Parigi si vuota e si riempie nella settimana del Ferragosto di Sandro Volta

Parigi si vuota e si riempie nella settimana del Ferragosto Parigi si vuota e si riempie nella settimana del Ferragosto I parigini se ne vanno, ma giunge la folla dei turisti - Sono americani e tedeschi del ceto medio, concitati, attivi, che ripopolano animosamente la città - // Louvre invaso, lunghissime code per vedere la Gioconda • Pieni i teatri di riviste e grossi affari nei cabarets più celebri - Come ricordo d'arte si portano via quadretti copiati da cartoline illustrate (Dal nostro corrispondente) Parigi, 11 agosto. Durante la settimana del Ferragosto Parigi non somiglia affatto alle altre grandi città del continente: mentre quelle si vuotano, Parigi si vuota e si riempie nello stesso tempo. Si assiste cosi in questi giorni allo straordinario caso di una città che per una settimana ha una popolazione provvisoria, una popolazione che la occuperà fino al momento in cui farà ritorno quella abituale. Il fenomeno è così generale che se uno va a prendere l'aperitivo nel solito bistrot, dove più o meno lo conoscono tutti, trova che sono cambiati non soltanto i clienti, ma persino il personale di servizio, partito in vacanza e sostituito da avventizi. Ora vi si parlano tutte le lingue e fra le mani degli avventori è più facile vedere l'edizione europea del New York Herald Tribune che il Figaro: Parigi è completamente in balia dei turisti. Sono turisti d'una categoria particolare, molto somigliante a quella che, all'interno di ogni Paese, viaggia la domenica con i treni popolari. In massima parte americani e tedeschi dei ceti medi, non hanno a che Jare con quelli che arrivano al principio della saison per assistere al Grand Prix di Longchamps o alle prime teatrali. Bottegai, piccoli im¬ iiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiMiiiiil piegati, insegnanti di scuo- I le medie, quelli che, durante la settimana del Ferragosto, vengono d'oltre oceano o d'oltre Reno ad occupare Parigi, sono gente straordinariamente attiva, concitata, che non si ferma un momento e conferisce alla città una animazione. che non ha neppure nei periodi di più intenso traffico. Con il fiato grosso Lia mattina escono presto dagli alberghi che circondano la Gare St. Lazare in comitive d'una quindicina di persone e vanno subito alla Torre Eiffel. Molti salgono i trecento metri d'altezza senza servirsi degli ascensori. Arrivati in cima a piedi e col flato grosso, si indicano fra diloro i principali punti della città, che vedono per la prima volta, come se vi avessero sempre vissuto: «Quello — affermano con sicurezza — è l'Arco dell'Btoile, e là c'è la cupola degli Invalidi. Ecco Notre-Dame e il Pantheon ». Si spargono poi per le strade dirigendosi a colpo sicuro verso i punti voluti. Passano senza esitare dagli autobus al metrò, con una conoscenza di percorsi, di orari, di trasbordi, che pochi parigini hanno. La maggior parte dei negozi sono chiusi in questi giorni, ma ce ne sono molti altri che hanno aumentato le scorte di merci e reso più attraenti e più vistose le vetrine. Sono i negozi che ven- liiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiii fiiiiiiiiiiiiiiiuiiiD dono i « soUvenirs », gli oggetti da pochi soldi che piacciono a questa clientela speciale. La persuasione che in questo momento non ci siano altro clic turisti a Pnrtgi è cosi diffusa da mettere chiunque vada in giro per i' fatti propri nella condizione d'essere fermato ogni pochi passi per sentirsi ripetere: iSouvenirsi da venditori ambulanti improvvisati e insistenti. La rinomanza artistica internazionale è naturalmente una delle ragioni che attirano gli stranieri a visitare la città, sia pure per pochi giorni e in base a preferenze piuttosto vaghe. Il Louvre è in ogni modo jrfvètéo da una vera folla tf/quesla folla s'infittisce, come ad u$t comizio, davanti alla « Gioconda >, di Leonardo, l'unico quadro che la gente non può fare a meno di vedere, per avvicinarsi al quale bisogna fare lunghissime code. Le gallerie dei mercanti di arte riapriranno invece soltanto alla fine di settembre, però nelle cartolerie sulla ■collina di Montmartre, e nei pressi dei famosi caffè di Montparnasse e del Quartiere Latino, sono esposti per l'occasione quadretti che per poche centinaia di franchi danno ai visitatori del Ferragosto l'illusione di portare a casa opere della scuola di Parigi. Negli anni scorsi erano generalmente acquarelli copiati da cartoline illustrate che riproducono le più popolari vedute della città; ora l'innocente mistificazione ha progredito ed i quadretti rappresentano- figure geometriche dipinte a colori violenti, nè meglio nè peggio d'altronde di molte pitture astratte firmate da nomi famosi. Diventate inutili per l'assenza della popolazione stabile, sono chiuse quasi tutte le botteghe che provvedono ai suoi bisogni quotidiani: i fruttivendoli, i fornai e persino i tabaccai. Per il pane succede un fatto curioso: in genere c'è l'abitudine che non sono le donne a comperarlo quando vanno a fare la spesa la mattina, ma gli uomini che, per averlo più fresco, lo portano a casa appena sfornato a mezzogiorno quando rientrano dall'ufficio. Ora però, che soltanto pochissimi forni sono rimasti aperti, i mariti debbono spesso attraversare l'intera città con uno sfilatino di pane lungo un metro sotto il braccio. Rispetto al Ferragosto, i teatri parigini possono distinguersi nettamente in due categorie: è chiusa Z'Opéra, ma rimane aperta l'Opera Comique, dove in questi giorni si ha la Bohème, la Tosca e altri melodrammi italiani. Cosi pure è chiusa la Comédie Francaise, ma sono aperti una ventina di teatri che rappresentano commedie frivole di Georges Feydeau, di André Roussin e di altri autori di facile 'successo. Piene eccezionali fanno in questa settimana le Folies Bergère, ti Casino de Paris e gli altri teatri di riviste in cui le ballerine si presentano completamente nude sulla scena. I vecchi film Afa i migliori affari li fanno gli organizzatori di Paris by night, le innumerevoli imprese che per tremilacinquecento franchi danno ai piccoli borghesi arrivati dall'estero l'illusione di fare quella che nelle cronache della Belle Epoque era chiamata la tournée des Granducs. Non ci sono più granduchi in viaggio per il mondo ed il giro dei locali di perdizione di Parigi i bottegai e i contabili iti vacanza lo fanno in autobus con fermate d'una ventina di minuti in ciascuno dei cabarets più celebri: si beve una coppa di champagne agli Assassins e si riparta subito per andarne a bere un'altra al Moulin Rouge. Perchè la Conciergerie e la Tomba di Napoleone, il Sacro Cuore e il ritratto ' di Monna Lisa sono cose che certamente bisogna vedere quando si viene per qualche giorno a Parigi, però il vero centro di attrazione, quello che affascina gl'irrequieti visitatori del Ferragosto, è fra Place Bianche e Place Pigalle, dove sono concentrati i locali notturni. Vi è una incredibile affluenza in queste serate e la polizia ha dovuto organizzarvi un servizio speciale, ciò che tuttavia non impedisce che decine di borseggi avvengano ogni notte, da parte di disoccupati algerini'che cercano in qualche modo di rifarsi di una lunga miseria. 'Per i parigini costretti a passare l'agosto in citta rimangono ben poche probabilità di sottrarsi al fastidio di una invasione che ha sconvolto ogni loro abitudine. Pressoché unico scampo è il cinematografo, che in questi giorni offre anzi possibilità sconosciute negli altri periodi dell'anno. Le sale di proiezione sono difatti quasi vuote, perchè chi viene a passare una settimana a Parigi non lo fa di certo per andarsi a rinchiudere in un cinematografo. miiiiiiiimiiimmiiiiiiii illumini! iiii Proiettare nuovi programmi non sarebbe dunque conveniente e perciò, anche nei locali del centro, si proiettano soltanto quei vecchi film che, in tempi normali, si possono vedere soltanto nei cineclub fuori di mano e con orari molto scomodi. Chi non lo avesse ancora visto, ha cosi il vantaggio dimandare a vedere Le chien andalou in una sala di prima visione dei Champs Elisées, con l'aria condizionata e a presso ridotto. Sandro Volta

Persone citate: André Roussin, Georges Feydeau, Moulin, Place Pigalle