Un parente molto stretto delle vittime trafugò i sei milioni dalla cassaforte

Un parente molto stretto delle vittime trafugò i sei milioni dalla cassaforte La Questura ha scoperto Vautore dei furto di via Calandra Un parente molto stretto delle vittime trafugò i sei milioni dalla cassaforte Smascherato dalla perizia calligrafica fatta sul misterioso biglietto che i ladri lasciarono nella buca delle lettere - L'accusato nega di essere stato a conoscenza dei segreti dei due vecchi coniugi La Squadra Mobile ha concluso ieri le indagini sul clamoroso furto di via Calandra 18 scoperto, come certamente I lettori ricorderanno, il giorno giovedì 22 luglio. Derubati di circa 6 milioni erano stati i due anziani coniugi Corrado Laras di 76 anni e Olga Piperno di 67. I coniugi erano proprietari sino al 1943 di un avviato negozio di stoffe in via Madama Cristina 27. Nel periodo repubblichino essi dovevano abbandonare la loro attività, perchè israeliti, perseguitati dal nazisti e dai fascisti. La loro famiglia in quel periodo subiva atroci traversie: il figlio Guglielmo sfuggiva miracolosamente alla cattura e alla deportazione in Germania, non cosi la suocera e la moglie che finivano in un campo di < '.imlnazìone e decedevano entrante. Nel 1945 il Laras figlio ritornava a Torino e subentrava ai genitori nell'esercizio del negozio. Non volendo affidare alle banche 1 loro risparmi i Laras li trasferivano in una piccola cassaforte, che già detenevano in via Madama Cristina, nel nuovo alloggio e la facevano murare nel bagno. Poi la coprivano con uh quadro di notevoli dimensioni. In più, al disopra del quadro, essi applicavano un attaccapanni da cui appendevano sempre vestaglie e asciugamani. Il 22 luglio, allo 18, 1 coniugi uscivano per una passeggiata. Alle 19 erano già di ritorno. Passando nell'androne il Laras si accorgeva che la distribuzione serale della posta aveva recato loro un biglietto. Lo ritirava, lo apriva e leggeva. Impallidiva visibil- mtCcigmfctiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiii mente e per l'emozione veniva colto da tremito in tutta la persona. Chiamava la moglie che si avvicinava e che a sua volta leggeva il biglietto. Il biglietto era vergato a caratteri stampatelli: € Sia mo riusciti a ripulire la cassaforte. State zitti è ringraziateci che vi abbiamo lasciato ancora 1 titoli. Intesi? ». I coniugi si guar iiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiu davano in faccia disorientati. Si trattava di uno scherzo? Intanto sulla soglia del suo alloggio era comparsa la custode, Edvige Col-ino. I Laras l'avvertivano del fatto e i tre in fretta salivano le scale. Nel breve percorso incontravano una coinquilina, la signora Masuello, che si univa a loro, L'uscio dell'appartamento era regolarmente chiuso. Il Laras lo apriva e poi con cautela, ; seguito dalle donne, entrava. L'alloggio non presentava alcun segno di disordine: era tale e quale i coniugi l'avevano lasciato un'ora prima. I Laras si precipitavano verso il bagno. Tutto era a po sto, dall'attaccapanni pendevano gli Indumenti deposti poco prima di uscire. Il quadro non appariva spostate. Il signor Laras lo rimuoveva e scopriva lo sportello blindato della cassaforte, un robustissimo sportello delle dimensioni di 20 centimetri per 25. Anche lo sportello era chiuso ermeticamente e non aveva tracce di effrazione. Convinto definitivamente che si trattasse di uno scherzo idiota il commerciante estraeva di tasca la chiavetta e la girava nella serratura aprendo la cassaforte. Un grido gli sfuggiva e per poco non s'accasciava al suolo. I due piani superiori del forziere erano vuoti, nel terzo invece erano ancora pacchi di titoli al portatore per un valore di due milioni e mezzo. Ma erano spariti tutti 1 gioielli e precisamente dodici o tredici anelli, tra cui alcun' con brillante, sei braccialetti d'oro massiccio e un orologio pure d'oro. Inoltre erano stati tubati 70 marenghi, 320 dollari e 600 franchi svizzeri. Un bottino per un danno complessivo di oltre sei milioni. Le indagini della Mobile, svolte con la massima sollecitudine, non ottenevano 11 per 11 risultati 1i >111:111111f 111 ; 111 !111!ii ei: 11i: 11111111i 11111111111m j apprezzabili. Le circostanze del furto apparivano veramente misteriose e inesplicabili. Non si riusciva a capire come i ladri fossero venuti a conoscenza della ubicazione della cassaforte e soprattutto come avessero potuto aprirla senza il più piccolo scas so. I funzionari concludevano ov viamente con il sospetto che a compiere il furto fosse stata una persona molto vicina ai coniugi e perfettamente al corrente delle loro abitudini e dei loro segreti. In questi giorni la Squadra Mobile ha ritenuto di aver raccolto le prove della colpevolezza di un parente molto stretto del Laras e lo ha deferito Ieri all'autorità giudiziaria. La scrittura dell'accusato corrisponderebbe, secondo i pe''ti Cella polizia, alla scrit tura d->l biglietto con cui gli igno ti lestofanti avvertivano del fur to i coniugi. La delicata vicenda è ora all'esame della Magistratura. Il denunciato, pur ammettendo che le caratteristiche della sua scrittura sono molto simili a quelle del misterioso biglietto, re spinge con sdegno 11 sospetto che egli possa aver derubato un suo parente e a prova della sua di fesa afferma che mai i Laras lo avevano messo al corrente della esistenza della cassaforte e del suo segreto. iiiiiiiiiiiitiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii(iiiiiii Si AMG Riusciti a P\ÌL\R£ U/k CASSA&AT£ Sf Arf zittì e fu h ^. 0 \iToL\

Luoghi citati: Germania, Torino