Pochi hanno pagato la rata dei contributi

Pochi hanno pagato la rata dei contributi iJa situazione agricola in XiOinellina e nel Vercellese Pochi hanno pagato la rata dei contributi Solo il quattro per cento dei coltivatori si è presentato agli sportelli dell'Esattoria- Si esclude dagli interessati ogni idea di "sciopero fiscale,, (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 18 agosto. « Pagheranno 1 produttori agricoli le quote del contributi unificati da essi dovute? >, era la domanda che circolava oggi a Pavia negli ambienti interessati. All'assemblea degli agricoltori tenuta ieri mattina al Politeama, il dott. Nobile, presidente della loro associazione, aveva rivolto al duemila intervenuti un abilissimo appello. Egli non 11 aveva esplicitamente incitati a non pagare: da un punto di vista giuridico, tale invito si sarebbe prestato a censura. Nè li aveva esplicitamente esortati a pagare: questo sarebbe stato contrario allo spirito dell'agitazione e alle possibilità degli agricoltori. Il presidente aveva detto sostanzialmente questo: ognuno consideri bene la propria situazione, e agisca in conseguenza. Il che era un chiaro consiglio: chi può, paghi; chi non può, si astenga. Oggi scadeva 11 termine di pagamento. Come si sarebbero regolati gli agricoltori? La risposta si è avuta questa sera, alla chiusura degli sportelli degli uffici postali Appena il quattro per cento di essi risulta che abbia riempito il modulo del conto corrente per mezzo del quale avviene il versamento del contributi- H che significa che sul quasi 7800 agricoltori della provincia di Pavia, non più di 300 sono stati in grado di pagare. Non diversamente è accaduto nelle province di Novara e di Vercelli. Gli altri si sono astenuti (hanno cioè dovuto astenersi) non avendo materialmente i quattrini per pagare. SI sa infatti che non si tratta d'uno < sciopero fiscale >, ma della reale impossibilità di far fronte agli oneri contributivi. . L'agitazione che si trascina da tempo fra gli agricoltori delle province di Pavia, Novara e Vercelli è appunto di natura essenzialmente economica: mancanza di quattrini. Ma è anche fondata su una protesta: le aliquote dei contri* buti sono considerate troppo alte — si aggirano fra le dodici e le ventimila lire per ettaro — per i dissestati bilanci delle aziende agricole. Sa circa tre anni esse conducono una vita faticosa per un complesso di fattori. Cattivo andamento stagionale, da cui sono derivati raccolti scarsi come quantità « scadenti come qualità; caduta dei prezzi del latte (passato da 45-50 lire il litro a 88, affinchè le industrie cascarle possano fronteggiare la concorrenza del burro francese e del latticini danesi) e del riso (che sui mercati esteri deve lottare contro quello egiziano e spagnolo); e infine l'elevata quotazione degli affitti, ancorati non alla valuta ma ai prodotti. Situazione pesante, dunque, secondo gli agricoltori; le aziende rendono già poco: se a questo si aggiungono i gra vanii fiscali, si va in perdita. Fra 1 gravami più onerosi sono 1 contributi unificati. Questi comprendono: assegni familiari, assicurazione contro l'invalidità e vecchiaia e contro la tubercolosi, assistenza malattie, tutela della maternità. Essi sono però calcolati non in base al numero effettivo di braccianti occupati, ma in base al numero di braccianti che dovrebbero essere occupati per ogni ettaro di terreno. Cioè il conduttore deve pagare i contributi anche se non si serve di manodopera estranea poiché impiega nei lavori i propri familiari. Come si è detto, il carico contributivo varia da dodici a ventimila lire per ettaro La situazione si appesanti sensibilmente l'anno scorso, e si ebbero le prime contrazioni nel versamenti delle quote trimestrali. Contemporaneamente fu chiesto che 11 principio su cui si basano i contributi ve nisse modificato nel senso di pagare in proporzione all'entità effettiva della manodopera impiegata e non in base all'imponibile stabilito presuntivamente. Questa è dunque la situazione odierna: un'azione per ot-tenere dal governo un alleggerimento nel tributi, e una richiesta di proroga delle quote già maturate, in attesa che il raccolto del riso dia la disponibilità di denaro per fare i versamenti. La maggioranza delle aziende sono in arretrato di tre rate. Si noti che se il pagamento avviene alla normale scadenza, viene fatto tramite conto corrente postale; diversamente 11 ritardatario viene iscritto nei ruoli dell'esattoria, per il cui servizio dovrà pagare un aggio del cinque per 100. Alla vigilia della scadenza della rata di agosto, Ieri si è tenuta a Pavia un'assemblea di agricoltori delle tre province interessate. Nel corso dell'animata riunione è stata fatta la proposta di sospendere il lavoro per due giorni la settimana, il che estenderebbe l'agitazione ai braccianti; ed è stata decisa per 11 26 settembre a Vercelli una grande adunata degli agricoltori piemontesi e lombardi. Soprattutto si è discusso sulla linea di condotta da tenere in merito alla scadenza odierna. Questa è stata risolta nel modo che si è detto: paghi chi può, chi non può faccia come crede. E al è visto che sono stati pochi a poter pagare. Dal Politeama i duemila agricoltori si sono diretti In corteo alla prefettura. Nessun incidente, naturalmente. Ma davanti all'edificio la polizia li ha fermati, e una delegazione di dieci persone è stata ricevuta, in assenza del prefetto che si trova a Roma, dal viceprefetto dott. CssnqslcbslsrstrcBepaiT Cupaiuolo, al quale hanno presentato un promemoria. In esso si chiede che gli agricoltori siano autorizzati e. versare il cinque per cento sulla rata di agosto senza iscriverli nei ruoli dell'Esattoria per il rimanente, che verrebbe versato nel febbraio '56. Il viceprefetto ha assicurato che avrebbe inoltrata la richiesta ai competenti Ministeri dell'Agricoltura, del Lavoro e delle Finanze, presso 1 quali sono anche in corso le trattative intese a ottenere l'alleggerimento auspicato dagli agricoltori. Giuseppe Farad

Persone citate: Giuseppe Farad