Il Presidente della Repubblica richiamato d'urgenza a Parigi di Sandro Volta

Il Presidente della Repubblica richiamato d'urgenza a Parigi M.A CRISI Si SSL, MAROCCO STA PBECIP1TA9DO Il Presidente della Repubblica richiamato d'urgenza a Parigi Il Sultano ha respinto il piano di riforme proposto dai francesi - Stamane Coty presiederà un Consiglio straordinario dei ministri per decidere le misure di emergenza (Dal nostro corrispondente) ! Parigi, 17 agosto. La brutta piega che stanno prendendo gli avvenimenti marocchini, ha costretto il Presidente della Repubblica ad interrompere le vacanze ed a lasciare il castello di Vizille, presso Grenoble, per. rientrare subito a ' Parigi, dove è arrivato stasera. Domattina René Coty presiederà un Consiglio dei ministri che affronterà ancora una volta, ma in questo caso con carattere di estrema urgenza, gli ultimi minacciosissimi sviluppi della situazione. Il fatto nuovo che ha determinato un improvviso allarme a Parigi è la risposta del sultano, Sidi Mohamed Ben Arafa, all'invito che il governo francese gli aveva rivolto affinchè costituisse un governo veramente rappresentativo, nel quale, fossero compresi cioè gli esponenti di tutte le tendenze politiche. Affinchè questo invito non dovesse rimanere lettera morta, non dovesse cioè venir rinviato di settimana ■ in settimana, secondo il sistema seguito finora con tanta abilità nel palazzo del sultano, la Francia aveva fissato come li mite improrogabile la data del 12 settembre. Le difficoltà di attuazione del piano francese erano apparse subito evidenti, quando i rappresentanti dei partiti nazionalisti marocchini avevano fatto sapere che non intendono collaborare con Ben Arafa, considerandolo un usurpatore, imposto dai più retrogradi signorotti locali e tale perciò da non offrire nessuna garanzia per attuare quelle riforme che la popolazione invoca unanime. Però la loro presa di posizione non poteva considerarsi ancora definitiva ed era possibile che, con un impegno preciso che dimostrasse la buona fede della Francia, anche i nazionalisti avrebbero finito per entrare a far parte del governo. La risposta di Ben Arafa a Edgard Faure fa cadere ora quelle illusioni. Il messaggio che il Presidente del 'Consiglio ha ricevuto dal sovrano è un capolavoro di astuzia orientale, che tuttavia non inganna nessuno sulle sue vere intenzioni. Ben Arafa dichiara innanzitutto di non voler ritardare neppure un minuto a rispondere per esprimere il suo pieno consenso al piano di riforme proposto dalla Francia; ma subito dopo af¬ ■iiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ferma di non poter accettare la data fissata perchè troppo prossima e tale da non consentire la necessaria preparazione ad un'opera che non deve risultare provvisoria. Date queste premesse dilatorie, il sultano sostiene che un governo in cui fossero rappresentate tutte le tendenze politiche del Paese, non sarebbe efficiente, e perciò ritienepreferibile, invece d'un governo di unione nazionale, di costituire u governo di tendenza unica, formato cioè dai suoi soli sostenitori, della cui leale collaborazione dice di esser Sicuro. A giustificare questa pretesa, Ben Arafa afferma che 1 partiti nazionalisti potrebbero svolgere un'azione più utile nell'opposizione, a somiglianza di ciò che avviene in tutti i Paesi democratici in cui' c'è appunto un' opposizione che controlla gli atti del -governo. ■E' facile capire carne questa straordinaria professione di fede democratica da parte di un sovrano, che ti è retto finora sull'assolutismo 9 sui privilegi feudali, sia stata accòlta negli ambienti politici francesi: al cavilloso ragionamento ci si limita a replicare che nei Paesi democràtici è la maggioranza che governa e al l'opposizione rimangono i partiti di minoranza, mentre in questo caso avverrebbe assolutamente il contrario, perchè un governo formato dai seguaci di Ben Arafa non avrebbe dietro di sè altro che un'infima minoranza dell'opinione pubblica marocchina. A rendere più allarmante questa presa di posizione, che altrimenti potrebbe esser considerata irrisoria, sta il fatto che Ben Arafa l'ha decisa senza avere consultato gli esponenti dell'Istiqlal, del partito democratico per l'indipendenza, e delle altre formazioni nazionaliste, ma dopo lunghe consultazioni col Pascià di Marrakese e con altri Caid, esponenti del più oscuro feudalesimo marocchino. Sembra che anche un emissario dell'estrema destra francese, sostegno degli interessi colonialisti avversaria accanita di ogni riforma, sia partito per Rabat e che i suoi consigli abbiano notevolmente influito sulla decisione del sultano. Questa è la situazione che ai trova costretto ad affrontare il Consiglio dei ministri di domattina, a 48 ore dal SO agosto, ricorrenza del secondo an¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii niversario del. giorno in cui il governo Laniel prese la decisione di destituire Ben Yussef. Per quella data grandiose manifestazioni si preparano nelle città marocchine, invase da manifestini firmati < il partito della fiamma e dell'inferno », < l'esercito invisibile », o con altre espressioni non meno minacciose, nei quali si invita il popolo allo sciopero generale alla rivolta. Le grandi misure di sicurezza potranno forse impedire i disordini, o almeno circoscriverli; però il problema politico si impone al governo francese con carattere di estrema urgenza. Fallito il tentativo di compromesso, che Edgard Faure aveva fatto la settimana scorsa per superare l'avversione alle riforme da parte dei partiti di destra che fanno parte della sua maggioranza parlamentare, nuove soluzioni sono ora necessarie, e questa volta sembra difficile poterle trovare se non affrontando radicalmente il problema, alla base del quale è la questione dinastica. Si attribuisce al presidente del Consiglio l'intenzione di promuovere uri confronto di retto fra una delegazione del governo francese composta, oltre che da lui stesso, da Antoine Pinay, Robert Schuman, il generale Koenig e Pierre July, e una delegazione che rap presenti tutte le tendenze del Z'opinione pubblica marocchi na. L'incontro dovrebbe avve nire a Nizza prima della fine del mese. Il Consiglio dei ministri dovrà deciderlo domattina, ma non è facile credere che gli esponenti delle destre colonialiste accetteranno questa soluzione, che porterebbe a acavalcare il sultano. Sandro Volta -4M

Luoghi citati: Francia, Marocco, Nizza, Parigi, Rabat