappresentanze di tutte le forze democristiane funzionerebbe automaticamente un sistema di pesi e contrappesi capaci di portare ad un equilibrio permanente. Se questo è il senso < strumentale» delle proposte di Gonella, metterà conto, per una migliore' comprensione, dare il commento interpretativo che lo stesso Gonella espone nella sua lettera al quotidiano cattolico di Bologna: « Le tre proposte sono collegate ed hanno il fine comune di favorire l'unità del partito, la liberalizzazione delle idee nel. suo interno e l'integrazione delle sue forze in un'organica rappresentanza di esse, adeguando le situazioni di fatto alle situazioni di diritto ». Se il commento è già esplicito, maggior chiarezza viene comunque dalla conclusione della lettera, dove si esprime, quasi in tono di protesta, un formale rammarico per la sorte che è toccata a La Mendola all'intervento di Gonella: «Non essendo — egli scrive difatti — membro effettivo del Consiglio nazionale, non ho potuto presentare ordini del giorno nè votare e sono spiacente che le predette proposte, presentate nel mio intervento, non siano state prese in particolare considerazione dal Consiglio stesso, ma confido che possano essere favorevolmente considerate dalla Direzione essendo io preoccupato che le difficoltà interne dei gruppi parlamentari e dell'organizzazione possano aumentare anziché diminuire se ad esse non si pone riparo sùbito e con misure costruttive ». La conclusione viene, dunque, a smentire l'ottimismo di quanti consideravano che a La Mendola fossero stati rapidamente risolti tutti i problemi di azione e di impostazione che si sono posti recentemente alla D. C. L'agenzia Kosmos, notoriamente ispirata dall'onorevole Togni, nel dare notizia della lettera di Gonella, dichiara «tempestiva» la decisione da lui presa per un chìarlmen to, e questo intervento di Togni —• un altro che si trovava a La Mendola nella condizione di « invitato », senza diritto al voto — sta a dimostrare che le correnti e le forze non effettivamente rappresentate nel Consiglio nazionale, sostanzialmente non hanno aderito alle conclusioni uf¬ ficiali. In altri termini, dopo le prese di posizione di Gonella f di Togni, nonché considerando l'assenza di Pella dal dibàttito é il silenzio in esso mantenuto da Andreotti, è un po' difficile parlare di un'unanimità raccolta dalla mozione finale. Pur tra diverse gradazioni, quali si possono cogliere dalle diverse sfumature negli atteggiamenti delle personalità nominate, sarà il caso di concludere che le posizioni di dissenso che precedevano il Consiglio sono rimaste immutate dopo la sua chiusura. v. g □ lillllEllMIIKIHIIIIIMlllMItlMIIllllSMtllllIItllIll

Luoghi citati: Bologna, Grottaferrata, Italia, Napoli, Pella, Roma