Undici morti nel vagone d'una cremagliera precipitato in una voragine per 70 metri

Undici morti nel vagone d'una cremagliera precipitato in una voragine per 70 metri Turisti in visita ad una centrate idroelettrica francese Undici morti nel vagone d'una cremagliera precipitato in una voragine per 70 metri La tragedia provocata dalla rottura dei freni - Le vìttime erano in visita ai modernissimi impianti scavati nella roccia - Difficile recupero delle salme (Nostro servizio particolare) Lione, 20 agosto. Un'altra grave sciagura/ dopo quella del pullman proveniente da Chamonix e precipitato in un burrone a Bourg St. Pierre, ha funestato in Francia il periodo delle vacanze. Oggi pomeriggio verso le ore 17 per l'improvvisa rottura dei fteni il vagoncino d'una linea a cremagliera appartenente alla centrale idroelettrica di Montpezat si 6 letteralmente schiantato dopo una vertiginosa caduta di oltre settanta metri. Degli undici passeggeri che si trovavano a bordo, dieci sono morti sul colpo, orrendamente dilaniati, ed uno è stato trasportato all'ospedale in fin di vita. Ma anch'egli è spirato dopo breve agonia. E' una sciagura assurda, tecnicamente inesplicabile. A Montpezat, una località dell'Ardeche, posta a una settantina di chilometri dalla riva destra del Rodano, vi è una centrale idroelettrica costruita secondo un progetto arditissimo. L'acqua infatti viene proiettata nel sottosuolo lungo u..z specie d'imbuto scavato nella roccia e profondo ben 130 metri. La sala delle macchine con la turbina e gli alternatori sorge al termine di questa voragine cui si giunge unicamente per mezzo d'una linea a cremagliera costrutta da pochi mesi e ritenuta assolutamente sicura. Data l'originalità della concezione tecnica che ha portato alla creazione di questa centrale idroelettrica, in questo periodo molti turisti si sono fermati a Montpezat e per concessione della società che gestisce gli impianti sono stati ammessi a visitare l'immensa sala-macchina riposta nel sottosuolo. Oggi pomeriggio alle ore 11 dieci turisti, tra cui parecchie donne, giunti in macchina a Montpezat prendevano posto su uno dei vagoncini guidato dall'operaio Pierre Lardy di 36 anni. Erano naturalmente emozionati all'idea d'intraprendere un viaggio così singolare, dentro un'autentica voragine. Il tragitto venivo regolarmente iniziato ed il vagoncino si trovava a c' «a metà del percorso (essenai. disceso per una sessantina di metri) quando di un colpo si aveva la rottura dtisrrzsggbdlpsuadrsmimiodtsvirpabtiervtasnmdvsdadcp2tnLll lllJlll)lllLlE!igi;tlllEfllLjlbllllli:LlEllbi|[Lllilllltldei freni. Da quanto si è potuto ricostruire attraverso la inchiesta appena iniziata, risulta che il guidatore cercò di ricorrere all'apparato di sicurezza. Ma tutto fu vano. Senza controllo, senza alcuna possibilità di rallentamento il vagoncino si trasformò nel volgere di pochi secondi in un bolide. Un bolide in acciaio del peso di parecchie tonnellate, sul quale si trovano 11 persone. La spaventosa, incredibile sciagura si svolse fulminea. In un attimo il vagoncino piombò al termine del percorso e andò a schiantarsi contro l'apparato motori che azionava la stessa cremagliera, a ben 130 metri dal livello del suolo. Il personale della centrale idroelettrica addetto al controllo degli alternatori fu il primo ad accorrere e si trovò sgomento dinanzi a simile trage' dia. Fu dato l'allarme ai pompieri della stessa centrale quali dovettero scendere lungo il cunicolo con una scaletta poiché la linea a cremagliera era ormai interrotta. Dai rottami del vagoncino (rottami contorti e piegati come sotto la pressione di un immenso maglio) vennero estratti otto cadaveri in gran parte sfigurati, e tre feriti due dei quali decedevano prima ancora di essere portati alla superficie. Soltanto alle ore £0, e quindi ben tre ore dopo la disgrazia, tutte le vittime per mezzo di improvvisate barelle e di funi erano trasportate in superficie risalendo l'irreale cunicolo sca vato nella roccia lungo 130 me tri. Il ferito superstite con una autolettiga era condotto all'o spedale, ma qui spirava appe na giunto. L'identificazione delle vitti me è resa oltremodo difficile dal fatto che i turisti indossavano per lo più indumenti sportivi e non recavano con sè documenti. La poHsio cerca di aiutarsi valendosi delle targhe delle macchine lasciate in parcheggio presso il capolinea superiore della cremagliera. Alle 22,so cinque erano stati identificati: il sig. Lardy di '36 anni, pilota del vagoncino; il sig. Leyrodjas, segretario comunale di St. Etienne de Font Bellon, sua moglie e sua sorella; il sig. Dalverny di St. Etienne de Font Bellon egli pure. Sei corpi rimangono ancora da identificare.. Delle undici vittime, due sono parigine, le altre nove sono originarie dell'Ardeche. . _ _ a- P-

Persone citate: Font Bellon, Lardy, Pierre Lardy

Luoghi citati: Francia, Lione, Montpezat