Tre morti nei rottami di un'auto che s'è schiantata contro un albero

Tre morti nei rottami di un'auto che s'è schiantata contro un albero Due tremende sciagure stradati nel pressi di Savigiiano Tre morti nei rottami di un'auto che s'è schiantata contro un albero Le vitti ine: una donna, il figlio diciottenne ed un nipote di 13 anni - In un altro incidente è deceduta la madre del direttore sanitario del Policlinico di Cuneo ed è rimasto ferito il segretario dell'ospedale (Nostro servizio particolare) Savigiiano, 18 agosto. Sulla statale, nel breve tratto tra Savigiiano e Racconigi, sono morte quattro persone in due diversi incidenti automobilistici e due altre persone sono rimaste ferite. Eguale la modalità: le due vetture si sono sfasciate contro due alberi. Circostanza comune: guidavano i figli e sono decedute le'madri che sedevano al fianco. Ed ancora: i passeggeri delle due auto rientravano dalle vacanze. Il più grave degli incidenti è successo alle 10,30 a metà della strada tra Cavallermaggiare e Racconigi, esattamente al chilometro Si. Conduceva l'auto un ragazzo di 18 anni: Enrico Mazzola, la madre Margherita Ra- uilliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiii varino di 47 anni era alla sua destra, dietro il cugino di 13 anni Bruno Mazzola. Tutti di Torino. Erano partiti alle 8 da Finalpia. Dopo Cavallermag giare, Enrico Mazzola premendo sull'acceleratore aveva iniziato l'avvicinamento ad una « 1100 > che procedeva nella medesima direzione e verso il km. 34, approfittando del lungo rettilineo, aveva tentato il sorpasso. Si portò con l'auto sin sotto la <1100>, pò: di colpo sterzò a sinistra. Tanta era la velo cita che non potè mantenere il controllo della guida. Quelli della vettura che precedeva neppure si accorsero della sciagura. Unico testimone oculare fu un contadino di Cavallermag giore, Andrea Monscilo, di 57 iiiiliiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiu o a n l e o anni. Egli si trovava sul ciglio in bicicletta. Così ha raccontato: <La "1100" mi passò davanti veloce, dietro veniva l'altra auto come una saetta. " Ouarda quei due che fanno le gare ", pensai. Ed ecco l'incidente. L'auto che inseguiva sterzò troppo a sinistra e finì con uno schianto tremendo contro un albero che fiancheggia la strada. Ho visto l'auto che si accartocciava e le lamiere avvolgevano il tronco della pianta. " Qui son morti tutti", mi sono detto. Non avevo il coraggio di andare a vedere. Dopo lo schianto nessun rumore, non un lamento. Che roba! Mi posi in mezzo alla strada e fermai la prima auto che veniva. In compagnia di altri mi feci forza. Andammo insieme ». C'era poco da fare, purtroppo. Enrico Mazzola era morto subito e così la madre. Invece, ancora vivo era Bruno Mazzola. Si può avere un'idea dell'ammasso contorto di lamiere considerando che per trarre dal suo posto di guida il giovane Enrico sei persone impiegarono un quarto d'ora. Aveva le gambe rotte, la fronte spaccata a metà. Da madre poterono toglierla con minor fatica. Adagiarono l'uno e l'altro cadavere sul ciglio della strada. Bruno Mazzola lo trasportarono subito all'ospedale di Racconigi. Anch'egli aveva gli arti rotti, aveva la commozione ce rebrale, lesioni interne, Il primario dott. Quenda, il chirurgo dott. Gallo per tre ore lottarono nella speranza di strapparlo alla morte. Dal momento che lo raccolsero sino a quando mori, nel pomeriggio alle is,so, il ragazzo non ebbe conoscenza. Mormorava ' soltanto la parola « Mamma! »; a volte gridava: « Mamma, mamma, ahi! ». Disse anche: « Mamma, ho tanto male!>. E' morto nelle braccia del padre, giunto da Torino appena avvertito di quanto era successo. Bruno aveva perso la madre un mese fa. In casa, in via San Secondo 19, era rimasto con il padre, Virginio Mazzola, con i due fratelli: Luigi di 17 anni, Carlo di 7. Perchè fosse distolto dal dolore era stato mandato fuori Torino, Era andato a Finalpia insieme con il cugino Enrico. Diciotto giorni si era fermato al mare: la morte lo ha colto al ritorno. Enrico Mazzola, la madre Margherita abitavano in via Berthollet 19. Il padre di Enrico di nome Mario ed il padre di Bruno sono fratelli e soci in affari. Hanno una torrefazione in via Berthollet — la torrefazione Brasile — ed un negozio di polli in via San Secondo. Virginio cura il secondo negozio. Alla torrefazione provvede Mario. Il giovane Enrico di giorno serviva al banco, di sera andava a cantare nelle orchestrine, Aveva una bella voce e pensava di potersi dare alla carriera del cantante di canzonette. La sua seconda passione, dopo la musica, era l'automobile. Tanto fece che, appena ebbe compiuto i 18 anni, il padre si lasciò convincere ad acquistargliene una. La patente di guida gli è stata rilasciata il 20 giugno scorso. Forse la poca esperienza, forse la stanchezza del viaggio concorsero insieme a causare l'incidente. Il cadavere suo e quello della madre si trovano nella camera mortuaria del cimitero di Cavallermaggiore. I due genitori cosi gravemente colpiti, ieri sera si guardavano in silenzio. Hanno perso ciascuno la moglie ed un figlio (e figlio unico per Mario). « Siamo disgraziati — dicevano. — Ma che cosa abbiamo fatto per meritarci questo castigo? ». E nessuno, di fronte a tanto dolore, trovava le parole per consolarli. L'altro incidente mortale è accaduto alle 4,30 del mattino. La località: di fronte al cimitero di Savigiiano, due chilo metri prima dell'abitato, dove la statale si piega in una leggera curva, quasi inavvertibile. Guidava il dott. Alfio Benso, di 31 anni direttore sanitario del Policlinico di Cuneo. A fianco aveva la madre Virgi¬ nnnddpvtsrtNldclmdstgcsusdsiss nia Levi ved. Benso di 55 anni. Dietro un amico, il ragioniere Giacomo Cesare Virano di £8 anni, segretario del medesimo Policlinico, nipote del primario prof. Barberis. Venivano da Torino ed erano di ritorno da una. breve vacanza sulle Dolomiti. Contavano di raggiungere Mondovì dove abitano e fermarsi la mattina. Non ci furono testimoni oculari: ma per confessione del dott. Benso l'incidente è stato causato dalla sonnolenza che lo ha vinto. Un momento solo: ma tanto bastò perchè l'auto dalla destra si portasse sulla sinistra e si schiacciasse contro un albero. La signora Virginia, che dormiva, venne lanciata con il capo contro il cruscotto e rimase morta sul colpo. I primi soccorsi li portarono una guardia notturna e fautista di un quotidiano. All'ospedale di Savigiiano il dott. Benso è stato giudicato guaribile in 40 giorni: più gravi sono risultato le condizioni del rag. Virano per il quale i medici non si sono pronunciati sulla prognosi. Il dott. Benso è molto conosciuto a Cuneo e molto a Mondovì dove è nato: egli è tuttora presidente di una Conferenza di San Vincenzo ed ha ricoperto cariche nell'Azione Cattolica. Si è laureato a Torino e sta preparandosi alla specialità in ginecologia. A Mondovì ha la fidanzata: voleva appunto salutarla prima di proseguire per Cuneo e poi per Lurisia, dove contava di trattenersi una settimana. La madre aveva un negozio di stoffe a Mondovì dinanzi all'abitazione. Essa era parente del banchiere dott. Levi. La persecuzione razziale le aveva ucciso il fratello e. la sorella. Al dott. Benso non è stato ancora detto che la madre è deceduta. Figlio unico affezionato, si teme che la notizia possa provocargli un grave collasso. Ieri sera ha incaricato una suora di dare la buona notte a sua madre: < Ditele che sto bene e non si preoccupi di me. E le chieda perdono di quanto è successo ». g. tr. nilllHHIWIIHIIHUIlHIIIIIIHIIIIIII.IIIIIIIItllim La madre Margherita Mazzola • 11 figlio Enrico di 18 anni Virginia Levi ved. Benso niiiiifiiiuiiiiiiMiiiiiiiiiiuiiiiiumiimiiiiiiHi