Bue fratelli catturati da un sacrestano forzavano le cassette delle elemosine

Bue fratelli catturati da un sacrestano forzavano le cassette delle elemosine Bue fratelli catturati da un sacrestano forzavano le cassette delle elemosine La chiesa era deserta: solo una vecchina con un gran velo nero in capo, la faccia nascosta tra le mani giunte, pregava inginocchiata nel primo banco davanti all'aitar maggiore. Non si scosse neanche al cigolare della porta d'ingresso, nè allo stropicciar dei passi di due ragazzi che erano entrati cautamente nel tempio. Senza mostrare alcuna reverenza per il luogo sacro i due puntarono decisamente, pur camminando in punta di piedi, verso una cappelletta laterale, davanti a cui faceva bella mostra una colonnina di marmò che reggeva una robusta cassetta per le elemosine. Zitti e svelti 1 due tirarono fuori di tasca alcuni ferri e si diedero d'attorno per far saltare lo sportello della cassetta. In quell'attimo, con un gran balzo, sbucò dall'interno di un confessionale 11 sacrestano armato di randello; in fretta e furia chiuse a doppia mandata il portale della chiesa, poi affrontò I mariuoli costringendoli con la minaccia del bastone a retrocedere fin dentro la sacrestia. Chiusa anche la porta della sacrestia e messi cosi in trappola i ladruncoli, il custode della chiesa telefonò al commissariato di borgo San Paolo, che è situato a poca distanza. Gli agenti accorsero a prendere in consegna i due giovani, che furono individuati per 1 fratelli Michele e Ruggero Saffone, di 13 e di 18 anni. Il sacrestano, accortosi da tempo che le cassette delle elemosine venivano manomesse e svuotate, aveva deciso di tendere un agguato al ladri. Ieri pomeriggio i due sono cascati nel tranello. — A un anno di distanza è stata scoperta l'autrice di un audace borseggio e la vittima, una vedova in poverissime condizioni, ha potuto riavere 60 mila lire che le erano state rubate. La donna era stata derubata della borsa davanti all'ospedale San Giovanni, mentre usciva dalla cappella dopo aver assistito ad una funzione religiosa. Oltre a 2000 lire in contanti era scomparso anche un assegno circolare. La poveretta non aveva potuto recuperarne l'importo, ma nessuno si era presentato ad incassarlo alla banca. Ieri i carabinieri dell'investigativa comunicavano alla derubata che la somma era recuperata e che la ladra era finita in camera di sicurezza. L'assegno era stato trovato per caso in un ospizio per ex-carcerati a Padova e grazie a questa traccia si era potuto risalire all'autrice del «colpo»; una vera specialista, già 16 volte, dal 1015 ad oggi, condannata per borseggi, Giovanna Romano, residente a Torino, la quale dovrà ora ricomparire per l'ennesima volta dinanzi ai giudici.

Persone citate: Giovanna Romano, Ruggero Saffone

Luoghi citati: Padova, Torino