Fanfani è riuscito ad evitare i contrasti di Vittorio Gorresio

Fanfani è riuscito ad evitare i contrasti AL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA D. C. Fanfani è riuscito ad evitare i contrasti Insoluto il delicato problema dei rapporti tra i grappi parlamentari e la direzione del partito Roma, 22 agosto. Le previsioni della vigilia sono state confermate dalle conclusioni del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana: praticamente si è evitata ogni battaglia, e ci si è limitati all'enunciazione dei princìpi in contrasto, senza discuterli, senza, cioè, passare dalla fase dell'enunciazione a' quella della polemica. Una delie poche proposte concrete — quella dell'on. Gonella per un anticipo del congresso del partito — è stata lasciata cadere. Il problema della disciplina interna è rimasto insoluto polche, se 1 provvedimenti di Fanfani sono oramai passati in giudicato, si è espresso tuttavia l'augurio che in altre occasioni egli abbia a comportarsi diversamente. Marazza si è lamentato della scarsa autonomia lasciata al gruppo parlamentare, ma anche questo problema delicatissimo dei rapporti fra gruppo e direzione del partito è stato lasciato cadere. Maggiore autonomia è stata chiesta anche dall'on. Pastore per la sua azione sindacale, ma poi è stato lo stesso on. Pastore a dichiararsi soddisfatto, perchè « l'accordo sui problemi sostanziali ha risolto nella maniera migliore la polemica sulle questioni correnti >. I problemi sostanziali erano il progetto legislativo per l'efficacia giuridica dei contratti di lavoro, la riforma dell'IRI, 11 piano Vanoni, ed il Consiglio Nazionale li ha accettati tutti: ma sarebbe stato strano che così non accadesse, visto che sono parte del programma di governo annunciato dall'onorevole Segni. Il Consiglio si è compiaciuto di approvarlo, ma francamente ci saremmo stupiti del contrario. Si è arrivati così ad una unanimità Anale che in pratica significa ben poco: c'è un plauso per Fanfani, un ringraziamento per Sceiba, un augurio per Segni ed una dichiarazione di solidarietà e simpatia per 1 par titl democratici alleati, ma sono tutte cose che non Impegnano a molto, e non sono neppure indicative di convinzioni precise. Il quadripartito è considerato, infatti, lo strumento più idoneo per la difesa e lo sviluppo della libertà e della democrazia, ma — si precisa — < nell'attuale schieramento parlamentare >. E', cioè, la tesi di Gonella che lo accetta come espediente tattico contingente, ma non certo quella di Taviani che dà alla collaborazione fra i partiti del centro democratico un valore di pregiudiziale permanente. Anche la questione dell'aper- tura a sinistra è stata trattata in modo da ingenerare qualche equivoco di interpretazione: secondo VAvantit, Fanfani non avrebbe chiuso tutte le porte; secondo l'Unità sarebbe, invece, stato affatto negativo. Si potrà forse dire, con miglior fondamento, che soprattutto egli non ha detto niente di nuovo nemmeno su questo punto: la sua tesi rimane quella di sempre, e cioè che sono 1 socialisti a dover andare verso la D. C, e non già questa verso i socialisti; l'incontro "UÒ avvenire sulle posizioni democristiane, non a metà strada, e comunque solo dopo l'avvenuto sganciamento dai comunisti. Tutta l'evoluzione della situazione internazionale è stata vista da Fanfani solo in funzione di questo nostro problema interno: Nenni deve convincersi che la rivoluzione mondiale non ci sarà, e farebbe quindi bene a separarsi da Togliatti. Nella mozione finale, del resto, si tace affatto della distensione fra Stati Uniti ed Unione Sovietica, parlandosi soltanto di solidarietà fra i popoli liberi e di integrazione europea. Il problema della coesistenza, alla cui soluzione oggi si affannano i governi del mondo, non ha trovato eco ed apprezzamento da parte del Consiglio Nazionale della D. C, che lo ha ignorato. Questa omissione, dettata forse da uno scrupolo di eccezionale prudenza, ha tolto molto interesse alle conclusioni dei lavori, perchè si sarebbe desiderato, ed in un certo senso si aveva il diritto di attendersi, che il maggiore partito politico italiano prendesse una sua posizione sui massimi problemi del momento. Quando si sono raccolti i suffragi di undici milioni di cittadini, la brina regola per conservarli è di tenere puntualmente a giorno gli eiettori del propositi che si hanno in ordine alle grandi questioni che si aprono. In fondo si è notato, proprio oggi, che assai più aperto della D. C. si è mostrato l'organo della Santa Sede, VOsservatore Romano. In ùn lungo articola dedicato al problema della coesistenza, si ammette, infatti, con tono estremamente pacato che ciascuno può seguire la sua' strada, senza intralci per gli altri: <La polìtica ha un suo piano regolatore che spartisce la marcia delle correnti diver-. se sia che divergano sia che convergano. Sul tracciato dei partiti, a ciascuno il suo. Non è il caso di offrire il proprio o di accettare quello altrui. Anche quando la mèta è comune, con l'unicuique suum si fa più presto. Tutto, sta che la mèta sia comune davvero o che le intenzioni cui si tende non siano differenti od opposte »;v Come si vede, in questi) modo si dichiara impossibile il dialogo e l'incontro con 1 comunisti, ma è già una grande concessione da parte dell'Osservatore Romano questo ammettere l'ipotesi di un cammino parallelo. In questo caso specifico, la mèta comune cui si allude è l'attuazione della Costituzione e l'Osservatore arriva a supporre che anche i comunisti vi possano tendere. Più spregiudicato di Fanfani e di Rumor e del Consiglio Nazionale della D. C, l'organo vaticano ha cosi usato un linguaggio distensivo che da tempo non si aveva in consuetudine. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Roma, Stati Uniti, Unione Sovietica